venerdì 16 febbraio 2024
Lover, Stalker, Killer è la storia di un’ossessione mortale. Un docufilm diretto da Sam Hobkinson, visibile dal 9 febbraio su Netflix, che racconta un vero triangolo amoroso finito con un omicidio di primo grado e una condanna a vita dietro le sbarre. Una spirale di minacce, violenza e sopraffazione che trasforma un incontro occasionale in un meccanismo infernale che distrugge per sempre la vita di un meccanico e dei suoi cari. Si tratta di un percorso narrativo insieme sorprendente e inverosimile che assume i contorni di un thriller. Tuttavia, credere (e accettare) in maniera razionale alla storia rappresentata da Hobkinson è alquanto arduo. “Distruggerò le cose a cui tieni”. “La tua vita sarà rovinata”. Da 40 numeri di telefono diversi e da numerosi indirizzi di posta elettronica, tra 18mila mail intimidatorie e più di 50mila messaggi, va in scena la rappresentazione di un incubo reale. Tra falsificazione dell’identità e autentico orrore, Lover, Stalker, Killer, prodotto da Sophie Clayton-Payne per Curious Films, racconta, tra continui ribaltamenti narrativi, la vicenda di Dave Kroupa, un 35enne con un matrimonio alle spalle, desideroso di rifarsi una nuova vita. La storia inizia nel 2012.
L’uomo, dopo essersi trasferito a Omaha, nel Nebraska, si iscrive a un sito di incontri online noto con il nome Plenty of Fish e conosce due single dalla forte personalità: Liz Golyar, una madre di due bambini e amante degli animali; e Cari Farver, una fascinosa figura femminile di cui si innamora immediatamente. Le donne, molto diverse tra loro, aiutano Dave ad abbandonare il suo torpore. Ma l’apparente disputa amorosa diventa presto un gioco di rivalsa, “stalking” e terrore. La banalità del male viene raccontata attraverso la fotografia cupa di Tim Cragg e la musica angosciante di Nick Foster. I riferimenti visivi di Hobkinson non sono cinematografici, ma televisivi. Ricordano Csi e Criminal Minds. Le scene ricreate senza gli attori, ma proponendo i protagonisti stessi del caso, costituiscono un livello supplementare di immedesimazione all’interno di una storia tanto intricata da risultare improbabile. Il docufilm, tra testimonianze e ricostruzione dei momenti decisivi, trova il fil rouge di un racconto drammatico di vita quotidiana. Il ritmo carico di suspense e la grana ruvida delle immagini reali mostrano le caratteristiche intrinseche di un’opera volutamente ibrida.
di Andrea Di Falco