Gli insegnamenti dimenticati dell’ostetrica Angélique du Coudray

venerdì 22 dicembre 2023


Angélique-Marguerite Le Boursier du Coudray nasce a Clermont-Ferrand forse nel 1712. La sua vita pubblica presenta alcune zone d’ombra. Si stabilisce a Parigi dove partecipa ad un corso di formazione per levatrici presso l’Hôtel-Dieu (1737-1740). Torna a Thiers in Alvernia nel 1755. 

Si rende conto che la situazione sanitaria nel campo ginecologico è disastrosa sia nelle città che nelle campagne. Con successo si fa spazio nel campo dell’ostetricia totalmente maschile. Nel diciottesimo secolo le conoscenze in campo ginecologico sono scarse. L’anatomia femminile è totalmente sconosciuta. Nella pratica esiste uno scarso interesse al benessere delle donne e ai nuovi nati.

In una riunione di medici tutti uomini, vengono illustrati i benefici di un forcipe appena realizzato. Angélique du Coudray, forte della sua esperienza pluriennale cerca di opporsi energicamente a queste proposte. Denuncia la concorrenza sleale dei medici uomini che occupano l’unico spazio che è veramente femminile. Angélique si rende conto che il mestiere della levatrice è sottostimato. Il famoso Diderot decide che le tecniche utilizzate da Angélique non sono degne di essere registrate nella sua Encyclopédie.  

Con le porte sbarrate dappertutto, lei decide di accettare la proposta del barone di Thiers, che le chiede di abitare in Alvernia con il compito di far uscire dalle caverne la sua regione. Con la sua esperienza riuscirà ad interrompere la sequenza di danni perpetrati dalle infermiere del posto alle donne e ai nascituri.

Angélique inizia subito a lavorare per eliminare la mortalità troppo alta delle madri e dei bambini. Incontra l’immediata resistenza del chirurgo uomo del posto e soprattutto la diffidenza della popolazione nei confronti della donna parigina che si dà troppe arie con la sua volontà di insegnare, lei che non ha nemmeno figli! 

Deve affrontare il feroce ostruzionismo delle donne robuste. Lei non è disposta a cedere di un passo. La sua tenacia le fa ottenere l’incarico di responsabile del reparto di ostetricia dell’Hôtel Dieu di Parigi. Organizza corsi di formazione in ostetricia affermando che è importante migliorare le competenze professionali. Amplia il più possibile la conoscenza della salute del bambino e delle madri. Oggi, il suo nome è totalmente dimenticato.

Va invece ricordato che ha realizzato una totale rivoluzione nelle tecniche del parto. Scrive un manuale e inventa un manichino di tessuto costituito da un utero artificiale e da un manichino di bambino che consente alle ostetriche di allenarsi. Il libro Abrégé de l’art des accouchements è tradotto in molte lingue. Il testo è suddiviso in 38 capitoli che trattano la conformazione degli organi riproduttivi femminili. Descrive le opportune cure prenatali.

È la prima donna al mondo a determinare corsi di istruzione con operatività pratica mediante simulazione. Il suo metodo didattico accresce il livello professionale con l’immediato effetto di far diminuire notevolmente il tasso di mortalità delle nascite e delle puerpere. I risultati positivi e la sua tenacia di ferro riducono al silenzio i suoi nemici e i calunniatori. La sua fama ottiene l’attenzione del re di Francia Luigi XVI che le consegna l’autorizzazione ad insegnare in tutto il regno le sue tecniche assumendo il titolo di “ostetrica del re”. È la prima donna al mondo ad avere un riconoscimento ufficiale reale per l’esercizio della sua professione.

Gira tutta la Francia per 25 anni riuscendo ad insegnare l’arte a cinquemila levatrici e a cinquecento chirurghi di oltre cinquanta città. Le sue idee avevano finalmente spaccato il muro della diffidenza maschile e dei pregiudizi. Nel corso del tempo riceve il sostegno di personaggi importanti, fra i quali il revisore generale Bertin, il banchiere e finanziere Necker e il chirurgo Jean Baseilhac. Si aggiunge il marchese di La Fayette, da lei salvato alla nascita.

La de Coudray riesce ad ottenere un sussidio annuale di ottomila libbre che le assicura una vita agiata. Raccoglie guadagni dalla vendita del suo manuale e dalla sua “macchina” di pezza. Già dal 1775 è vittima di numerosi attacchi di gotta e tende ad ingrassare. Gradualmente trasferisce il suo lavoro a sua nipote Marguerite Guillomance che la segue nei suoi viaggi. Si ritira a Bordeaux nel 1783. Muore intorno agli anni 1790-1794. La data del decesso è incerta.


di Manlio Lo Presti