giovedì 1 giugno 2023
Aveva appena 24 anni quando Ettore de Conciliis balzó al centro dell’attenzione italiana ed internazionale, suscitando un acceso dibattito con il “Murale della Pace” realizzato nella Chiesa di San Francesco ad Avellino nel 1965. Divenne subito famoso e negli anni successivi consolidò la sua fama con una ricerca espressiva segnata da eccezionali e sorprendenti opere di impegno civile, nella sua giovinezza, e successivamente, in età matura, da intimistici e suggestivi paesaggi su tela. Su di lui molto è stato scritto, ma mai con una visione a tutto tondo, come in L’arte, il pane e le rose. Migliorare il mondo con la cultura (Il Cigno GG Edizioni, pp. 143, 25 euro), un racconto autobiografico che emerge dalle domande poste da Generoso Picone, scrittore e giornalista avellinese.
Il volo libero di un uccello nell’azzurro di una tenue luce, infusa nella calma infinita del cielo, è l’olio su tela, ultima opera (“Volo I”, 2022) di Ettore de Conciliis, scelta per la prima di copertina del libro che racchiude l’intensa conversazione tra Picone e l’artista. E migliore scelta non poteva essere fatta perché sintetizza benissimo lo spirito del pittore irpino predominato da un profondo senso della libertà e della luce, non semplicemente estetica, esteriorizzata in una fredda espressione, ma interiore in una ricerca dell’infinito rappresentata dal cielo. E luce e cielo si riflettono nell’acqua, motivo ricorrente nelle opere della maturità. Ha ragione Generoso Picone quando nella sua premessa scrive che “Ettore de Conciliis celebra una liturgia della luce” e che “il percorso della luce si snoda alla maniera di un itinerario oltre il visibile, per andare a scrutare la parte celata da quella metafisica”, perché “dove la luce delinea la bellezza, indaga l’animo di chi la descrive e prolunga la promessa di un mondo migliore”.
L’arte, il pane e le rose accompagna il lettore nel mondo di Ettore de Conciliis attraverso una conversazione che tocca gli aspetti più significativi della sua vita e della sua arte, a partire dall’infanzia, quando già cercava nel “suo primo tentativo creativo” di “riprodurre il bianco del latte”.
E nel susseguirsi delle domande poste da Picone emerge con nitidezza l’evoluzione ed il senso dell’opera di de Conciliis: il “Murale della Pace”, il periodo messicano, il surrealismo politico con opere come il “Murale contro la Mafia” e il “Memoriale per Aldo Moro”, il periodo americano e la “Land Art” con il “Memoriale di Portella della Ginestra” e il “Parco della Pace”, ed infine la sua produzione artistica a Fiano Romano e i risvolti giudiziari, che in Italia non mancano mai, dovuti all’ingiusta accusa, da cui fu assolto, di aver realizzato abusivamente un murale.
Il volume è corredato da un utile appendice che raccoglie documenti e fotografie di Ettore de Conciliis impegnato nel suo lavoro artistico e una selezione significativa di alcune delle sue principali opere.
(*) L’arte, il pane e le rose. Migliorare il mondo con la cultura (Il Cigno GG Edizioni, pp. 143, 25 euro)
di Laura Bianconi