La finanza degli inganni, degli avventurieri e delle razzie

venerdì 10 marzo 2023


Nel libro “Presupposti ingannevoli”, Ruggiero Capone ci racconta alcuni aspetti oscuri delle ricchezze accumulate dall’aristocrazia finanziaria, anglosassone in particolare. Il modello di dominio adottato è quello dell’Impero di Roma. A pagina 49 viene evidenziato che il modello imperialistico nordamericano è stato emulato dal modello strategico della Roma imperiale. Vengono riportati numerosi esempi storici che testimoniano il fatto che la lotta dei ricchi per salvarsi dall’assedio dei ladri e dei predatori è antica di millenni.

La ricerca inizia con il confronto fra due Larry.

Il primo è il professor Lawrence (Larry) Gray di cui l’autore inizia a raccontare la vita rocambolesca caratterizzata da intervalli poco chiari che Ruggiero Capone, esperto giornalista d’inchiesta, ricostruisce avanzando una serie di ipotesi. Sono utilizzate le testimonianze, spesso frammentarie, di persone che lo hanno conosciuto direttamente, dagli amici d’infanzia, dagli avversari, dalle vittime dei suoi furti, dalle sue delazioni derivanti dalla sua attività spionistica esercitata in gran parte nell’Italia degli anni Settanta afflitta dalle azioni di numerose bande criminali, alcune delle quali con presunte motivazioni politiche e sociali. A pagina 58 l’autore afferma che l’Italia criminale del dopoguerra è più rivoluzionaria che mafiosa. Lutring – solista del mitra – diventa un modello antiborghese, sottolineando che la borghesia voleva solo arricchirsi mostrandosi insensibile alle istanze di molti settori sociali duramente colpiti dalle disuguaglianze. Viene citato l’esempio di Sante Notarnicola che si definisce prigioniero politico e attivista per la realizzazione di un sistema carcerario diverso, all’interno di una generalizzata voglia di rivoluzione di adrenalina descritta da pagina 60 in poi del libro.

Il secondo è Laurence (Larry) Fink diventato uno dei padroni delle borse mondiali dopo la costituzione del colosso Blackrock con il quale riesce ad amministrare oltre diecimila miliardi di dollari ricorrendo a complessi algoritmi gestionali per speculazioni non sempre legali ed etiche. Attratta dagli immensi ritorni reddituali del settore piuttosto che da motivi etici, la Blackrock opera anche nel settore ambientale. Altre strutture mondiali in condominio sono Vanguard Group, Fidelity Investments, State Street Global, per citare i primi quattro da una lista di cinquecento operatori.

Ruggiero Capone fa subito notare che qualsiasi ricchezza di dimensioni considerevoli nasce da azioni oscure ed è da sempre bersaglio di furti e razzie che ne spostano sovente la proprietà. Ruberie e furti diventano un ascensore sociale, spesso giustificato da motivi politici in un secondo momento. L’aristocrazia inglese affermava che non eri nobile se non avevi un parente con la testa mozzata. Non è quindi un caco che gli inglesi si sono avvalsi di pirati, tagliagole e assassini: i famosi “Sea Dogs” che depredavano gli spagnoli, il corsaro Hawkins, Rakham, Edward Teach detto Barbanera, Drake e altri. A pagina 50 l’autore pone l’accento sul fatto che il crimine diventa quindi un’arma per colpire il potere e la ricchezza.

La contesa fra ricchi e depredatori che li circondano è l’esempio concreto dell’hegeliano odio del servo contro il suo padrone. Il libro dimostra che nessun bene è al sicuro e questo giustifica la creazione di muri di diffidenza verso gli “esterni”, gli ambiziosi, i “parvenu”, giustifica l’arruolamento di numerosi guardiani, quasi eserciti privati. La folla di ladri, scassinatori, truffatori sono attratti dalla ostentazione della ricchezza spesso operata dagli arricchiti recenti. Le dinastie antiche si nascondono. Di molti di loro non conosciamo nulla, ben nascosti da una efficiente diaframma di pretoriani, amministratori, maggiordomi, esecutori al loro servizio. La loro evanescenza arriva fino al punto di non denunciare le sottrazioni, i furti, le perdite per evitare scandali, la tenace curiosità della stampa, la voracità delle agenzie delle imposte.

In un quadro di guerriglia sotterranea fra coloro che detengono i cordoni della borsa e i loro predatori si aggiunge la diffusione delle crisi economiche e sempre più marcatamente finanziarie dalla durata sempre più lunga. Le crisi diventano pertanto il principale strumento di concentrazione delle ricchezze in poche mani che costituiscono l’aristocrazia venale mondiale.

All’interno dello scenario storico e sociale si sviluppa la narrazione dell’operato complicato e poliedrico e molte volte sfuggente di Lawrence (Larry) Gray e della sua sistematica distruzione del patrimonio della magnate Jacqueline Quillen, ricchissima discendente di una casata che appartiene al ristrettissimo gruppo di vertice della aristocrazia venale nordamericana. La Quillen apre a Larry-Gray-signor-nessuno tutte le porte dei salotti più blindati di Washington, di Newport, delle istituzioni economiche e militari di vertice. Grazie alla conoscenza con Jacqueline, Larry Gray sfodera tutte le sue numerose abilità camaleontiche. Ad ogni salotto dove c’è Larry Gray avvengono furti di contanti e di oggetti preziosi rapidamente rivenduti agli antiquari di mezza America. Nel frattempo, l’uomo assume una vertiginosa serie di ruoli: professore presso diverse università americane private, si infiltra nei ranghi di vertice delle bande armate in Italia grazie ad un ambiguo ruolo all’interno della Cia. 

Il libro segue passo-passo le vicende di un personaggio poliedrico incline all’intrigo e alla truffa. Muta ruoli e si muove con agilità in vari Paesi del mondo. Dovunque è presente viene certificato un furto con la sottrazione di ingenti somme di denaro che si trovano nelle residenze dei ricchi che costui frequenta grazie al suo rapporto con la figlia di una delle famiglie più ricche e potenti degli Stati Uniti.

Il ladro abile, seduttore, maschio, avventuriero simboleggia un nuovo odio di classe. Come abbiamo detto, appare come collaboratore Cia di livello medio presso la sezione italiana del Dipartimento di Stato a Roma. Le protezioni consentono a Gray di effettuare furti e danni di milioni di dollari e non viene mai accusato grazie anche all’ostinato blocco di ogni istanza penale dei danneggiati da parte dei giudici americani. A pagina 40 l’Autore avanza l’ipotesi che il ladro razziatore viene tollerato perché Jacqueline è felice assieme a lui, Ladro e spione, colto e di modi raffinati che sa stare al posto giusto in ogni occasione

Tipico del personaggio enigmatico, pericoloso, predatore, agente doppio e fascinoso di modi è la imprevista conclusione del racconto dopo una lunga serie di colpi di scena che il lettore potrà scoprire leggendo il libro che dispiace che finisca così presto.


di Manlio Lo Presti