giovedì 21 settembre 2023
Tra i film precedenti girati da Ira Sachs figura I toni dell’amore – Love is strange. Un film delicato, sulla storia d’amore tra omosessuali ormai anziani, costretti a vendere la casa e a stabilirsi provvisoriamente in quelle di loro amici etero, con famiglia, cui il regista non risparmiava dure critiche, molto poco velate. La parola d’ordine di quel film era: le coppie omosessuali sono migliori di quelle eterosessuali, ancora peggio se con figli e/o famiglie. Nel film, infatti, la coppia dei due uomini omosessuali – uno interpretato dall’attore Alfred Molina in maniera magistrale – faceva quello che voleva, quando voleva e come voleva, mentre le famiglie delle coppie eterosessuali annaspavano – anzi annegavano, malmesse – in vite scomode e sgradevoli tra sentimenti pessimi, sempre arrabbiati e nel caos. Tutta luce quindi per gli omosessuali, e buio pesto per gli eterosessuali.
Ora Ira Sachs ha “sfornato” un film in cui si interroga sulla omosessualità di coppia è in definitiva vira tutto all’opposto. Nel film Passages, infatti, un omosessuale della coppia – Thomas (Franz Rogowski) e Martin (Ben Whishaw) – regista il primo e architetto-disegnatore il secondo, dismette la propria omosessualità all’incontro con la bella Agathe (Adèle Exarchopoulos), con cui Thomas va a vivere concependo un figlio. Il seguito della trama prevede l’incertezza, i dubbi, i pensamenti e soprattutto i ripensamenti del “fedrifrago”, il suo primo secondo terzo ritorno e il rifiuto, prima incerto poi apparentemente definitivo del disegnatore – nel frattempo già impegnato in una nuova relazione con uno scrittore. La storia e i “passaggi” sembrano fermarsi quando uno – il regista – prospetta all’altro – l’architetto-disegnatore – di avere il figlio (di Agathe) che tanto avrebbero voluto e non potevano avere. Agathe, tuttavia, bella insegnante di scuola elementare, ha capito l’antifona o, come si dice, “mangiato la foglia”, e provvede lei sulla sua pelle a ristabilire le priorità dicendo loro chiaramente di non sentirsela di rimanere schiacciata tra loro due, che l’avrebbero “fatta fuori”, esclusa dal suo stesso figlio e dall’incerto ménage con Thomas. La coppia omosessuale si lascia, ciascuno per conto proprio.
Bellissime le brevi scene con i genitori borghesi di Agathe, due persone educate – un uomo e una donna – alle prese con un genero in canottiera sadomaso che si presenta seminudo e che, bofonchiando (il personaggio parla con la bocca storta), si impunta e dà fuori di matto dicendo di non volerli vedere, andandosene. Due persone educate alle prese, per il bene della figlia, con un maleducato esaltato. Belle le facce attonite dei futuri mancati suoceri che si chiedono dove mai abbiano sbagliato, avendo al contrario tutte le ragioni del mondo di chiedere ed assicurarsi il bene della figlia e del nipote. Il film è ambientato a Parigi, in una Francia in cui la confusione è totale, non solo dei ruoli.
di Guia Mocenigo