La vita e l’opera letteraria di Calvino raccontate da Scarpa

giovedì 28 settembre 2023


Il libro di Domenico Scarpa, critico letterario e docente universitario, intitolato Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore, edito dalla casa editrice Hoepli, sorprende il lettore poiché è una biografia intellettuale di uno dei maggiori intellettuali del Novecento, Italo Calvino, di cui propone una nuova interpretazione delle sue diverse opere letterarie, e una felice sintesi delle idee che hanno dominato la cultura della seconda metà del Novecento. Come in più parti di questo libro vasto e appassionante Domenico Scarpa osserva, Calvino si è sforzato di comporre opere sempre diverse l’una dall’altra tenendo presente il metodo conoscitivo della realtà – che la letteratura rende possibile – prediletto da Stendhal, lo scrittore francese da lui amato e venerato. Entrambi i genitori di Calvino erano studiosi di botanica, e hanno avuto un ruolo decisivo nello sviluppo della città di Sanremo. Il giovane Calvino ricerca un altrove per sfuggire al clima soffocante della sua città nella letteratura durante gli anni della prima giovinezza, e lo trova grazie alle letture di America di Kafka, e dei racconti di Cechov e Maupassant. Con i primi film visti al cinema, Calvino comprende e definisce le sue idee in campo estetico e inizia a comporre i primi apologhi e racconti letterari.

Le prime passioni letterarie di Calvino si possono cogliere indicando quattro sostantivi: avventura, energia, esotismo e mistero. In questo periodo legge il libro di Arthur Eddington, L’universo in espansione, pervenendo alla convinzione, come emerge dai primi suoi racconti letterari, che l’uomo agisce per conferire un senso al suo destino, ma il cosmo gli appare privo di senso e di una finalità intellegibile. L’esperienza maturata sul piano umano e intellettuale negli anni della Guerra civile che divise in modo lacerante gli italiani dal 1943 al 1945 fu fondamentale per Calvino, poiché gli permise di dare risposte attendibili sulla sua identità. Il sentiero dei nidi di ragno è il suo primo libro, in cui colpisce la voce narrante che pone tra sé e i fatti rappresentati un’intercapedine e una distanza facendoli scorrere attimo per attimo di fronte allo sguardo del lettore, grazie alla circostanza che la cifra distintiva dell’io narrante è basata su di tono meditativo, alcune volte vivace ed in altre circostanze triste. Nel libro le scelte, le debolezze, le energie e le emozioni degli uomini coinvolti nel conflitto civile influenzano lo sviluppo della storia umana.

Nella raccolta dei racconti Ultimo viene il corvo vi è una raccolta di incipit ed incominciamenti, con immagini del paesaggio di Sanremo, della giovinezza, della resistenza. Calvino, che dopo la lettura dei saggi di György Lukács sulla critica letteraria ha compreso di non potere aderire al realismo socialista, predilige la discontinuità, la stilizzazione, e la trasmutabilità. Questo spiega la genesi del libro Il visconte dimezzato, e la sua idea poetica che presuppone ed implica un rapporto con il mondo che passa attraverso il genere fantastico e il potere visionario della immaginazione. Nel Visconte dimezzato Medardo di Terralba va alla guerra contro i turchi e una palla di cannone lo centra in pieno. Se ne salva solo una metà. Il Medardo dimezzato è una metafora poetica e intellettuale che comporta l’elogio dell’incompletezza e la descrizione di ciò che è per sua natura incompiuto. In questo libro, è evidente che Calvino sia stato influenzato da Robert Louis Stevenson e dai maestri della pittura del Nord Europa, quali Grunewald e Brueghel.

Nel 1956 si verifica in Polonia la Rivolta di Poznań, in seguito alla quale ha inizio la ribellione di massa a Budapest contro il regime comunista. Calvino, con altri intellettuali, firma un appello in favore di quanti hanno promosso la rivolta in Ungheria. L’appello non verrà pubblicato sulla stampa di partito, e visto che il Partito comunista italiano non comprende le ragioni dei rivoltosi in Ungheria, Italo Calvino, come altri autorevoli esponenti del mondo culturale italiano, si dimette e abbandona la militanza di sinistra. In questo periodo Calvino scrive un suo libro, Il barone rampante, in cui il protagonista, Cosimo Piovasco di Rondò, si rifugia su di un albero, da cui contempla la società del suo tempo, il Settecento, in cui avviene la Rivoluzione francese e nota acutamente che nel nostro Paese, pur essendoci le cause, non avvengono i grandi avvenimenti, mentre sovente si producono solo i loro effetti con enorme ritardo. Per Leonardo Sciascia, che recensisce questo libro, Calvino dimostra di essere coerente, di avere uno stile fantastico basato sulla memoria storica, di lasciar intravvedere una morale implicita e come disciolta dentro l’invenzione fantastica. Per Calvino, le grandi spiegazioni del mondo sono sempre avvenute grazie alla favole e alle utopie e alle invenzioni più estreme.

