Bada Caterina

giovedì 16 marzo 2023


In realtà non dovemmo neanche parlarne perché, oltre a fare pubblicità gratuita, la “novità” non è neanche tale, poiché da tempo altri studiosi hanno ritenuto possibile che “Caterina”, la madre di Leonardo da Vinci, fosse una schiava di origine orientale, così chiamata in quanto proveniente dal remoto “Catai”, ovvero quello che all’epoca era la terra semi favolosa della Cina, poco più in là “che Abruzzi” a “Bellinzona”, dov’era situato il mito regno del Presbitero Giovanni, nestoriano.

Apprendiamo, dunque, dal sito di RaiNews che ad esser tale lo proverebbe un documento scoperto nell’Archivio di Stato di Firenze, e su tali carte sarebbe poi stato romanzato, non si sa sino a quale punto – perché non è sempre facile, soprattutto in quel tempo, stabilire dove termini la storia e dove cominci l’immaginazione – che tale donna fosse in realtà nientepopodimeno che una principessa circassa, figlia del principe Yakob del Caucaso settentrionale. La giovane, rapita e fatta schiava probabilmente dai tartari, venne rivenduta attraverso vari passaggi mercantili ai veneziani che, notoriamente levantini, l’hanno poi rifilata ai toscani, in provincia di Firenze, secoli prima che vi giungessero a frotte tutti gli attuali cinesi.

Fu veramente una principessa caduta in schiavitù, come sembrerebbe dai reperti ritrovati nell’archivio? Ma anche se non lo fosse, è romanzesco pensarlo già allora. È sempre meglio essere figlio di re che dell’ultimo dei contadini di una remota regione ai confini della Tartaria. La scoperta va attribuita al professor Carlo Vecce, filologo e storico del Rinascimento, docente all’Università di Napoli “L’Orientale” ed è stata resa nota a Firenze, nella sede di Giunti Editore, il cui direttore editoriale, Antonio Franchini, avrebbe detto “siamo di fronte a una scoperta storica di rivoluzionaria importanza” presentando in anteprima alla stampa internazionale il primo romanzo di Vecce, Il sorriso di Caterina. La madre di Leonardo, ovviamente edito da Giunti. Scoperta, questa, sostenuta anche dallo storico Paolo Galluzzi, accademico dei Lincei. Nell’Archivio fiorentino, di ser Piero da Vinci, padre di Leonardo e notaro, lo studioso avrebbe rinvenuto l’atto di liberazione di Caterina “filia Jacobi eius schiava seu serva de partibus Circassie” in data 2 novembre 1452.

Dandoci un brivido erotico, Vecce ipotizza anche che ser Piero fece all’amore con Caterina a Palazzo Castellani, attualmente adibito al Museo Galileo, allora come oggi sullo splendido Lungarno che indubbiamente un po’ galeotto lo è da sempre. Il che dimostrerebbe, inoltre, come già a quell’epoca non esistesse alcuna forma di razzismo e, anzi, l’“inclusività” era già molto praticata.

Tutto è sempre possibile, dunque. Ricordiamo che gli studi storici sono fatti di continue scoperte e revisioni, quindi tra le tante stranezze dette, scritte e attribuite al “genio di Vinci” questa non sarebbe la peggiore. E non sarà certamente l’ultima. Tuttavia, anche basandoci semplicemente sulla voce relativa a “Caterina di Meo Lippi” che compare in Wikipedia, va altresì detto che Caterina di Meo Lippi o Caterina Buti del Vacca (1431– 1493) fu la presunta madre di Leonardo da Vinci, ed era indubbiamente di umili origini. Già per Alessandro Vezzosi, direttore del “Museo ideale Leonardo da Vinci”, Caterina poteva essere una schiava appartenente a ser Piero, in quanto Caterina era un nome solitamente attribuito alle schiave di origine orientale. Un ulteriore studio dattiloscopico del 2006, effettuato sulla base di una impronta di Leonardo, digitale presumiamo, ipotizzò che Caterina potesse essere in effetti d’origine mediorientale.

Ciononostante, perché il bello della ricerca è proprio questo, tale ipotesi è smentita da Simon Cole, professore associato di criminologia, diritto e società all’“Università della California”, a Irvine, perché sostiene che non si possa stabilire l’origine etnica di una persona con questo tipo di studi dattiloscopici. Del medesimo avviso è Martin Kemp, professore emerito alla “University of Oxford” e uno dei più grandi studiosi di Leonardo del nostro tempo. Per lui, non esisterebbe alcuna prova che Caterina fosse una schiava mediorientale. Anzi, lui e il ricercatore italiano Giuseppe Pallanti, dopo lunghi e approfonditi studi in archivi e documenti a lungo trascurati in Italia, nel 2017 avrebbero trovato in tali antiche carte proprio la prova che la madre di Leonardo fosse, invece, una giovane donna locale di nome Caterina di Meo Lippi, di circa sedici anni e di umile famiglia, che verrà conosciuta come Caterina Buti del Vacca dopo il matrimonio contratto con Antonio di Pietro Buti del Vacca, avvenuto in seguito alla nascita di Leonardo. Quid est Veritas?

Ma poi, sinceramente, di là dall’operazione di lancio e quindi di marketing del romanzo che ha per tema Caterina, madre di Leonardo da Vinci, siamo così sicuri che sapere che tale donna fosse o meno cinese, mongola, ugro-altaica, finnica o di Carate Brianza, cambi qualcosa alla ancora oggi misteriosa e straordinaria vita di Leonardo? Leonardo da Vinci, da Vinci, dunque italiano anche se morto con i sacramenti, in Francia… Leonardo il presuntoateo” in realtà cristianamente neoplatonico e ficiniano… Leonardo il contradditorio uomo che odiava la guerra e progettava armi terribili per i più grandi Signori del suo tempo, Leonardo il Mago che spregiava i bagatti da strada e si accompagnava a Zoroastro da Peretola… Leonardo che amò platonicamente e non fu mai “omosessuale” ma “oltresessuale”… sarebbe meno o più di tutto ciò che egli fu ed è, se sua madre fosse una schiava circassa? Cambierebbe qualcosa se Caterina, che egli nomina così una sola volta in occasione del suo funerale a Milano, fosse una principessa caucasica o cinese e non una contadina, figlia di contadini delle colline fiesolane?

Tesi, ipotesi, antitesi, sintesi… va tutto bene. Ogni studioso ha diritto di lasciar traccia di sé, del proprio percorso e delle proprie aspirazioni. Quindi, prendiamo ogni cosa come va presa, sapendo che è transitoria e nulla vi è di definitivo nella storia. E che domani, quello stesso vento che fece volare per qualche centinaio di piedi un ornitottero sulle colline fiorentine, cinquecento anni fa circa, un giorno soffierà altrove. E Caterina, sepolta a Milano, resterà sempre, orientale o toscana, la madre di uno dei più grandi uomini che l’umanità abbia avuto. Questo solo conta.


di Dalmazio Frau