Visioni. “Babylon”, una lunga, vitale e delirante sequenza di montaggio

venerdì 22 settembre 2023


Babylon è un amabile film sbagliato. Scritto e diretto da Damien Chazelle, dopo l’insuccesso nelle sale americane e la parziale riuscita in quelle europee, approda sulle piattaforme in streaming. In Italia è visibile su Paramount +. Il lungometraggio è un delirante caleidoscopio che omaggia le origini avventurose del cinema dei primordi. Nel 1926 a Hollywood, durante una folle festa, si incontrano l’aspirante attrice Nellie LaRoy (una spudorata e sensuale Margot Robbie), bella e scatenata e il messicano Manny Torres (un magnetico Diego Calva), riflessivo e pragmatico tuttofare, che lavora come aiutante alla casa di produzione Keystone. Dopo la morte per overdose di un’attrice, Nellie ha l’occasione di recitare in un film. Manny, perdutamente innamorato della giovane, cerca di proteggerla dagli infiniti eccessi. Frattanto, il ragazzo diventa amico dell’attore in declino Jack Conrad (un sardonico Brad Pitt). Sullo sfondo emerge anche la storia del musicista afroamericano Sidney Palmer (un raffinato Jovan Adepo), che rifiuta giustamente di scurirsi la faccia per compiacere il pubblico.

La Hollywood raccontata dal regista è un’assolata e caotica città del cinema dedita esclusivamente al piacere e alla celebrità. L’opera, di oltre tre ore, è una lunga, vitale e delirante sequenza di montaggio, piaciuta poco perché non presenta un andamento narrativo canonico. Babylon, snobbato agli Oscar nonostante le tre candidature (Miglior colonna sonora, Migliore scenografia, Migliori costumi), racconta la storia dei quattro protagonisti, senza approfondire le loro dinamiche e i loro conflitti. Eppure, nonostante, gli evidenti difetti, il film colpisce per la presuntuosa e insieme appassionata dichiarazione d’amore al cinema degli anni Venti. Ogni sequenza è volutamente sopra le righe. Eccessiva, disperata, ridondante. Un racconto corale adrenalinico dal ritmo forsennato che riesce, comunque, a coinvolgere, persino ad avvincere. Chazelle mette in scena un’opera coraggiosa che contempla il fallimento. L’origine del cinema per il regista è paragonabile all’inizio della vicenda umana. Un chiaro omaggio psichedelico al kubrickiano 2001: Odissea nello spazio. Tra feste orgiastiche, compiaciute perversioni e disinibita sessualità, Babylon mostra il passaggio tra il cinema muto e l’avvento del sonoro, che datato 6 ottobre 1927, coincide con l’uscita negli Stati Uniti del Cantante di jazz, diretto da Alan Crosland e interpretato da Al Jolson


di Andrea Di Falco