venerdì 29 marzo 2024
Amin Maalouf, scrittore e accademico francese, è autore di un pregevole libro intitolato Il labirinto degli smarriti: L’Occidente e i suoi avversari (La nave di Teseo), che racconta come l’Occidente liberale abbia raggiunto la sua supremazia.
Nel nostro tempo il declino dell’Occidente è reale, nota in apertura del suo libro Maalouf. Tuttavia, coloro che sfidano la supremazia dell’Occidente attraversano un fallimento ancora più grave e preoccupante. La civiltà europea emersa dal Rinascimento ha realizzato ciò che nessuna altra in passato è stata capace di fare: conquistare l’intero pianeta in senso letterale e figurativo. Il principe portoghese Enrico, detto il navigatore, sostenne e favorì le spedizioni marittime, che sfociarono nelle grandi scoperte geografiche. Gli eventi storici che hanno segnato l’inizio della supremazia occidentale nel libro sono richiamati con grande rigore storiografico, come la rivoluzione industriale che nel XVIII secolo iniziò in Inghilterra e si diffuse in tutto il continente. La rivoluzione industriale fu preceduta da grandi rivolte e cambiamenti radicali, come la rivoluzione inglese del 1688, la guerra d’indipendenza americana del 1776 e la rivoluzione francese del 1789. A causa di questi eventi storici, l’Occidente divenne il luogo e lo spazio politico in cui si affermarono i concetti di modernità, progresso e libertà. Nel 1905 vi fu la vittoria dell’esercito giapponese sulla flotta imperiale degli zar, che venne percepita come una rivincita dai Paesi dominati attraverso il colonialismo dall’Occidente, come scrisse Jawaharlal Nehru, futuro primo ministro dell’India.
Nel 1853, in Giappone si era presentato il commodoro Perry quale rappresentante degli Usa, e aveva imposto la regola degli scambi commerciali all’imperatore; fatto che aveva risvegliato l’orgoglio nazionalista del Paese del sol levante. La restaurazione ad opera di Meiji aveva favorito la modernizzazione del Giappone, e così il Paese divenne fonte di ispirazione per gran parte dell’umanità, in particolare per le nazioni d’Oriente. Si arriva così alla Prima guerra sino-giapponese, conclusasi con un trattato che nel 1895 avrebbe concesso al Giappone lo stato di nazione più favorita nel commercio, e l’isola di Taiwan.
Nel 1904 Mustafa Kamil pubblicò un libro intitolato Il Sol Levante, dedicato alla metamorfosi del Giappone, un Paese che aveva rialzato la testa. Secondo Kamil, il Giappone doveva porsi alla testa di un vasto movimento panasiatico per dare una possibilità di riscatto ai popoli disprezzati nella loro dignità dall’arroganza dei colonizzatori occidentali. Il modello di modernizzazione del Giappone diede speranza ai popoli musulmani, e anche la rivolta dei giovani turchi (1908), quando il sultano Abdul-Hamid II fu deposto, gli storici la pongono in riferimento con quanto accadeva in questo periodo storico in Giappone. Com’era inevitabile, il sistema imperiale cinese fu indebolito e minato dalla trasformazione del Giappone. Sia la Russia, con la dinastia dei Romanov, sia quella cinese con quella dei Qing, sarebbero presto crollate per lasciare il posto a regimi politici diversi e di tipo inedito, che promettevano di rovesciare l’ordine costituito. Sulla Rivoluzione Russa del 1917 e la nascita del sistema sovietico basato sull’economia dirigista, che si rivelò fin dall’inizio inefficiente in confronto al libero mercato, Maalouf scrive nel suo libro pagine belle e profonde. In particolare, si sofferma sul periodo dello stalinismo in Russia, osservando che molte furono le responsabilità di Stalin a causa della tragedia causata in Europa dal nazismo. Stalin, secondo l’autore, ha distorto l’ideale rivoluzionario, ha impedito ai comunisti tedeschi di allearsi con i socialdemocratici di questo Paese, scelta che avrebbe precluso ad Adolf Hitler la conquista del potere e, fatto ancora più grave, Stalin nel 1939 sottoscrisse con Hitler un patto che avrebbe scatenato la Seconda guerra mondiale.
