giovedì 14 settembre 2023
Plinio il vecchio, nel suo “Naturalis historia”, nel 70 d.C., ha scritto che “secondo la tradizione babilonese (terzo-secondo millennio prima di Gesù) i terremoti sono generati dalle congiunzioni (congruentium) e quadrature del Sole con Saturno, Marte e Giove rispetto alla Terra”.
All’inizio del Novecento del secolo scorso Raffaele Bendandi ha ripreso le correlazioni tra le posizioni dei pianeti e i terremoti con uno studio sulla “risultante delle forze”.
Esiste una sequenza astronomica ciclica, regolare, ripetitiva alla base della stretta correlazione della posizione di determinati astri e l’innesco sismico. Gli astri, come hanno insegnato le leggi di spostamento delle masse di Keplero e le leggi di gravitazione universale di Newton, determinano, con il loro movimento, interazioni delle masse planetarie. Si pensi alla ciclicità delle evoluzioni della Luna che si riposiziona dove si era mossa dopo uno specifico e dato periodo di tempo di diciotto anni e mezzo, e la sua rivoluzione intorno alla Terra ogni ventisette giorni. Tali movimenti determinano sollecitazioni che si ripetono. Lo stesso vale per il Sole che ha un ciclo undecennale con l’incremento ciclico e ripetuto del vento solare e conseguente forza riflessa delle maree sulla Terra.
L’innesco sismico si “attiva” dall’azione delle maree in presenza e tramite la forza della Luna nelle precise fasi crescente (primo quarto) e di Luna piena.
La correlazione o legame tra i pianeti innesca i sismi stanti la determinata posizione fisica e collocazione specifiche dei pianeti. Si è constatato che non è la maggiore o minore forza delle masse che “tira” a determinare il maggiore o minore “tiraggio” della superficie terrestre. Le fratture ed i moti (della Terra) si verificano tramite ed a causa della forza degli astri, ed in particolare dei tre astri indicati già dai Babilonesi e da Plinio il vecchio, ovvero Marte, Saturno e Giove.
Marte, Saturno e Giove operano, ai fini dell’innesco sismico, in congiunzione al Sole, alla Luna ed alla Terra, o in opposizione al Sole, alla Luna ed alla Terra, o in quadratura (novanta gradi) ai tre.
Gli angoli matematici (il valore degli angoli critici è stato quantificato con formula matematica) che si creano tra i menzionati pianeti hanno una correlazione causale con i terremoti. Si tratta di tredici angoli specifici al ricorrere ed al mantenimento stabile costante o con scarsa variabilità dei quali, specificamente dopo il decorso loro stabile e continuato di trenta ore, si verificherà il sisma entro le successive quarantotto ore a entità e forza superiore a trenta scala Richter. C’è stabilità per trenta ore consecutive, poi segue uno sbalzo e subito dopo il terremoto.
Bisogna dare atto allo studio, alla capacità, al genio ed alla determinazione dello scienziato Stefano Calandra, nostro contemporaneo, per aver compreso tutto ciò mettendolo a disposizione di noi tutti. C’è un’applicazione oggi in grado di segnalare il pericolo sismico. Alla luce dei tragici terremoti in Italia e nell’intero globo terraqueo, è necessario proseguire sulla sapiente via indicata.
di Francesca Romana Fantetti