giovedì 25 maggio 2023
La cantante aveva 83 anni. Tina Turner si è spenta nella sua casa di Küsnacht, vicino Zurigo, in Svizzera, dopo una lunga malattia. A dare la tragica notizia della scomparsa è stato un suo portavoce. Nella sua vita la cantante ha vinto ben otto Grammy, all’insegna della sua musica leggendaria: un insieme di Soul, Funky e R&B. La sua è stata un’esistenza piena di drammi, violenza, ascesa, caduta e rinascita. Ann Mae Bullock, da Nutbush, Tennessee, infine cittadina svizzera, nasce il 26 novembre del 1939. Tina è stata una delle più straordinarie performer mai apparse sui palcoscenici: Mick Jagger, suo amico fraterno, ha sempre ammesso di averle “rubato” il modo di stare in scena, ai tempi in cui i Rolling Stones erano così giovani da aprire i concerti di Ike & Tina Turner.
Le loro performance insieme, a cominciare da quella a Live Aid, sono indimenticabili. Tina è stata un’icona di bellezza senza tempo, un fascino irresistibile, probabilmente le gambe più belle della storia della musica (e non solo). Una voce inconfondibile, graffiante, immersa nella storia della black music, ma perfetta per il pop. Eccezionale la sua capacità di resistere a un’esistenza che racchiude almeno tre vite. Qualche anno fa, suo figlio Craig, avuto quasi adolescente da una relazione precedente a quella drammatica con Ike Turner, si è suicidato a 59 anni. Ultimo colpo di una vita piena di drammi: Ike Turner, il marito con cui aveva messo su una band che è stata determinante per la nascita del rock’n’roll e che l’ha resa famosa, si rivelò un uomo violento, una sorta di schiavista domestico, che, nonostante il clamoroso successo di brani come Proud Mary, Nutbush CityLimits e River Deep Mountain High, trasformò la vita di Tina in un incubo.
Come è stato raccontato tante volte, da quell’orrore fuggì senza praticamente nulla, ricominciando da zero. Poi la sua seconda vita da super diva, costruita passo passo con una delle più celebri cover di Let’s Stay Together di Al Green, Private Dancer, What’s Love Got To Do With It, l’iconica The Best, in un crescendo clamoroso fatto di record di vendite (si parla di oltre 200 milioni di copie vendute), concerti clamorosi, Grammy Award, il Kennedy Center Honors, gli omaggi di altri artisti (su tutti quello di Beyoncé), ruoli cinematografici indimenticabili, l’Acid Queen di Tommy, la Aunty Entity di Mad Max, (accompagnato dal successo mondiale del brano We Don’t Need Another Hero).
Nei trent’anni della sua nuova vita ha trovato conforto nel buddhismo, è diventata cittadina svizzera trasferendosi sul lago di Lugano, si è sposata con Erwin Bach, un uomo più giovane di lei. Ma evidentemente il suo destino è stato sempre quello di dover ricominciare. Quando sembrava che finalmente potesse approdare alla serenità è stata la sua salute a cedere: prima un ictus, poi un tumore all’intestino, infine una grave insufficienza renale che l’ha messa di fronte alla scelta tra dialisi e trapianto. Con la sua proverbiale sincerità, Tina ha ammesso di aver pensato anche al suicidio assistito. Poi il marito le ha donato un rene, restituendole qualche anno di un’esistenza serena. Ora, con la sua celebre collezione di parrucche, circondata dall’amore di un mondo che ha sempre tifato per lei, è arrivata al traguardo.
di Guglielmo Eckert