Ampio spazio viene dato al rapporto di Chruscev presentato al XX congresso e alla destalinizzazione, che non salvò il sistema sovietico dalla sua crisi irreversibile, certificata e riconosciuta da Gorbaciov alla metà degli anni Ottanta del Novecento. Nel 1956 venne repressa dalle truppe sovietiche la rivolta di Budapest, fatto che dimostrava la natura totalitaria delle democrazie popolari esistenti nell’Europa orientale. Maalouf ammette che l’ideologia comunista ha sempre posto un dilemma irrisolvibile agli intellettuali occidentali, giacché, da un lato, in modo seducente invitava a lottare contro l’oscurantismo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, contro l’arroganza della classe proprietaria, dall’altro lato vi era il bilancio storico della esperienza sovietica, con la repressione del dissenso, la censura, i gulag e le terribili purghe volute da Stalin.
Molto belle sono le pagine del libro dedicate alla guerra dell’oppio in Cina. Gli inglesi, quando scoprirono il gusto e la preferenza della popolazione cinese per gli oppiacei, diedero inizio nei primi anni dell’Ottocento a un commercio triangolare molto redditizio. Nel 1839, Liu Zexo fu inviato a Canton, dove riuscì a sequestrare e requisire le grandi quantità di oppio costudite nei depositi controllati dagli inglesi. La storia della Cina nel libro è raccontata in modo magistrale, ricordando che nell’era moderna ha avuto tre grandi inizi: nel 1912 vi fu la nascita e fondazione della repubblica da parte di Sun Yat Sen, che durò per poco tempo, sicché fu solo un nuovo inizio simbolico; in seguito, nel 1949, si ebbe con Mao Zedong un inizio movimentato; nel 1978 con Deng Xiaoping vi fu la vera modernizzazione del Paese. La strategia di Mao nel libro è descritta in pagine che colpiscono per la chiarezza e il nitore analitico. Quella di Mao era una strategia basata sulla grande marcia, per consentire ai militanti comunisti di circondare le città della Cina muovendosi nelle campagne, e l’idea del grande balzo in avanti, che avrebbe dovuto produrre un grado maggiore di sviluppo economico. Le guardie rosse, con il libretto rosso di Mao, terrorizzarono con la violenza la popolazione per attuare la velleitaria rivoluzione culturale. Deng Xiaoping comprese che l’economia basata sul dirigismo e la pianificazione non funzionava e quindi convertì il suo Paese all’economia di mercato. Questa scelta ha dato inizio alla modernizzazione in Cina, che oggi è devenuta una superpotenza che sfida la supremazia occidentale e americana. Il XX secolo passerà alla storia come quello in cui gli Stati Uniti si sono affermati attraverso conflitti e sconvolgimenti, come la potenza preminente nel pianeta che ha sconfitto i totalitarismi nel vecchio continente, il nazismo e il comunismo. Le idee che portò a Parigi, dopo la Prima guerra mondiale, il presidente Usa Woodrow Wilson, per dare vita ad un nuovo ordine mondiale, erano due: l’autodeterminazione dei popoli e la trasparenza nelle relazioni internazionali. Wilson non fu capace di favorire la fine delle politiche coloniali perseguite dalle potenze Europee. Tuttavia gli Usa, nel dopoguerra, attraverso il Piano Marshall hanno favorito la ricostruzione del Vecchio continente e il suo miracolo economico. Il Giappone, senza la terapia d’urto degli Usa, non avrebbe avuto la forza di cambiare rotta e di realizzare il suo miracolo economico. Un libro, questo di Amin Maalouf, di notevole valore culturale.
(*) Il labirinto degli smarriti: L’Occidente e i suoi avversari di Amin Maalouf, La Nave di Teseo 2024, 353 pagine, 22,80 euro
di Giuseppe Talarico