Visioni. “The Bear”, le due stagioni capolavoro della serie tivù

venerdì 17 novembre 2023


The Bear è una serie tivù di culto che racconta la tensione che si respira nella cucina di un ristorante. Il progetto televisivo creato dall’autore statunitense Christopher Storer, composto da due stagioni, in Italia viene distribuito sulla piattaforma streaming Disney+, visibile nella sezione Star Original. Il protagonista assoluto della storia è l’intenso Jeremy Allen White, premiato quest’anno con un Golden Globe per il Miglior attore in una serie commedia o musicale. L’attore dà il suo volto stropicciato a Carmy Berzatto, un giovane chef stellato che torna nella natia Chicago, per risollevare le sorti della paninoteca The Original Beef of Chicagoland, dopo il suicidio del fratello maggiore Mikey (il magnetico Jon Bernthal). Per Carmy lavorare nel locale di famiglia è l’unico modo di affrontare il trauma. La brigata con cui è costretto a confrontarsi, ma spesso a scontrarsi, è formata dalla giovane sous chef Sydney (la superlativa Ayo Edebiri), Richie (commovente Ebon Moss-Bachrach), che si autodefinisce “un uomo senza qualità”, il pasticcere Marcus (il raffinato Lionel Boyce), la cuoca ostile al cambiamento Tina Marrero (la brava Liza Colón-Zayas), la sorella del protagonista Natalie Berzatto (la delicata Abby Elliott), il bizzarro tuttofare Neil Fak (il divertente Matty Matheson). A margine del ristorante gravita lo “zio” Jimmy “Cicero” Kalinowski (un mellifluo Oliver Platt), tipo losco che vanta un credito enorme sulla famiglia Berzatto.

Fra alti e bassi e numerose sconfitte, alla fine della prima stagione avviene un clamoroso ritrovamento che cambia le sorti dei personaggi. A quel punto, Carmy e Sydney decidono di compiere un salto di qualità, convinti di trasformare The Beef in The Bear, ristorante di classe che ambisce a una Stella Michelin. La seconda stagione è incentrata sulla demolizione e ricostruzione del nuovo locale: l’impianto elettrico è da rifare, le pareti sono piene di muffa, il menù va rinnovato. Lo staff deve essere formato ex novo. Ecco che viene in soccorso la metafora sportiva. Se la prima stagione è stata filmata come se fosse il racconto epico di una battaglia, la seconda si assesta, più prosaicamente, in un racconto dagli echi agonistici. Non a caso viene costantemente citato Leading With the Heart, il libro di Coach K, molto noto negli Stati Uniti. La brigata diventa una squadra, la cucina è un campo da gioco. L’impresa si annuncia disperata sin dall’inizio. Nonostante i nuovi e ingenti capitali, Carmy è costretto a fare i conti con i suoi demoni. Le radici delle sue nevrosi vanno indubbiamente ricercate nella famiglia disfunzionale in cui ha vissuto fino alla giovinezza. Quando Carmy incontra Claire (la sensuale Molly Gordon), l’amore della sua vita, lo chef rimette in discussione ogni cosa. È necessario dedicare una menzione speciale all’episodio numero sei della seconda stagione. Un flashback che racconta un burrascoso Natale di molti anni prima a casa della famiglia Berzatto. In cui, su tutti, svettano le prove dolorose di Jamie Lee Curtis nei panni di Donna Berzatto e Bob Odenkirk che interpreta lo Zio Lee. Insieme a loro, oltre a Jeremy Allen White, Jon Bernthal, Abby Elliott ed Ebon Moss-Bachrach, appaiono in scena anche Sarah Paulson, John Mulaney e Gillian Jacobs. Anche la colonna sonora è memorabile: può vantare i brani superlativi di Counting Crows, Van Morrison, David Bryne, R.E.M, Beach Boys, John Mellencamp, Wilco e John Mayer. E, infine, l’inevitabile Chicago di Sufian Stevens. Con la scrittura realistica e sardonica di Storer (anche regista di alcune puntate), il montaggio serrato di Joanna Naugle e di Adam Epstein, e l’interpretazione superba dell’intero cast, The Bear è una serie tivù capolavoro che affascina sin dal primo episodio, perché racconta la fragilità umana e il mondo del lavoro in modo lucido e sincero. Quanto alle emozioni, la seconda stagione riesce persino a superare la prima.  


di Andrea Di Falco