Cento anni della Società di Studi fiumani: il francobollo commemorativo

venerdì 6 ottobre 2023


“La Società di Studi fiumani, nata ad agosto del 1923, raccolse esattamente l’eredità della vecchia Deputazione fiumana di Storia Patria, che era stata attiva sin dal 1909. Ne celebriamo il centenario, presentando l’emissione celebrativa del francobollo, a ricordo dei 100 anni di vita della Società e della sua rivista Fiume, emesso da Poste Italiane su autorizzazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso”.

A Palazzo Piacentini, sede del Ministero, lo storico Marino Micich, segretario generale della Società di Studi fiumani (rappresentata, in assenza del presidente Giovanni Stelli, indisposto, anche dal vicepresidente Roberto Serdoz), ha aperto – alla presenza del ministro Urso – la celebrazione ufficiale dei 100 anni di attività dell’associazione.

“Un’attività – ha ricordato Micich – che non s’interruppe neanche negli anni terribili della Seconda guerra mondiale, della successiva repressione e dell’esodo giuliano, istriano e dalmata. Mentre dopo l’esilio dei fiumani dal 1945 in poi (da Fiume partirono ben 38mila italiani, dopo che altri 2.500 erano già morti per le vicende belliche e nella tragedia delle Foibe; solo 3mila circa rimasero e costituiscono l’odierna Comunità degli italiani di Fiume), nel 1960 – all’interno del Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma (dal 1947, come è noto, è la storica area di accoglimento dei profughi giuliani e dalmati nella Capitale) – fu possibile ricostituire formalmente la Società. Società che, nel tempo, ha tutelato la memoria collettiva di queste tragiche vicende, creando il Museo-Archivio storico di Fiume (tuttora presente in via Antonio Cippico, ndr). Già nel 1972, molto prima della legge 92 del 2004, istitutiva del 10 febbraio come Giorno del Ricordo delle Foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle complesse vicende del confine orientale, il ministero della Pubblica istruzione lo definì sito di eccezionale valore storico-artistico”.

Sin da subito, la Società di Studi fiumani ha avuto un approccio alla realtà di quelle terre in un’ottica prettamente culturale – quindi dal punto di vista anche naturalistico, ambientale, antropico – e non politico (nonostante le sollecitazioni da parte del regime fascista). Dal 1989, crollati i muri dell’Est europeo, ha precisato ancora Micich, la Società ha agito specialmente per riprendere il dialogo culturale con tutte quelle terre, e anzitutto con le città d’origine degli esuli istriani, giuliani e dalmati. Quindi con il Comune di Rijeka-Fiume e con il Governo croato.

“Un risultato importante è stato rappresentato dalla pubblicazione, già nel 2002, di un volume, edito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, sulle vittime italiane della repressione comunista a Fiume, frutto di una ricerca congiunta, condotta da noi e dall’Istituto croato di studi di Zagabria. Abbiamo, poi, rapporti stretti con l’Associazione Fiumani italiani nel mondo (già Libero Comune di Fiume in esilio), di cui ora è presidente Franco Papetti, mentre il vicepresidente è Andor Brakus. Voglio ricordare, infine, che proprio grazie alla Società di Studi fiumani è stato possibile individuare nel 2018, a Castua/Kastav, i resti di Riccardo Gigante (1891-1945), politico, imprenditore, storico e giornalista nel solco dell’irredentismo novecentesco, sindaco di Fiume durante l’impresa dannunziana, poi podestà cittadino e, in ultimo, governatore della Provincia durante la Rsi, fucilato dai titini nel maggio del 1945. Resti poi tumulati solennemente, grazie a un accordo italo-croato, nel febbraio del 2020 al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, esattamente al Mausoleo monumentale nei giardini della villa. È stato, con forte partecipazione popolare, un sincero omaggio non al nazionalismo, ma all’amor patrio e al senso dell’identità italiana”.

Dopo Micich ha preso la parola Federico Eichberg, capo di Gabinetto del Ministero; mentre la sottosegretaria Fausta Bergamotto, ricordando che il Dicastero ha anche la delega per la filatelia, ha ringraziato Carlo Giovanardi, membro della Consulta filatelica, l’organismo che ha proposto l’emissione del francobollo celebrativo dei primi 100 anni della Società di Studi fiumani, Roberta Catania, sua stretta collaboratrice, e Giovanni Machetti, responsabile della Direzione Filatelia di Poste italiane. Giovanardi ha ricordato Guido Brazzoduro, scomparso nell’agosto scorso, predecessore di Franco Papetti alla presidenza dell’Associazione Fiumani italiani nel mondo, e Lucio Toth (1934-2017), senatore, dal 1992 al 2013 presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Dopo aver citato la recente mostra itinerante sulla storia postale di Fiume come esempio della capacità di Poste Italiane di documentare puntualmente, attraverso i francobolli, anche i periodi assai lunghi della storia nazionale, ha precisato che a Fiume (dove adesso ci sono tra i 5 e i 6mila italiani), c’è stato, negli ultimi anni, un ritorno della toponomastica pure nella nostra lingua. Roberto Menia, vicepresidente della terza Commissione permanente (Affari esteri e Difesa) del Senato, già primo firmatario, nel 2004, della legge 92 sulla Giornata del Ricordo – per far capire quanto i tempi, pur lentamente, stiano cambiando, rispetto al passato anche recente – ha ricordato che ad esempio, nella toponomastica di Budapest, oggi figura singolarmente una Piazza Fiume.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha precisato che questo nuovo francobollo, con speciale annullo postale del primo giorno, è strettamente inserito nel Piano nazionale per la filatelia: ricorderà storia, memoria e peculiarità del nostro Paese, con riferimento anche alla cultura e alle attività produttive.

Erano presenti, infine, Paolo Palminteri e Renato Cianfarani, funzionari del Ministero degli Esteri che hanno ricoperto l’incarico di consoli generali proprio a Fiume.


di Fabrizio Federici