Domenico De Masi e il lavoro senza lavoro

martedì 12 settembre 2023


Ancora una commemorazione rattristante. Di un sociologo, noto, attivo, prospettico. Domenico De Masi. Non ebbi con De Masi rapporti come li vissi con Franco Ferrarotti, Francesco Alberoni, Antonio Golini, Alberto Izzo, Sabino Acquaviva, Antigono Donati, Vittorio Castellano, Alberto Statera, Roberto Cipriani, Maria Immacolata Macioti. De Masi aveva risonanza accademica e investigativa internazionale: Francia e Brasile, soprattutto. In Italia fu docente di Sociologia del lavoro e preside della Facoltà di scienza delle comunicazioni dell’Università “La Sapienza” di Roma. È nel settore delle trasformazioni tecnologiche e delle alterazioni della figura sia del lavoratore sia dell’imprenditore che svolse indagini, ripeto, prospettiche. Terreno sul quale anch’io scrissi e scrivo da decenni. De Masi intuì il rapporto tra comunicazione e lavoro. Non è aspetto da trascurare. Il lavoro venturo sarà un trasferimento cognitivo? Con un computer, un video possiamo “lavorare”? Si tratta del famigerato lavoro a distanza (Smart working). Il che coinvolge totali cambiamenti nell’impresa anche materiali, come luogo, strutture, strumentazioni, e un mutamento nella gestione delle relazioni e della vita socio-economica, e soprattutto la diminuzione del lavoro fisico, muscolare e l’accrescimento del lavoro intellettuale.

De Masi si schierò per la riduzione dell’orario di lavoro data la maggiore potenza degli strumenti di produzione e l’automazione. Inoltre, percepì che molti avrebbero avuto occorrenza di un reddito pur non lavorando in quanto le società non regolano gli orari secondo la massima occupazione e non danno lavoro agli “esuberi” invece di ridurre l’orario. Inoltre, diede rilievo al tempo liberato dal lavoro e volto allo “spirito”. Problemi di cui mi sono occupato e mi occupo, dicevo, rilevando che De Masi, potrei sbagliare, non concepiva l’impresa autoccupazionale dei lavoratori. Egli era, ritengo, piuttosto convinto che una parte avveniristica della borghesia avrebbe accolto la riduzione dell’orario di lavoro, il reddito gratuito, lo Smart working. Insomma, tutte le nuove tecnologie in accordo con la classe operaia, impiegatizia. Problematiche decisive di cui si tratta al grado minimo. È una perdita, soprattutto umana. Quel volto colmo, il sorriso, l’esistenza di quell’uomo come singolarità. Un uomo che forniva indagini, ipotizzava soluzioni, si appassionava alla vita attraverso la società. Domenico De Masi.


di Antonio Saccà