lunedì 6 novembre 2023
Tra i libri più importanti rivolti a spiegare quale sia l’essenza dell’amore, nella storia della letteratura occupa un posto di primo piano il saggio di Stendhal intitolato Dell’Amore, di cui è disponibile una nuova edizione curata dalla casa editrice Se. Nella parte introduttiva, Stendhal delinea una distinzione concettuale molto puntuale e sottile fra quattro forme di amore: l’amore passione, l’amore capriccio, l’amore di vanità, l’amore fisico. L’amore passione, per esempio, fu quello che si ebbe tra la monaca Eloisa e Abelardo. L’amore capriccio regnava in Francia verso il 1760, la cui caratteristica è l’assenza degli elementi passionali per la loro natura imprevedibili, e in cui un ruolo decisivo lo riveste l’intelligenza. L’amore fisico è legato all’istinto della specie umana e ha un carattere biologico. L’amore di vanità spiega perché la maggioranza degli uomini desidera avere una relazione con una donna alla moda, allo stesso modo in cui si desidera possedere un cavallo per compiacere il proprio orgoglio narcisistico. Tutti gli amori che possiamo osservare, come sono stati rappresentati nelle opere letterarie e musicali, vivono, hanno una durata e muoiono, salvo i casi di quelli che arrivano al sovrumano: il livello dell’amore assoluto. Perché l’amore nasca, è necessario provare l’ammirazione verso la persona desiderata e la speranza di essere corrisposti.
L’amore è avere piacere di guardare, sentire e toccare con tutti i sensi l’oggetto amabile, che si sia agognato in modo esclusivo. Quando queste condizioni si verificano, allora l’amore è nato. In questo caso, per Stendhal, ha luogo la prima forma di cristallizzazione. Per spiegare questo fenomeno derivante dall’innamoramento, Stendhal ricorre alla metafora di un ramo di un albero, sprovvisto delle foglie, annientate dal gelo. Se questo ramo viene abbandonato nelle profondità di una miniera, dopo un po’ di tempo verrà ricoperto di diamanti luccicanti. Alla stessa maniera, l’ammirazione provata verso la persona desiderata, grazie al meccanismo della immaginazione, induce l’innamorato ad adornare di ogni perfezione la propria amante. Ciò che di bello e sublime scorge nella natura e nelle opere estetiche e artistiche, l’innamorato lo proietta verso la propria amante, idealizzandola e trasfigurandola. In un secondo momento, chi è innamorato può avere dei dubbi e temere che la propria passione non sia corrisposta. Per distrarsi, l’innamorato cerca di gettarsi negli altri piaceri della vita, comprendendo molto presto che, in confronto all’amore che ha pervaso la sua anima, non hanno alcun valore. In questi casi, il suo animo è assalito dallo sgomento e dal dolore. Per superarli, avviene la seconda cristallizzazione, che coincide con il consolidamento definitivo della relazione sentimentale tra l’amante e l’innamorata.
Uno dei caratteri che definiscono l’amore, e spiegano perché in confronto alle altre passioni è il più vigoroso e forte, è dato dalla circostanza che l’amore è simile alla febbre, poiché sorge e si spegne senza che la volontà del singolo vi abbia la minima parte. La principale differenza fra l’amore passione e l’amore capriccio dipende dal fatto innegabile che nel caso della prima forma di amore il processo di cristallizzazione non cessa e non si esaurisce mai. Proprio perché, secondo Stendhal, le donne preferiscono la commozione al ragionamento, quando in loro si compie la cristallizzazione nelle due forme descritte dallo scrittore, la vanità e l’onore sono compromessi e le distrazioni divengono più difficili. Spesso l’esperienza della triste realtà ha prodotto una diminuzione della cristallizzazione in alcune donne, tagliando le ali alla immaginazione. Prima che nasca l’amore, la bellezza è necessaria perché è capace di alimentare la passione, che trae origine dalle lodi sperticate rivolte alla persona che si desidera conquistare e avere accanto a sé. Ma cosa è la bellezza? Per Stendhal consiste in una attitudine a darvi e a farvi godere sensazioni, emozioni sublimi e uniche nella loro essenza peculiare. Per la presenza dell’amore e della passione che occupano e dominano il suo animo, l’uomo è portato ad esagerare in meno i propri pregi e in più le minime grazie dell’amata.
