Restaurata la cupola di Pietro da Cortona alla Chiesa Nuova

mercoledì 20 dicembre 2023


Torna a splendere la Trinità di Pietro da Cortona. A distanza di 130 anni dall’ultimo intervento, l’affresco che adorna la cupola di Santa Maria in Vallicella, conosciuta a Roma come la Chiesa Nuova, donata a metà del 1500 da Gregorio XIII a Filippo Neri come segno di riconoscimento per l’opera di assistenza al pellegrino che svolgeva e dove il santo, ricordato dai romani come “Pippo bbono”, riposa nella sontuosa Cappella posta a sinistra dell’altare. Pietro da Cortona ne affrescò la volta con il Miracolo della Madonna, la cupola con il Trionfo della Trinità e l’abside con l’Assunta e Santi e l’altare maggiore venne impreziosito dalla pala con Angeli in Venerazione della Madonna di Rubens, autore anche delle due tele laterali. Tutte queste opere verranno restaurate ma il primo “miracolo” è stato già compiuto: l’immensa cupola di 300 metri quadrati di Pietro da Cortona è stata completamente riportata a nuova vita dal lavoro della Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro grazie al finanziamento del Fondo Edifici di Culto.

Un lavoro conservativo che è però intervenuto anche sulla correzione degli interventi realizzati nel 1893 quando venne realizzato l’ultimo restauro dell’intera cupola. L’intervento, avvenuto di urgenza dopo che, durante una funzione religiosa, si era staccato un piccolo frammento dell’affresco, ha comportato la posa di una gigantesca impalcatura alta 42 metri. Dal 7 gennaio inizierà a scendere di livelli per proseguire le verifiche e i monitoraggi per il restauro degli altri affreschi della navata centrale, dei laterali e dell’abside. Restauri che interesseranno anche La Madonna dipinta a olio, su tavola di ardesia, la seconda commissione realizzata da Rubens nel suo soggiorno a Roma. Il lavoro fatto sugli affreschi, curato dall’equipe di specialisti coordinata dall’architetta Alessandra Fassio, è stato illustrato oggi ai ministri dell’Interno e della Cultura, Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano. “Il Fec al ministero è qualcosa che rivendichiamo con molta forza, è un aspetto storico che riguarda la tutela della libertà di culto e delle libertà civili”, ha detto il responsabile del Viminale e anche il titolare della Cultura ha ricordando quanto le chiese italiane, “come i nostri musei costituisce uno dei punti cardinali di una geografia identitaria della nazione” anche perché “sono luoghi che costituiscono un unicum nel mondo. La bellezza delle nostre chiese non ha eguali”.

Gli affreschi, che sono stati messi in sicurezza anche con lavori che hanno riguardato la parte esterna della cupola e la posa in loco di sensori idrologici, verranno valorizzati da un impianto di illuminazione scenografica. E “raccontati” anche con dei video che saranno messi a disposizione dei visitatori che potranno così ammirare a distanza ravvicinata i dettagli del dipinto che spicca come un “empireo” visto dalla navata ma i cui dettagli si apprezzano ancora di più nella visione più prossima. Così come gli interventi dei restauratori che hanno “curato” le lunghe ferite dei tratti di affresco crepati, pulito i colori dai depositi di polvere, fumi e cere saliti fin sopra l’altissima cupola. Lavori che testimoniano “in modo esemplare l’azione volta alla conservazione di una storia che appartiene a tutti e che continua a destare meraviglia” ha sottolineato la soprintendente speciale, Daniela Porro.


di Redazione