martedì 3 ottobre 2023
Daniela Pozone ha scritto un libro breve. Un gioiello di concisione che riesce a trattare con esperienza maturata sul campo argomenti distribuiti in diciannove capitoli su un totale di oltre cento pagine. Il volume ha il merito di coprire uno spazio in ombra che è la gestione di un cane in età avanzata. Lo stile è rigoroso e confidenziale. Anche coloro che hanno i cani o li hanno avuti nel corso degli anni hanno molto da imparare scorrendo queste pagine quasi tutte scritte con uno stile leggero ma non superficiale. Il libro si rivolge a coloro che hanno cani con più di otto anni. Una fascia d’età che l’autrice cataloga come “anziani”.
In moltissimi punti del suo libro non si stanca di ribadire che i cani continuano ad amare i propri padroni e a conservare intatte tutte le emozioni. Viene evidenziato con chiarezza che si riducono le capacità motorie in varia misura legate allo stato di salute e al carattere. In tutto il libro viene fuori una qualità comportamentale che non deve mai venire meno: il rispetto per il proprio cane. Rispetto per la sua specificità, per i suoi comportamenti, per la sua essenza, anche per la sua età avanzata.
Non è un concetto banale e l’autrice lo ripete in vari modi nella narrazione del testo. Uomini e cani sono complementari da millenni.
Invece, il fenomeno della “bambinizzazione” degli animali domestici produce danni sia ai padroni che soprattutto ai cani. Gli animali domestici in genere sono affogati in una melassa comportamentale che rasenta più la possessione che l’amore sano e generoso costruito sulla salvaguardia della specificità esistenziale del cane. Sui cani vengono riversate ansie e atteggiamenti materni umani che non sempre sono positivi, con aspetti sovente ridicoli. Non sorprende che stanno aumentando vertiginosamente gli animali nevrotici. È invece necessario comprendere e rispettare la “caninità” del proprio adorato quadrupede, le sue esigenze e il suo abito mentale. Insomma, è necessario avere capacità di immedesimazione che rende il rapporto impegnativo e – come dice l’autrice – costoso in termini di spese e di tempo – e divertente. Questo libro interessante ci fornisce gli strumenti e ci suggerisce i comportamenti migliori per evitare questa dannosa traslazione. Ad inizio della narrazione l’autrice non esita a citare la determinante presenza dei veterinari dai quali riceve continuamente consigli. Esorta i padroni a contattarli con frequenza ma senza ossessioni. Con equilibrio.
Il testo comprende 19 capitoli con un proprio tema. Il primo argomento è quello dell’alimentazione e della cura dei denti, poi ci racconta nel secondo come giocarci e portarlo a passeggio. Nel quinto enfatizza la necessità che il cane si senta utile anche in età avanzata, senza emarginarlo e farlo sentire un vero componente della famiglia. Il tredicesimo affronta un tema che non sembra canino: la vergogna. Mentre la gelosia è ben nota. I cani vivono sentimenti profondi, e la vergogna di non avere l’agilità di un tempo li fa sentire impacciati provocando talvolta sbalzi d’umore. Il diciottesimo tratta con abile penna il momento “dell’ultimo saluto”. Anche a fine esistenza il proprio cane merita rispetto, affetto e tenerezza come minimo ringraziamento per la gioia e la giocosa intelligenza che ci ha donato durante la sua vita.
L’essenza dell’interessante testo è contenuta nel capitolo diciannovesimo: Vivere il cane e vivere con un cane. “Sono angeli con la coda che ci proteggono e ci amano senza chiedere nulla in cambio (pag. 92). La loro felicità è contagiosa. Da tenere a mente la riflessione “Imparate a vivere il vostro cane e non a vivere con un cane. C’è una bella differenza” (pag. 93).
Per il resto, buona lettura.
(*) Baffi d'argento. Manuale per migliorare la vecchiaia dei cani, Mursia, 2023, pagine 108, 12 euro.
di Manlio Lo Presti