Visioni. “La casa che brucia”, un’avvincente serie thriller giapponese

venerdì 4 agosto 2023


La casa che brucia narra la storia di una vendetta. L’avvincente serie tivù thriller giapponese targata Netflix è scritta da Arisa Kaneko e diretta da Yūichirō Hirakawa, già autore del lungometraggio del 2016, Erased, del manga Rookies e del film dark fantasy The Promised Neverland. La serie, costituita da 8 episodi, è tratta dal popolare manga giapponese Burn the House Down (Mitarai-ke Enjō Suru), pubblicato in patria sulla rivista Kiss, da marzo 2017 ad aprile 2021. Il racconto ruota attorno al personaggio di Makiko Mitarai (una credibile e perfida Kyôka Suzuki), una ricca influencer, modella, cuoca, moglie e madre di due figli, che vive in un universo lussuoso, ma fondato su una grande menzogna. Makiko ha rubato, letteralmente, la vita a un’altra donna. Ma i sogni di gloria sono osteggiati da Anzu Mitarai (una determinata Mei Nagano), una giovane che agisce per riscattare il proprio trauma vissuto durante l’adolescenza.

Ha visto la propria casa bruciare al cospetto dell’implorante madre e dell’algido padre. La donna si assume ogni responsabilità dell’incendio, ma Anzu è convinta che la madre sia innocente. A suo avviso, la colpevole è unicamente Makiko. Tredici anni dopo il rogo la vita è cambiata. Per tutti. Anzu vive con la sorella, in una casa angusta. Il padre ha lasciato la madre e si è risposato con Makiko. La madre si trova in ospedale, vittima di una debilitante amnesia. Anzu si presenta, sotto falso nome, a Makiko, con la speranza di farsi assumere come domestica. La donna non la riconosce. La ragazza ottiene il lavoro, convinta che nella nuova casa possa trovare le prove della colpevolezza della mistificatrice.

La casa che brucia affascina sin dal primo episodio. Perché mostra gli effetti nefasti di un’impostura, nel contesto di una società iniqua, nella quale il segno del successo dipende dal consenso decretato dai social network. Un delicato dramma familiare sul mito dell’apparenza, che ricorda la lotta di classe rappresentata dal celebrato film sudcoreano Parasite. La serie affronta, in maniera tenera e appassionata, temi fondamentali come il complesso di colpa, l’orgoglio ferito, la maternità, l’amicizia, la vendetta, il terrore del giudizio degli altri. Ma, dopo le interessanti premesse, la serie tivù qua e là mette a dura prova la sospensione dell’incredulità. Tuttavia, alcune incongruenze non compromettono il tessuto narrativo. L’elegante racconto firmato da Yūichirō Hirakawa appare come una trascinante storia di sentimenti, il cui vero obiettivo è la riaffermazione della verità contro l’inganno.


di Andrea Di Falco