venerdì 17 febbraio 2023
Oggi il leader dei Green Day, Billie Joe Armstrong, compie 51 anni. Nato ad Oakland nel 1972, inizia giovanissimo a suonare e cantare, tanto che con gli Sweet Children (il primo nome del famoso trio) registra i primi lavori in studio a 16 anni, ancora adolescente. “Penso che sia un fatto unico iniziare da così giovani, eravamo solo dei ragazzi un po’ strambi che si sono inventati questa cosa chiamata Green Day – ricorda il cantautore – da allora è stato davvero un viaggio molto strano”. Trentacinque anni dopo, con 13 album all’attivo, la band della baia californiana è forse il gruppo pop-punk più famoso al mondo, o sicuramente quello che ha portato il genere alla ribalta.
Dagli spettacoli nei locali underground, con i mixtape e le locandine do it yourself, agli stadi di tutte le capitali mondiali, Billie Joe non ha mai cambiato la sua attitudine: l’Armstrong del 2023 canta, suona e salta sul palco come faceva 30 anni fa. I Green Day, anche se nella prima metà degli anni duemila hanno sperimentato con suoni e arrangiamenti – dando vita a due vere e proprie “opere” rock come American Idiot e 21st Century Breakdown – si affidano a una formula che molto probabilmente non invecchierà mai: basso, chitarra e tanta, tanta batteria.
Il punk di Billie Joe è maturato insieme a lui. Se prima i testi parlavano di disagio giovanile, noia, disillusione e della “paura” di diventare grandi, adesso trattano argomenti più impegnati, dalla critica alle politiche degli Stati Uniti alla disamina della società occidentale. Ma l’agente conduttore delle idee dei Green Day rimane la chitarra distorta, accompagnata da un amplificatore Marshall spinto “a tutto volume”. Una botta di energia cotta e mangiata, portata sul palco senza l’aiuto di particolari tecnologie: come direbbero gli americani, plug and play. Infatti, il trio di Oakland è considerato da molti il migliore per quanto riguarda le esibizioni dal vivo. Niente luci stroboscopiche e nessun balletto, solo un “ragazzone” pieno di energia che da il 100 per cento per il suo pubblico, che ancora non demorde e continua ad adorarlo.
Il merito più grande di Billie Joe e i suoi è stato quello di mostrare al grande pubblico che non bisogna essere dei virtuosi per potersi esprimere attraverso la musica. La tecnica – ed è questa la lezione più importante del punk – non è sempre sinonimo di qualità. Come dice Mike Watt, fondatore, insieme al compianto Dennes Boon, dei Minutemen: “Il punk rock è, almeno per me, un enorme dito medio a tutta la questione del talento”.
di Edoardo Falzon