Torna “Django”, un antieroe in cerca di rinascita

mercoledì 15 febbraio 2023


Matthias Schoenaerts è il nuovo Django. Il personaggio è stato creato da Sergio Corbucci, per il film omonimo del 1966 (interpretato da Franco Nero) e reso immortale da Quentin Tarantino nel 2012, con Django Unchained (interpretato da Jamie Foxx). Django torna in forma di serie tivù, al debutto in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, da venerdì 17 febbraio. Dieci episodi interpretati, oltre che da Schoenaerts, anche da Nicholas Pinnock, Lisa Vicari, Noomi Rapace, Jyuddah Jaymes, Camille Dugay, Manuel Agnelli (al debutto da attore),Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi e la partecipazione straordinaria dello stesso Franco Nero. Francesca Comencini è la direttrice artistica di Django e regista dei primi quattro episodi della serie tivù. Le puntate successive sono dirette da David Evans ed Enrico Maria Artale. “È una bella follia in cui ci siamo lanciati tutti insieme, con gran parte dello stesso gruppo di Gomorra: La serie”, spiega Francesca Comencini. “Ci siamo voluti misurare – sottolinea – con un genere leggendario seguendo le tracce nell’audacia e nella libertà, di raccontare attraverso il western, il qui e ora che abbiamo intorno a noi, con i conflitti, le contraddizioni, le speranze e le paure del nostro tempo”.

La storia, prodotta da Sky, Canal+, Cattleya e Atlantique Productions, in collaborazione con Studiocanal e Odeon Fiction, è ambientata nel 1872, sette anni dopo la Guerra di secessione. Julian Wright detto Django è un uomo tormentato e complesso, padre e vedovo pieno di rimorsi. A dare il via al racconto è l’arrivo a New Babylon, città ideale che accoglie tutti, al di là dell’identità, dell’etnia e del passato, fondata dall’ex soldato afroamericano John Ellis (Pinnock) e dalla ragazza da lui salvata da bambina, di cui si è innamorato, Sarah(Vicari), che è in realtà la figlia di Django, scampata al massacro della sua famiglia. “Credo che il western torni sempre perché consente di parlare, in una cornice fiabesca, nera delle nostre paure e ci consente di esorcizzarle, come hanno fatto anche i nostri grandi registi del genere”, sottolinea Francesca Comencini. Tra le fonti per la storia c’è stato il diario della predicatrice, ex prostituta, Sarah Crosby, “e tanti diari coevi scritti dai vaqueros, i cowboy che fecero con il bestiame transumanze lunghe mesi, piene di situazioni borderline nelle quali riemergeva la natura umana a prescindere dal sesso” spiega Maddalena Ravagli, cocreatrice e cosceneggiatrice della serie con Leonardo Fasoli.


di Eugenio De Bartolis