Monfalcone: il fallimento dell’integrazione

martedì 27 giugno 2023


Nell’incontro organizzato dal Centro Alti Studi Averroè, è stato presentato il libro L’Europa tradita e l’agonia di una civiltà. Una ricerca sull’infiltrazione islamista e le complicità più o meno esplicite. Si è deciso di portare come esempio Monfalcone. Di fronte a ricercatori di Harvard che parlano dell’immigrazione come arma di destabilizzazione degli Stati, a giornalisti investigativi francesi che documentano le tattiche economiche, commerciali e culturali per decostruire l’identità europea, alle stesse ufficiali e pubbliche fonti islamiste che così recitano: “La conquista di Roma, dell’Italia e dell’Europa è l’occasione per far tornare l’Islam nel continente”, parlare di Monfalcone può sembrare riduttivo, quando non velleitario, per affrontare questo problema. In realtà, questa città in provincia di Gorizia è un perfetto laboratorio per analizzare e spiegare l’operazione in infiltrazione e di occupazione in corso, proprio seguendo un materiale strategico di rilevante importanza riportato in un saggio di Souad Sbai.

Questo documento si intitola Padroneggiare l’arte del possibile ed è stato recuperato da una cassaforte del banchiere miliardario egiziano Youssef Moustafa Nada, vicino ai “Fratelli musulmani” il quale – ovviamente – lo disconosce. Consta di dodici punti che possiamo definire tattici. A partire dal primo, nel quale si evidenzia la necessità di una valutazione particolareggiata delle forze islamiste e delle debolezze o delle ostilità o dell’indifferenza del territorio da occupare per calibrare e diversificare gli interventi, in tutti gli altri sono indicate procedure da attivare e atteggiamenti da mantenere. Per questioni di spazio mi limiterò a delle semplificate indicazioni. Coinvolgere più militanti per “con lo scopo di incentivare i finanziamenti alle attività, gestire le spese di gestione e operare investimenti”: primo passo compiuto, con tutti gli esercizi commerciali aperti e la terza moschea presto attiva. Tutti i fedeli devono perseguire questo progetto, quindi, “usufruire della libertà concessa nei Paesi occidentali per infiltrarsi nelle istituzioni, dotarsi di rappresentanze in più assemblee possibili (per) orientare mentalità e decisioni. Entrare democraticamente e a pieno titolo negli apparati del potere politico e governo sociale fino alla loro conquista e assoggettamento”: secondo passo compiuto, con la rappresentanza eletta e la conferma nell’intervista all’imam.

“Smussare punti di incomprensione e di divergenza (e) evitare ogni conflittualità con le istituzioni ospitanti. Nel contempo si reperiscono informazioni utili, si sorvegliano le possibili fonti avverse (anche) utilizzando una tecnica di mediazione e di diplomazia”: il terzo passo è condensato nella Taqiyya, vera e propria arte della dissimulazione e dell’inganno. Altri argomenti sarebbero da affrontare: la biografia teologica degli imam, le coperture nei finanziamenti, la questione femminile, l’impegno lavorativo degli uomini, ma solo una cosa è certa: nessuno di loro vuole l’integrazione. Superata la soglia del 5-10 per cento, lo conferma Raffaelo Simone: “Sono gli allogeni a far prevalere le proprie norme, le proprie usanze e i propri comportamenti nella società dell’accoglienza, con drastica trasformazione della vita e dei paesaggi dei nativi”. E chi avesse dubbi su questa constatazione, non occorre che pensi alla Francia, al Belgio, all’Olanda, ma alle parole dell’imam di Monfalcone intervistato dalle televisioni nazionali. Chi non sente e non vede, o nega, è un servo complice di quel “Club radicale” della sinistra disfattista che da decenni è attivo per sradicare ogni identità dell’Italia e dell’Europa.

(*) Psichiatra-psicoterapeuta, membro della sezione scientifica Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, dottore di ricerca in Filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica (Università dell’Insubria – Varese), cultore della materia in Filosofia della politica presso l’Università degli Studi di Trieste. Autore di numerosi articoli e saggi di politica, filosofia e analisi sociale.


di Adriano Segatori (*)