Visioni. “Vita da Carlo”: delude la seconda stagione della serie tivù

venerdì 6 ottobre 2023


Vita da Carlo è un interessante e incompiuto esperimento narrativo firmato dal cineasta romano. La seconda stagione della serie tivù creata da Carlo Verdone è visibile in streaming su Paramount+ dallo scorso 15 settembre. Il progetto, in dieci episodi, presenta una struttura narrativa più solida della prima stagione (programmata su Prime Video), ma diverte meno e lascia poco spazio all’approfondimento psicologico dei personaggi secondari. Il tono della serie è chiaramente malinconico. La sceneggiatura, nella prima stagione, è curata dallo stesso Verdone insieme a Nicola Guaglianone e Menotti. Nella seconda stagione, l’autore scrive con Pasquale Plastino, Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni. La regia è opera di Verdone e Valerio Vestoso. Nella prima stagione, l’attore si ritrova coinvolto nell’improbabile corsa per l’elezione a sindaco di Roma. Nella seconda, decide di lavorare alla trasposizione cinematografica di un suo racconto, Maria Effe. Una storia d’amore del Carlo ventenne con una prostituta.  

Con un obiettivo: dirigere, finalmente, un film d’autore. Ma l’attore non può dedicarsi totalmente al nuovo progetto perché è distratto dalle vicende familiari. La figlia Maddalena (una credibile Caterina De Angelis) è incinta, il suo ex fidanzato Chicco (un simpatico e stralunato Antonio Bannò) cerca in tutti i modi di riconquistarla, il figlio di Carlo, Giovanni (un evanescente Filippo Contri), è l’avvocato difensore di un commerciante che si rifiuta di pagare il pizzo a un boss mafioso di Ostia, l’ex moglie Sandra (una sicura Monica Guerritore) è stata abbandonata dal compagno, la domestica Annamaria (una perfetta Maria Paiato) si innamora del vicino, un generale in pensione. Sul fronte lavorativo, Carlo è costantemente vessato dallo sguaiato produttore Ovidio (un ossessivo Stefano Ambrogi). L’attore Fabio (un autoironico Fabio Traversa) tormenta Verdone per ottenere una parte nel suo nuovo film. L’amico Max (Max Tortora, il migliore del gruppo d’interpreti), impegnato in una relazione instabile con la moglie Ivana (la querula e invadente Claudia Potenza), è a caccia di un ruolo in una produzione Oltreoceano.

I due attori protagonisti del film nel film, Ludovica Martino e il cantante Sangiovanni risultano, sin dalla prima apparizione, monocordi e fuori parte. L’unico personaggio che cerca di alleviare le ansie e le preoccupazioni del protagonista è Sofia (una tenera Stefania Rocca), narratrice e disegnatrice di storie per bambini. Una donna stravagante e sensuale che suscita in Carlo un sentimento di amore gentile. Verdone è un maestro riconosciuto della commedia, eppure la seconda stagione della sua serie televisiva accusa un’evidente mancanza di ritmo, di battute, di situazioni comiche. La scena s’illumina solo quando appare l’irresistibile Tortora. Per il resto, il regista è prigioniero delle sue frustrazioni più note: l’ipocondria, l’infastidita ed esibita generosità verso il prossimo, la mancanza di serenità.

Purtroppo, la seconda stagione di Vita da Carlo fatica a trovare una riuscita dimensione narrativa. In certi momenti, l’andamento è rassicurante, placido. In altri frangenti, irrompe una disturbante volgarità. Ma quel che più conta in una commedia è la risata. E nella serie, a parte gli exploit del già citato Tortora, la risata  arriva di rado. Per trovare la formula magica del successo, non basta rievocare i fasti di un tempo, attraverso la partecipazione nostalgica di Christian De Sica e Claudia Gerini o dare spazio a incursioni innecessarie come quelle di Maria De Filippi, Gabriele Muccino e persino di Zlatan Ibrahimovic. Stavolta, Verdone, che resta uno dei migliori autori comici della sua generazione, avrebbe dovuto osare di più. Magari provando a realizzare veramente Maria Effe. Un’idea rivoluzionaria che avrebbe determinato una svolta coraggiosa nella filmografia verdoniana.


di Andrea Di Falco