Un affascinante romanzo di fantapolitica

mercoledì 3 gennaio 2024


Diplomatico, insegnante, uomo politico, presidente dell’Internazionale liberale, Salvador de Madariaga tra tante opere storiche scrisse questo libro distopico connotato da un umorismo á tous azimuts, ma, in particolare rivolto alla società inglese del secolo scorso, che conosceva bene, avendo insegnato a Oxford. Immagina di aver trovato e tradotto un romanzo che descrive la civiltà dell’anno 6922, dove l’Europa (e la razza bianca) è scomparsa, primeggia l’Africa e gli Stati – come le società umane – sono dominati dalle donne, mentre gli uomini sono relegati a compiti domestici. Come nota Francesco Ingravalle nella diffusa introduzione, comunque le regolarità delle comunità umane non è cambiata: in particolare l’ordinamento gerarchico delle stesse, l’aspirazione al potere e l’esigenza del sacro (e al mito). E anche i difetti: a cominciare dalla vanità e dall’ipocrisia pubblica e privata. A tale proposito basti leggere (il libro è stato pubblicato quasi un secolo fa) il trattato internazionale che chiude il romanzo: zeppo di passaggi roboanti e commoventi che occultano la realtà di una spartizione tra due Stati “forti” di uno Stato debole. O la relazione sulla letteratura inglese, fatta da una storica secondo la quale più per fantasia e ricerca dell’originalità che della realtà sostiene che la rilegatura – cofanetto di un antologia di poeti inglesi pubblicata dall’Università di Oxford sia opera di un solo autore (anzi autrice), Oxford per l’appunto, che avrebbe scritto da solo gran parte della poesia e della prosa inglese attribuendola ad autori di fantasia come Geoffrey Chaucer, John Milton, William Shakespeare, Rudyard Kipling. Il tutto con una pseudorazionalità che mutatis mutandis anche oggi conosciamo bene.

Il romanzo considera tanti aspetti della vita sociale; dal sacro al profano. Ai primi appartiene il mito fondatore dello Stato di Ebania; la cui prima regina sarebbe discesa dalla Luna alla Terra scivolando sul collo della sacra giraffa, la quale lo aveva allungato fino al satellite scambiandolo per una gigantesca noce di cocco; ai secondi la superiorità della donna sull’uomo, giustificata ad ogni piè sospinto, malgrado l’evidenza che non si tratta di una superiorità biologica, ma di ordinamento sociale.

L’umorismo di Madariaga può apparire (e in effetti spesso è) troppo fine per i palati rozzi. Ad esempio questo mito della discesa sul collo della sacra giraffa appare come una rappresentazione simbolica della costituzione dal cielo del potere sacro e dell’origine celeste dell’autorità. Fatta nell’immaginario di un popolo africano. Sempre ai secondi (il profano) appartengono le regolarità delle comunità umane che pur cambiando razza, sesso, costumi, rimangono per certi aspetti immutato. Così sia le società ove i dominanti sono maschi, ariani sia dove a dominare sono le donne di colore, le “costanti” della lotta per il potere e l’ordinamento gerarchico non mutano. Anche per questo La sacra giraffa rientra tra i migliori libri distopici del secolo scorso, come 1984 di George Orwell e Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Buona lettura.

(*) La sacra giraffa, Una satira politicamente scorretta di Salvador De Madariaga, introduzione di Francesco Ingravalle, Oaks Editrice 2023, 307 pagine, 25 euro


di Teodoro Klitsche de la Grange