lunedì 19 febbraio 2024
Il 17 febbraio 1600 viene condannato per eresia e bruciato sul rogo, a Campo de’ Fiori, il religioso Giordano Bruno. Le sue rivoluzionarie idee sul mondo naturale e sul divino si scontrano con l’oscurantismo della chiesa di quell’epoca. Inquisitore e carnefice fu Roberto Bellarmino, famoso anche per aver spinto anni dopo, all’abiura, Galileo Galilei. Giordano Bruno invece “non debet nec vult rescipiscere”, non si china all’imposizione del pentimento. Neoplatonismo e copernicanesimo si intersecano, insieme alle sue temerarie teorie cosmologiche, nella elaborazione di una nuova e rivoluzionaria visione della natura e del divino: “Possiamo conoscere Dio solo attraverso le sue vestigia”.
Sul luogo del supplizio nella Roma, da pochi anni liberata dal giogo papale, verrà eretto il monumento in sua memoria. La mordacchia imposta al dominicano eretico – in realtà “la lingua in giova” ossia un chiodo ricurvo che la trafigge – diventerà il simbolo della censura della libertà di opinioni, idee e parola. Bellarmino, invece, sarà proclamato santo da Pio XI per rivalsa contro l’inascoltata richiesta a Benito Mussolini, nel 1929, di rimuovere la statua del dominicano dalla piazza.
Il 17 febbraio è la data simbolo della libertà anche per i Valdesi che, due secoli e mezzo dopo, riceveranno da Carlo Alberto, con “le lettere patenti”, eguali diritti civili e politici, e da allora festeggiano la ricorrenza con il falò della libertà. In un’epoca nella quale, dai più alti consessi della politica internazionale – e delle ancora più potenti élite globali – si invoca il controllo e la censura dell’informazione, lo sguardo muto e austero del domenicano sembra rimproverarci la mancanza di coraggio nel difendere la nostra libertà di idee, opinione e parola.
Anche quest’anno, nella ricorrenza del 17 febbraio, si è tenuta la commemorazione del coraggioso domenicano, sul luogo del martirio, a Campo de’ Fiori. Un’occasione per riflettere sul significato della Libertà e ridare forza alle nostre convinzioni.
di Raffaello Savarese