mercoledì 19 aprile 2023
Secondo l’antica tradizione orientale, cinese e tibetana, ogni sessant’anni completiamo un intero ciclo di vita e a dire degli aborigeni australiani, solo le annualità meritevoli di valore, andrebbero festeggiate. E infatti al protagonista di Scordato, Orlando (interpretato da Rocco Papaleo, che del film è anche autore e regista) il suo sessantesimo compleanno proprio non piace, anzi lo detesta, perché già da molti decenni ha rinunciato al suo vero io, fuggendo da Lauria per rifugiarsi, meglio ancora a rintanarsi, a Salerno, rinunciando anche alla sua aspirazione di cantante, per divenire un accordatore di pianoforti. Orlando vive contraddizioni irrisolte, sedimentate nella sua coscienza. Il passato si materializza davanti a lui iniziando a vedere e a parlare con il ragazzo ventenne che era stato (interpretato da Simone Corbisiero). In questo stato di profonda insoddisfazione, Orlando incontra la poliedrica fisioterapista olistica Olga (interpretata dalla cantante Giorgia) alla quale confessa che “è da un po’ di tempo che parlo con il ragazzo che ero”.
Orlando aveva somatizzato la sofferenza psicologica in sofferenza fisica e provvidenziale è l’incontro con Olga, perché sarà lei a trovare la via che farà uscire Orlando dalla sua frustrante condizione, attraverso una terapia integrata con il canto e la musica: “Nella musica”, afferma Olga, “così come nella vita, la questione è mettere una nota giusta nell’armonia”. A Orlando, Olga diagnostica una contrattura di origine emotiva e, per poterlo curare, gli chiede una foto di epoca giovanile. È una richiesta che costringerà il protagonista a ripercorrere le orme del suo passato in un ritorno forzato, dopo molti anni, a Lauria. Orlando, nel corso di due viaggi a ritroso, sarà coinvolto emotivamente e, con l’aiuto di Olga, riuscirà a tornare in contatto con sé stesso, con il suo sé più intimo, fino a cogliere l’incipit della sua dolorosa situazione. Così, Orlando rimette insieme tanti pezzi della sua vita che prima non aveva compreso, riuscendo a perdonare e a pacificarsi con il suo mondo.
A tal proposito, Rocco Papaleo nella sua nota di regia scrive: “In fondo, l’uomo che vorrei essere è quello che nella sequenza finale cammina in equilibrio con il suo passato, che riesce a sorridere e ha compreso la necessità di perdonare e l’inutilità del rancore”. Scordato, parzialmente autobiografico e in gran parte girato in Lucania, tra Maratea e Lauria, è stato scritto durante il lockdown in collaborazione con Walter Lupo. Con questo film, Rocco Papaleo si conferma autore e regista assolutamente originale, capace di dirigere in modo incisivo gli attori, per portare sul grande schermo sentimenti, stati d’animo, contrasti interiori e interpersonali, con delicatezza e ironia. Particolarmente efficace è la soluzione filmica che Papaleo ha trovato per mettere visivamente a confronto la condizione esistenziale attuale di Orlando con quella del suo passato, coesistente nel profondo della coscienza, che riemerge divenendo passato presente.
di Laura Bianconi