“Da domani mi alzo tardi”, il film che racconta Troisi

martedì 14 febbraio 2023


Esce in sala il film di finzione che narra la vita di Massimo Troisi. Da domani mi alzo tardi di Stefano Veneruso (nipote dell’attore e regista napoletano), è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Anna Pavignano. Racconta la storia d’amore tra la sceneggiatrice e Troisi, immaginando il cineasta in età matura. Nei ruoli di Troisi e Pavignano figurano John Lynch e Gabriella Pession. Il film, presentato, in anteprima al Museo archeologico nazionale di Napoli, è prodotto da 30miles Film e Barbara Di Mattia, in co-produzione con Rai Cinema Antracine, con il contributo del Piano Cinema della Regione Campania, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania, il Mann e il Ministero della Cultura. Chiude il film un inedito di Pino Daniele, Sirenuse, concesso dal figlio del musicista, Alessandro.

Il museo fino al 13 marzo ospita anche una mostra dedicata al cineasta, in occasione del settantesimo anniversario della nascita: Il Postino dietro le quinte. I volti di Massimo Troisi. Tra opere pittoriche, gigantografie e stampe, è in esposizione anche la bicicletta del film Il Postino di Michael Radford e la scultura Pulcinella di Lello Esposito. A completare la visita, la musica diffusa di Luis Bacalov, colonna sonora da Oscar del film Il Postino e il video backstage dell’ultimo film interpretato da Troisi. Oltre a Veneruso e Pavignano, alla presentazione del film sono intervenuti: il direttore del Mann Paolo Giuliarini; Mhedi Firouzan, editore mediorientale che distribuirà il film in otto Paesi dell’area; Giovanni Esposito (che ha doppiato Lynch); Rosanna Romano per la Regione Campania; la presidente della Film Commission Titta Fiore; la sorella maggiore di Troisi, Antonietta; il sindaco di Procida, Raimondo Ambrosino; il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno. Oggi esce Il mio verbo preferito è evitare (Rizzoli), Il libro di Veneruso. Un percorso nella vita artistica e personale di Massimo Troisi, un omaggio per parole e immagini, molte delle quali inedite e provenienti dall’archivio privato della famiglia.


di Eugenio De Bartolis