martedì 28 febbraio 2023
La generazione perduta di Marco Turco vince il Nastro d’argento per la sezione “Cinema del reale”. Presentato all’ultimo Torino Film Festival, il documentario co-prodotto da Luce Cinecittà racconta l'Italia degli anni Settanta attraverso la storia di Carlo Rivolta che – tra il Movimento ‘77 e il giornalismo della prima redazione di Repubblica – cominciò ad indagare lo spaccio di eroina anche attraverso la diffusione tra i giovani, finendo poi per esserne vittima: la tragedia della sua morte segnò per sempre la fine di un’epoca in cui le lotte studentesche erano solo voglia di libertà e battaglie per il cambiamento. Dopo l’annuncio del “Documentario dell’anno” a Sergio Leone - L’italiano che inventò l’America di Francesco Zippel, sono stati rivelati i documentari vincitori dei Nastri d’Argento 2023, che sono stati consegnati ieri sera al Cinema Caravaggio di Roma. Nella sezione “Cinema, spettacolo, cultura” vincono ex aequo i film Ennio Flaiano, straniero in patria di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi e Franco Battiato – La voce del padrone di Marco Spagnoli.
Nel palmarès, che apre l’edizione 2023 dei premi assegnati dai Giornalisti cinematografici italiani, troviamo anche la street artist Laika che è la “Protagonista dell’anno” nel documentario di Antonio Valerio Spera Life is (not) a game, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma. Sono stati complessivamente 55 i titoli finalisti in selezione ufficiale – scelti il Direttivo nazionale dei giornalisti cinematografici presieduto da Laura Delli Colli tra i 130, editi nel 2022. Ma la sorpresa di quest’edizione dei Nastri è arrivata dallo sport, con la vittoria de La bella stagione di Marco Ponti, che intreccia il successo della Samp alla storia dell’amicizia fraterna tra Gianluca Vialli e Roberto Mancini. Un premio speciale per Nel nostro cielo un rombo di tuono di Riccardo Milani è andato al grande Gigi Riva, icona di eroismo sportivo ma anche di una Sardegna che ancora oggi continua a considerarlo un simbolo. Una menzione, per aver raccontato un “caso”, indimenticabile non solo nella memoria dei romanisti, è andata a Er gol de Turone era bono di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet.
di Eugenio De Bartolis