giovedì 14 settembre 2023
Morire di stregoneria? Possibile ma non verosimile, quando le porte rimangono chiuse a chiave ma la comunicazione con le anime defunte è affidata a una medium di assai dubbia reputazione. Allora, ecco lì per l’occasione apparire sul luogo dei delitti passati e futuri un Hercule Poirot in quiescenza, ma non troppo, che riscopre i suoi anni sempreverdi pur nel buio catacombale di un nobile palazzo veneziano, di cui è proprietaria l’ennesima dama squattrinata, che si fa aiutare da una giallista dall’ispirazione ormai sterile e, quindi, a caccia di emozioni forti.
Da oggi, esce nelle sale italiane il film Assassinio a Venezia (tratto da Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie), diretto da Kenneth Branagh, che interpreta lo stesso Poirot, con Kelly Reilly nella parte di Rowena Drake, cantante lirica e proprietaria del palazzo. Riccardo Scamarcio, guardia del corpo di Poirot, è tra gli altri interpreti principali di un cast sempre brillante e all’altezza dei ruoli assegnati.
Tante voci bambine che riecheggiano nelle stanze vuote del palazzo, richiamando una tragedia lontana che riguarda la morte della giovane figlia di Rowena, Alicia Drake, trovata senza vita in circostanze misteriose per essere caduta nel rio sottostante precipitando dal balcone della sua stanza. Ed è proprio per comunicare con lei che Rowena convoca la medium Joyce Reynold (interpretata da Michelle Yeoh) estendendo l’invito alla giallista Ariadne Oliver (Tina Fey) che intende smascherare la sensitiva avvalendosi dell’infallibile fiuto di Poirot.
Viene invitato anche l’ex fidanzato di Alicia, Maxime Gerard (Kyle Allen) e sono presenti nel palazzo il tormentato e controverso medico di famiglia Leslie Ferrier (Jamie Dornan) e il suo figlio prodigio Leo (Jude Hill). Completano l’allegra compagnia la governante Olga Seminoff (Camille Cottin) e due assistenti personali della medium Joyce.
Il quadro è pronto per essere inserito in uno scenario da incubo, sotto una pioggia battente che crea un’atmosfera di suspense e allaga furiosamente le calli, dopo che gli ambienti tetri e chiusi del palazzo si sono svuotati dalla presenza di numerosi bambini, che hanno scelto di passare una notte da brivido tra quelle vecchie mura. Porte che sbattono misteriosamente, imponenti lampadari che rovinano sul pavimento appena dopo qualche battuta scettica sullo spiritismo, e voci che si rincorrono nei vari piani del tetro e perennemente buio edificio veneziano e perfino nel misterioso sottosuolo.
Allora, in definitiva, crederà Poirot alle sue stesse visioni o rimetterà tutto alle abilità non scoperte dei tre imbroglioni, la Joyce e i suoi due assistenti, presenti sulla scena?
Prima però accadono in sequenza inspiegabili ben due assassini: il primo riguarda proprio la medium che cade da un bastione e rimane trafitta dalle sporgenze di metallo che la uccidono sul colpo. Mentre successivamente il medico di famiglia, Ferrier, viene ritrovato assassinato in una stanza chiusa la cui chiave è stata consegnata a Poirot personalmente da Rowena affinché l’investigatore la conservasse.
Su tutto il complesso veglia un bambino vestito da gentleman, apparentemente inquietante e già abbondantemente adulto, che sembra avere informazioni che gli altri non possiedono, offrendosi di aiutare spontaneamente Ercule, rimasto solo a svolgere l’inchiesta dopo aver rifiutato l’intervento della polizia.
Certo, la complessità della trama è pur quella di inserire nella stessa tela di ragno di qualche vedova nera tre vittime, la cui sorte comune sembra però essere slegata da qualsiasi nesso razionale. A meno che voi non siate Poirot e vi facciate aiutare da un prodigioso intuito, che non si scompone minimamente al susseguirsi di eventi paranormali. Ma se è vero che nell’animo umano si nascondono sentimenti ben più arcani di quelli simulati o presunti, rimane in sospeso anche in questo caso il mistero delle anime e il loro potere di guida su chi rimane e che, in qualche modo, ha avuto con loro legami terreni al tempo in cui erano in vita.
Che cosa fa muovere il Regno del Male? I veleni, i ricatti, l’odio, la sete di denaro e altri demoni che tutti noi ben conosciamo. Difficile dire, prima del finale a sorpresa del film, quale combinazione di questi diavoli rappresenti lo strumento prediletto per portare a compimento la strage degli innocenti, di cui il talentuoso Poirot offrirà ai suoi affezionati spettatori la chiave ultima per l’individuazione del responsabile.
di Maurizio Bonanni