lunedì 8 gennaio 2024
La notte dei Golden Globes celebra Oppenheimer. I premi americani che aprono la stagione dei riconoscimenti del cinema hanno confermato le previsioni degli esperti e lasciato qualcuno – inevitabilmente – con l’amaro in bocca. Il colossal del beniamino di Hollywood Cristopher Nolan è stato ampiamente celebrato dalla giuria. Cinque premi per il film sul creatore della bomba atomica, tra cui quello per il miglior film, per la miglior colonna sonora, per la miglior regia, per il miglior attore protagonista a Cillian Murphy e per il miglior attore non protagonista a Robert Downey Jr.
Tra le serie tivù invece, Succession ha fatto la parte del leone. La saga della famiglia Roy si è portata a casa quattro Golden Globe: migliore serie drammatica televisiva, miglior attrice (Sarah Snook), migliore attore (Kieran Culkin) e miglior attore non protagonista (Matthew Macfadyen). The Bear, l’acclamata serie ambientata in un ristorante di Chicago, ha vinto per la seconda volta la statuetta per la miglior serie comedy o musical. Sono stati premiati anche i due interpreti, Jeremy Allen White come miglior attore e Ayo Edebiri come miglior attrice.
A rimanere relativamente a bocca asciutta è stato Barbie, l’ultima fatica della regista Greta Gerwig, che oltre al nuovo premio per il film con i migliori incassi – ha incassato circa 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo – e quello per la miglior canzone – What was I made for? di Billie Eilish e Finneas – è stato scavalcato dai diretti concorrenti. Il Golden Globe alla miglior commedia, che sembrava essere stato ipotecato dalla pellicola sulla bambola più famosa di sempre, è andato sorprendentemente a Poor Things di Yorgos Lanthimos, che aveva già vinto il Leone d’oro a Venezia. Il film del regista greco, tratto dall’omonimo romanzo di formazione del 1992 di Alasdair Gray, ha come protagonista il premio Oscar Emma Stone, che si è aggiudicata il premio per la migliore attrice in una commedia. “Bella si innamora della vita stessa, piuttosto che di una persona. Accetta il bene e il male in egual misura, e questo mi ha fatto davvero guardare la vita in modo diverso”, ha raccontato l’attrice ricevendo il Golden Globe. Lily Gladstone, per la sua interpretazione nel film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon, è stata scelta dalla giuria per il premio come miglior attrice in un film drammatico.
In una serata all’insegna della diversità e dell’inclusione, Io, capitano di Matteo Garrone non è riuscito a sciogliere le riserve della giuria – nonostante la storia del cineasta italiano fosse dedicata alle rotte dei migranti – che ha preferito assegnare il Golden Globe internazionale ad Anatomia di una caduta, il capolavoro della francese Justine Triet, già Palma d’oro al Festival di Cannes. La regista transalpina ha vinto anche il premio per la migliore sceneggiatura originale, che pone la sofisticata pellicola francese tra le favorite per la notte degli Oscar, in programma per l’11 marzo prossimo.
di Zaccaria Trevi