Nella Speculazione edilizia, un altro racconto di questo periodo, il protagonista del libro, Quinto Anfossi, pur di inseguire i suoi interessi personali, se ne infischia della speculazione edilizia che sta devastando e mettendo a morte la vecchia Sanremo. La Speculazione edilizia è un racconto di imposture e travestimenti, in cui Quinto Anfossi è destinato alla sconfitta, poiché per essere in sintonia con i tempi, in cui trionfano i palazzinari come Caisotti, bisogna avallare le brutture, le opacità morali e le contraddizioni incomponibili della società degli anni del miracolo economico. Il cavaliere inesistente, una figura con l’armatura esteriore a cui corrisponde il vuoto interiore, il cui nome è Agilulfo, così come il suo scudiero, sono già delle funzioni narrative e delle idee in movimento. Per Domenico Scarpa in questo libro vi è una felice e mirabile fusione tra il saggio e la narrazione. In questi anni Calvino inizia il suo lavoro fecondo nella casa editrice Einaudi, e avrà la possibilità di conoscere e frequentare autori di grande valore letterario ed intellettuale come Elio Vittorini e Cesare Pavese. Nel libro è indimenticabile e molto profondo il paragone che viene stabilito tra il libro di Primo Levi, Se questo è un uomo e La giornata d’uno scrutatore di Italo Calvino.

Nel campo di sterminio nazista in cui è internato, Primo Levi è un prigioniero ebreo senza privilegi, ma la forte curiosità per gli esseri umani lo porta e lo induce a descrivere, a interrogare ed indagare le cause dell’orrore di cui è testimone. Nella Giornata d’ uno scrutatore, Amerigo Ormea, che si trova nell’istituto Cottolengo di Torino, cerca di tenere un atteggiamento simile a quello di Primo Levi, tuttavia presto si sente perduto e smarrito, e alla presenza delle imperfezioni umane, ha la netta sensazione di essere ingoiato e annientato da un luogo che gli pare assurdo, grottesco e fonte di disperazione e infelicità. La realtà dolorosa del Cottolengo provoca una crisi di identità in Amerigo Ormea, che non ha la corazza etica, politica e culturale che proteggeva il Cavaliere inesistente Agilulfo. Con i racconti di Marcovaldo, Calvino sperimenta una nuova forma di rappresentazione della vita di città mediante il procedimento letterario dello straniamento, che implica una nuova angolazione poetica con cui descrivere la società, i rapporti umani, e la differenza tra campagna e vita della città. Giorgio De Santillana, uomo di scienza, tenne una conferenza a cui fu presente e che seguì Italo Calvino.

Le idee e le immagini di questo scienziato permisero a Calvino di guardare e contemplare il mondo come se fosse la prima volta. La scienza con il suo linguaggio preciso ed esatto fornisce a Calvino nuove immagini e soluzioni narrative con cui scrivere un nuovo libro, Le cosmicomiche. La natura, secondo la fisica classica di Galileo e Newton, è impassibile, esatta, calcolabile e reversibile. Per Werner Karl Heisenberg, esponente della fisica contemporanea, la natura è ambigua, problematica e indeterminata. Il protagonista delle Cosmicomiche, racconta e descrive l’origine della universo, secondo la ipotesi del Big Bang, la nascita della vita e spiega la legge fisica della entropia. Italo Calvino con questo libro ha inteso realizzare una sorta di poema del mondo secondo i modelli di Lucrezio e di Plinio il vecchio. Negli anni in cui abita a Parigi, Calvino, che scoprirà la antropologia culturale, lo strutturalismo di Lévi-Strauss e Roland Barthes e la semiotica, si distacca dallo storicismo, dopo avere elaborato le delusioni politiche, e inizia un dialogo intellettuale con scrittori quali George Perec e Raymond Queneau.

Bello e notevole il saggio di Domenico Scarpa sul libro di Calvino Se una notte d’inverno un viaggiatore. In questo libro il lettore, angosciato, cerca nelle opere letterarie un ordine e una ragione di vita. La lettrice, che compare nella sua vita, riesce a sottrarlo al potere della finzione e della immaginazione e a ricondurlo alla realtà della vita, facendogli comprendere che è l’amore il ponte che bisogna gettare tra la vita, la morte ed il mistero dell’universo. Questo libro è dato dalla fusione di dieci racconti che rimangono incompiuti. La forma dell’opera letteraria, secondo Italo Calvino pone un argine alla disarmonia presente ed inscritta nell’universo. Sono belle e notevoli le interpretazioni proposte da Dominico Scarpa degli altri libri di Calvino, Il castello dei destini incrociati, Le città invisibili, Palomar, Lezioni americane. Un libro, questo di Domenico Scarpa, che gronda erudizione e sapienza interpretativa.

(*) Calvino fa la conchiglia. La costruzione di uno scrittore di Domenico Scarpa, Hoepli 2023, 864 pagine, 30 euro


di Giuseppe Talarico