“I Colori dei Romani” in mostra alla Centrale Montemartini

giovedì 16 marzo 2023


Si potrà visitare fino al 25 giugno la terza fase della mostra Colori dei Romani. I mosaici dalle collezioni capitoline, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali. L’appuntamento è alla Centrale Montemartini con 16 opere fresche di restauro esposte per la prima volta. Da aprile 2021, quando fu inaugurato, il progetto espositivo Colori dei Romani è cresciuto rispetto alla continua attività di conservazione delle opere delle collezioni capitoline e in particolare del grande patrimonio della collezione dell’Antiquarium comunale. Così nasce l’idea di un’esposizione che sia rinnovabile con l’inserimento di opere restaurate. Con questo gruppo di opere presentato alla Montemartini, il racconto si estende cronologicamente fino all’epoca tardo-antica, proponendo tipologie di manufatti finora assenti nel percorso espositivo: i mosaici a grandi tessere marmoree e l’Opus sectile, raccolti in una nuova sezione della mostra dal titolo I colori del marmo. L’uso dei marmi colorati si afferma sempre di più durante gli anni di massima espansione dell’Impero, come espressione del lusso fin dalla prima età imperiale, divenendo consuetudine in ambito privato e nell’architettura pubblica, civile e sacra. Nel III e nel IV secolo d.C. la considerevole disponibilità di marmi colorati e gli scarti di lavorazione erano impiegati per la realizzazione di tessere di mosaico.

E proprio in questo periodo nasce una categoria specifica di mosaici pavimentali a grandi tessere, realizzati in porfido, serpentino, portasanta, giallo antico. Gli esemplari di Opus sectile proposti nella mostra rappresentano due fasi della produzione, quella più antica e quella più tarda, di cui fanno parte i Sectilia pavimenta. Questa produzione ha il suo fulcro nell’Urbe e uno dei primi esempi di questa tipologia di pavimenti, è quello della Curia dioclezianea nel Foro romano, che si fa risalire alla fine del III secolo d.C. La maggior parte degli esemplari però proviene dalle dimore aristocratiche, spesso abitate da senatori o da funzionari di alto rango lieti di ostentare il proprio status. All’interno del percorso della mostra è stato collocato un grande mosaico con motivi vegetali e uccelli proveniente da un sepolcro della Necropoli della Via Portuense, rinvenuto nel 1926. Nell’allestimento il mosaico è presentato insieme alle iscrizioni funerarie dei defunti, importanti testimonianze epigrafiche che ci restituiscono informazioni sui proprietari di questi sepolcri, alcuni dei quali di origine straniera. L’esposizione è a cura di Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli e Serena Guglielmi.


di Paolo Ricci