Il vero amore, per esempio, era impossibile nella corte di Francia verso il 1780, perché non vi era la condizione della solitudine, per Stendhal fondamentale per rendere possibile il lavorio della cristallizzazione alimentata dalla immaginazione umana. Nei casi in cui l’anima sia oppressa da preoccupazioni legate alla salute, a problemi di denaro, oppure dovute a persecuzioni politiche, soltanto in apparenza l’amore è accresciuto da questi contrattempi. Poiché le preoccupazioni occupano la immaginazione, è inevitabile che il processo di cristallizzazione non possa avere luogo e compiersi. Un grande artista è per la sua abitudine indotto a nutrire la propria anima di sogni commoventi e a provare una avversione profonda per ciò che risulta volgare, sicché è vicino all’amore e alla sua essenza. Per questo, vi è una sostanziale somiglianza tra l’amore per il bello e l’amore per l’altro. L’abitudine all’ascolto della musica e il suo fantasticare predispongono all’amore. Infatti, l’amore ricambiato trova la sua espressione sublime nel duetto tra Armida e Rinaldo nell’opera famosa di Gioacchino Rossini. In questa opera, sono anche rappresentati i dubbi dell’amore tormentato e i momenti di delizia che seguono alle riconciliazioni tra gli innamorati. In particolare, a metà del duetto tra i protagonisti di questa opera, Rinaldo, assalito dai dubbi, vuole fuggire. Un episodio che raffigura in modo stupefacente il contrasto delle passioni umane.
Per Stendhal il matrimonio è la fonte dei vizi peggiori e della più grande infelicità umana, a causa del papismo, visto che, almeno nella sua epoca, proibiva alle ragazze la libertà, prima del matrimonio, e in seguito, qualora si fossero accorte di essersi ingannate, la possibilità del divorzio. Per l’autore di questo straordinario libro, l’amore è un miracolo che avviene laddove la civiltà umana si sia compiutamente sviluppata, mentre presso i popoli barbari si ha solo l’amore fisico. Per spiegare cosa sia l’orgoglio, e la stessa gelosia, nel suo saggio Stendhal evoca la vicenda drammatica e tremenda di Pia dei Tolomei, di cui Dante nel V canto del Purgatorio ha narrato la storia tragica. Paganello Pannocchieschi, detto Nello, geloso di sua moglie, per sottrarla agli sguardi degli altri uomini la costrinse a vivere in Maremma in completa solitudine, una condizione innaturale che portò Pia dei Tolomei a morire, quando ancora era in giovane età. In questo caso, l’eccesso dell’orgoglio porta a quella forma di paranoia che le donne chiamano mancanza di delicatezza. Il vero orgoglio consiste nel riconoscere il valore della persona amata che ispira con naturalezza una grande passione. Da esso discende e trae origine la deliziosa combinazione delle sensazioni e delle emozioni e la nascita dei sentimenti umani.
Nei casi in cui la passione sia contrastata e oppure vi sia per sfortuna un vuoto e una assenza di emozioni e di sentimenti, si ha la forma più disperata di infelicità umana. Stendhal racconta la vicenda del suo amico Salviati, che aveva avuto un ruolo presso la corte imperiale di Napoleone. Per Salviati, che pure aveva scritto molto sulla poetica di Petrarca, e allo stesso modo della riforma di Lutero che alla fine del Medioevo rinnovò su basi migliori il mondo, così l’amore è destinato a rinnovare e a temprare il carattere di una persona. Le confidenze legate all’amore sono bene accolte tra le giovani donne, innamorate della passione sublime che l’amore è capace di generare. La gelosia, poiché conduce al furore, in grado di offuscare la ragione umana, è per il grande scrittore francese un errore ed una aberrazione filosofica. Infatti, il geloso dimentica colpevolmente che in amore gioire è tutto, possedere significa inseguire il nulla. Il puntiglio appartiene all’amore capriccio. Non voglio che il mio antagonista prevalga nel corteggiamento, e sono indotto a prendere il mio antagonista come giudice del mio valore individuale, sicché il puntiglio si configura come un movimento dell’anima dovuto alla vanità umana.
Nel libro l’amore viene considerato in rapporto ai vari Paesi europei: Italia, Francia, Germania, Inghilterra. Nella parte finale vi è la descrizione dell’amore così come è stato rappresentato da Wolfgang Amadeus Mozart nel Don Giovanni e da Johann Wolfgang von Goethe ne I dolori del giovane Werter. L’amore alla Werter apre l’animo a tutte le arti, a tutte le impressioni dolci e romantiche, al sentimento del bello e alla possibilità di sperimentarlo e goderlo. Quello di Don Giovanni è un triste dramma che arriva alla conclusione, con il protagonista che si scaglia, mentre invecchia, contro gli oggetti della propria sazietà. E non contro se stesso, visto che non ha saputo amare con passione. Un grande classico, questo saggio di Stendhal sull’amore, da leggere con attenzione.
(*) Dell’Amore di Stendhal, Se, 384 pagine, 35 euro
di Giuseppe Talarico