lunedì 12 febbraio 2024
L’Europa (il mondo, l’umanità) dovrebbe, deve salvare il suo aspetto “greco”, umanistico, rinascimentale, insomma: estetico. Le caste e il superuomo sarebbero, sono, per Friedrich Nietzsche, coloro i quali confermano, affermano, il mantenimento greco romano rinascimentale della cultura europea nella civiltà europea, per gli altri valga pure la tecnica. È la democrazia vincolata al piacimento, al consenso del maggior numero, alla vendita per il pubblico generico. Nietzsche teme fino all’orrore questa condiscendenza, fare della vendita l’essenza della società, della vendita secondo il piacimento delle masse, talché l’intera società è rivolta al soddisfacimento delle masse. E i suoi prodotti anche culturali, estetici, si chinano al godimento dei fautori del divertimento, al punto che gli uomini cercano fondamentalmente lo spasso. Anche l’Europa, erede della Grecia, può scadere in questo trabocchetto dell’appagamento condiscendente a misura dell’uomo, che non vuole problemi e cime espressive. Ma poiché la società è inclinata alla vendita e il maggior numero chiede un diversivo e tempo a vuoto il rischio è sicuro. La merce mediocre si imporrà. Merce culturale, intendo. Arte, e non soltanto arte. Urge un rimedio: che gli uomini contrari a tanto suicidio di valori si impongano spietatamente per arginare la svendita al ribasso dell’arte e della cultura e della grandezza umana, della superiorità che non cerca il consenso ma impone una meta.
Dunque, le caste e il superuomo (non si identificano ed è una aporia nella concezione di Nietzsche). È ricorrendo alla volontà di potenza al servizio della potenza non dei molti che viene salvata la civiltà, mediante le caste ed il superuomo. Le caste tramandano la superiorità qualitativa, generazione dopo generazione, quasi una seconda natura. Il superuomo è un “prodotto” del genio naturale con un accrescimento morale che dirò. Nietzsche, differendo da Karl Marx, non paventa o concepisce la lotta di classe del proletariato avverso la borghesia, né della borghesia avverso il proletariato, anzi coglie una complicità nella vendita. La borghesia produce per dare merce, consumo al proletariato. Sono entrambi devoti all’economico, all’utile mercantile. Inoltre, la forma associativa, quel chiamiamo “classi”, possono sconfiggere il singolo. Può accadere l’antinatura, per dire, il singolo superiore abbattuto dai gruppi infimi accomunati. Per fermare questo sovvertimento occorrono appunto il superuomo e le caste, giacché gli associati imporrebbero una società a loro basso valore. Per taluni analisti accadde, accade quel che Nietzsche supponeva, i possenti mezzi di comunicazione vanno incontro al maggior numero e si adeguano a misurazione del maggior numero, scadentissimo. Ma essendo il maggior numero, è il soggetto consumatore. Persino l’arte e la cultura si acconciano a questo soggetto collettivo.
Sembrano temi discussi ma vi sono innovazioni stupefacenti. Innanzi alle altre, il superuomo è concezione marxista. Marx ritiene che abolita la divisione del lavoro, il lavoratore è reso libero dall’automazione. Non più schiavo della manualità sarebbe diventato onnivalente, capace di compiere ogni attività a sua voglia. Una specie di artigianato riproposto dopo lo sviluppo del capitalismo, addirittura: l’estremo sviluppo del capitalismo che sarebbe giunto all’automazione era la base per un nuovo artigianato multiforme, giacché i limitati poteri espressivi di molti uomini non venivano da incapacità naturale ma dall’essere costretti per sopravvivere a svolgere lavoro manuale, liberato dal lavoro manuale con l’automazione e dalla divisione del lavoro tutti, proprio tutti gli uomini sarebbero diventati uomini superiori o superuomini (in Nietzsche differiscono in Marx si identificano). Per Marx è questo il grandioso compito storico del capitalismo, l’uomo liberato dal lavoro manuale mediante l’automazione. Se il sistema produttivo non avrà bisogno di lavoro manuale mediante l’automazione, tutti diverrebbero intellettuali e uomini superiori onnilaterali, per Marx.
È lo scontro epocale tra Marx e Nietzsche. Nietzsche intendeva dare uno scopo, una meta all’uomo poco dotato, invece di illuderlo o immetterlo nelle richieste di una società concepita a misura dei non capaci, renderlo servo, vale a dire servire, essere utile ai grandi scopi dei superuomini, non degli uomini superiori ma dei superuomini, differenti dagli uomini superiori. Il superuomo oltrepassa il bene ed il male, incendia pur di avere il fuoco, l’opera, la civiltà al suo, del superuomo, vertice, mentre l’uomo superiore non raggiunge questa capacità di scavalcare la colpa e la pietà (e lo stesso Nietzsche non le sormontò, impazzì in atto di pietà per un cavallo bastonato). Marx è al di là della compassione, ma affida la spietatezza al processo storici, sarà la tecnologia, l’automazione dei processi produttivi a espellere i lavoratori, addirittura il ceto medio sparirà sotto la dominanza delle concentrazioni, noi diciamo multinazionali. I sistemi produttivi giungeranno all’automazione e l’automazione farà a meno degli operai.
Nel mio libro Marx contro Marx scrivo che se questa concezione è realistica, come può il proletariato dissolto stabilire la dittatura del proletariato? Se mai vi sarebbe una dittatura della borghesia mediante i robot! Ma spingiamo l’automazione: il superuomo futuro sarà il robot con intelligenza artificiale, il superuomo di Marx e Nietzsche è “superato” dal superuomo meccanico, anzi dal superamento dell’uomo o addirittura da un uomo robotizzato con micro organismi e transgenico? Ecco prospettive superomistiche inimmaginate da Marx e da Nietzsche, ma che noi stiamo forgiando. Non dobbiamo, non possiamo ingannarci, tendiamo al superamento dell’uomo con il robot intelligente o alla robotizzazione dell’uomo con innesti di microrganismi o alterazioni geniche. Ed alla laboratorializzazione della Natura. Con una stupefacente risultanza: disoccupazione a milioni e una immensa produzione che gli inoccupati non possono acquistare e i robot non consumano. Oltre la disumanizzazione di persone che pensano non da sé ma per innesti. La realtà, però, è una galassia di contraddizioni e avremo modo di cogliere che il superuomo robotico non è il solo sviluppo nell’Era dell’Automazione e della Transgenesi. Vi sarà una lotta tra superuomo robotico e superuomo umano. Inevitabile. Marx e Nietzsche contro robot. Vedremo.
di Antonio Saccà