Visioni. “Wellmania”, un tragicomico viaggio alla scoperta del sé

venerdì 21 aprile 2023


Wellmania è una serie tivù australiana dalla comicità agrodolce. Il progetto targato Netflix è co-diretto da Erin White ed Helena Brooks e interpretato da una strepitosa Celeste Barber. La serie, lanciata a livello globale sulla piattaforma di streaming il 29 marzo, è un exemplum sulla ricerca della forma fisica che diventa un viaggio tormentato alla scoperta del sé. Liberamente ispirata al romanzo Wellmania: Extreme Misadventures in the Search for Wellness della giornalista australiana Brigid Delaney, la serie, in otto episodi da mezz’ora ciascuno, racconta la storia tragicomica di Liv Healy (Barber), una giornalista enogastronomica australiana trapiantata a New York, che trascorre una vita di eccessi, tra cibo, droghe, vizi assortiti e momenti decisamente imbarazzanti. Liv è alla vigilia di una svolta professionale: le viene offerto il ruolo di giudice di un importante show culinario dal titolo Banquet Royale. Tornata a Sidney per il compleanno della migliore amica, Liv subisce il furto della green card. Cerca di riaverla al consolato americano, ma le sue condizioni di salute diventano un ostacolo. Così prende il via un excursus tra cliniche detox, sedute nella palestra dell’amato-odiato fratello, impegnato nell’organizzazione del matrimonio con il proprio compagno e scontri con la madre amorevole e invadente.

Wellmania è una miscellanea di suggestioni, paesaggi e colori mostrati dalla prospettiva di una donna autoironica che denuncia il proprio doloroso conflitto interiore. Riecheggiano le battaglie emotive di After Life di Ricky Gervais e di Fleabag di Phoebe Waller-Bridge, gli slanci irresistibilmente parossistici di Bridget Jones di Helen Fielding, una mondanità giornalistica giocosa e sensuale che ricorda il Sex and the City di Candace Bushnell. Il centro della serie tivù è il corpo poco armonico della protagonista. D’altro canto, perfetto contrappasso, è rappresentato da quello levigato e palestrato del fratello. Celeste Barber, attrice comica conosciuta sui social per la campagna in favore di una bellezza naturale, assurge a eroina di una generazione di quarantenni stressati che respingono il concetto di forma perfetta e rifuggono il politicamente corretto. Il ritorno a casa assume i contorni di un disastro annunciato. Ma, dopo settimane trascorse all’insegna di un improbabile raggiungimento del corpo perfetto, Liv comprende l’ineluttabilità del proprio profilo identitario e la necessità di domare i propri sensi di colpa, legati a un angoscioso passato. L’arrivo a Sidney procura inadeguatezza, confronti, sconfitte, rivincite e un lutto mai elaborato. La prova attoriale di Celeste Barber è pienamente convincente. La sua ironia sarcastica ondeggia, di continuo, tra afflizione paralizzante e candore stupefatto. Un ottovolante di emozioni che coinvolge lo spettatore e lo conduce a quella che suona come una definitiva catarsi, ma che si rivela, come l’inizio di una nuova fase, quella del distacco dagli affetti e dalla terra natia. Oltre alla performance attoriale della protagonista, sorprendono positivamente le prove di Genevieve Mooy nei panni della madre Lorraine; Lachlan Buchanan, che interpreta Gareth, il fratello di Liv e istruttore di fitness; JJ Fong, la migliore amica Amy Kwan, giornalista investigativa; Miranda Otto, nel ruolo della conturbante guru del sesso Camille Lavinge; Yael Stone, che interpreta la serafica Philomena


di Andrea Di Falco