Festival di Sanremo, l’annunciato trionfo di Marco Mengoni

domenica 12 febbraio 2023


Nessuna sorpresa: l’edizione 2023 del Festival di San Remo la vince Marco Mengoni, come tutti sapevano tipo da ottobre. La sua “Due vite” parla di gente che non dorme mai e passa le notti tra gli stravizi aspettando l’ultima canzone. Scelta che ha pagato, evidentemente, quella di raccontare la biografia dei telespettatori di Sanremo. Qualche brivido in più lo riservano le altre posizioni del podio e le esclusioni eccellenti.

Gli highlights della serata:

L’omaggio a Lucio Dalla: dopo l’Inno d’Italia suonato dalla banda dell’Aeronautica Militare e il riepilogo dei cantanti in gara da parte di Amadeus, Gianni Morandi imbraccia la chitarra e ricorda il suo amico Lucio. “Piazza grande”, “Futura”, “Caruso”. Tante lacrime, un po’ per il ricordo del grande bolognese, un po’ perché capisci la differenza con quello che ti aspetta poi.

Il vestito di Elodie: la prima ad esibirsi è la performer del Quartaccio, ed è subito stupore. Non tanto per la sua sfolgorante bellezza, quanto per l’abito pazzesco, metà busto in pizzo e metà in tessuto. Una sfida alle leggi della fisica, come sia possibile che non esca tutto il ben di Dio.

Gli outfit di Chiara Ferragni: scende durante la serata con quattro abiti-schock, creati per lei da Elsa Schiaparelli, tutti a tema seno e utero. I messaggi sono quelli della liberazione del corpo femminile dallo stereotipo della maternità e della forza delle donne a prescindere dall’imitazione del maschile. Il primo vestito è una corazza dorata con riproduzione di tetta mignon e sopra peplo azzurro. Il secondo una tunichetta celeste con attributi femminili dipinti in oro. Il terzo sarebbe un elegante abito nero lungo, ma sulla profonda scollatura troneggia un enorme monile a forma di tube di Falloppio. L’ultimo, un completo pantalone di velluto nero, ma il corto bolero lascia scoperti addominali a tartaruga ricamati in perle. Significati tanti, buon gusto meno.

I Depeche Mode: Amadeus riesce nell’impresa di portare al Teatro Ariston la storica band britannica, ora ridotta a duo dopo la recente scomparsa di Andy Fletcher. Dave Gahan e Martin Gore non deludono, presentando il loro nuovo singolo “Ghost again” e la mitica “Personal Jesus”. Gahan ha una voce più bella che trent’anni fa. Uno dei momenti più alti dell’intera edizione.

Il bacio di Rosa Chemical: insieme alla furia devastatrice di Blanco, l’episodio che farà la storia di questa edizione arriva verso le undici meno un quarto. Al termine della propria “Made in Italy” il cantautore torinese, che già aveva risvegliato l’attenzione del pubblico con una canotta dotata di oblò sui capezzoli, scende dal palco, si siede su Fedez in prima fila e ci twerka sopra, poi lo agguanta, lo trascina su e se lo pomicia seriamente, con tanto di lingua in vista, come dopo non mancherà di far notare Fiorello in collegamento Instagram. Il sorriso della Ferragni per il resto della serata, sarà la suggestione ma è sembrato parecchio tirato. Tra parlamentari zelanti, Moige e Osservatore Romano avremo sicuramente di che discorrere, nei prossimi giorni.

L’outfit di Madame: la tendenza moda per l’estate è uscita chiara dal Festival: non più shorts ma body, proprio con chiappa scoperta. Madame va oltre e si presenta alla serata finale in due pezzi intimo e vestaglietta trasparente. No, le ciabatte che a quel punto ti aspettavi no, ma piedi nudi. Omaggio alla meretrice protagonista della sua canzone o ai telespettatori del Festival, che il pigiama praticamente non se lo tolgono da martedì sera?

Ornella Vanoni: è mezzanotte quando, benché sorretta a braccio, arriva una che lo spettacolo non lo fa mai mancare. Esordisce facendo chiaramente capire che lei a Sanremo ci va soprattutto per prendere i carciofi, “perché a Milano fanno schifo”. Anticipa a un Fedez ormai paonazzo che loro due devono parlare di cose importanti. Poi canta alcuni dei suoi grandi successi e, nonostante l’età e l’ormai conclamata somiglianza con Rodrigo Alves, è lezione di canto e di stile.

Leo Gassmann e il Fantasanremo: dopo aver massacrato per una settimana le squadre di Fantasanremo che avevano avuto la pessima idea di inserirlo, perché lui era troppo intelligente per stare al gioco e ha preso anche deliberatamente dei malus, evidentemente qualcuno deve aver fatto notare al giovane-vecchio Gassmann che si è fatto più nemici che estimatori con la sua spocchia. Così, all’ultima serata, si spertica in saluti, baci e ringraziamenti ed evita anche di stravaccarsi per le scale. Troppo tardi Leo, ormai sei marchiato a vita.

Il messaggio di Volodymyr Zelensky: dall’iniziale ipotesi di ospitata in carne ed ossa, la presenza del presidente ucraino al Festival discende tutti i gradini della scala del ridimensionamento, per ridursi a un messaggio letto da Amadeus alle due di notte. Il contenuto, a parte un richiamo all’importanza della musica e della cultura, lo sapevamo già.

La classifica generale: vincitore a parte, qualche sorpresa, nel bene e nel male, c’è stata. La prima è Giorgia fuori non solo dal podio, ma anche dalla top five finale, dove invece entra Tananai, risalendo dagli abissi della scorsa edizione. Posizioni deludenti, rispetto alle aspettative della vigilia, anche per Madame (7°), Elodie (9°), Colapesce e Dimartino (10°), Gianluca Grignani (12°), Articolo 31 (16°), Paola e Chiara (17°), Anna Oxa, addirittura quartultima. Sorprese in positivo: Lazza e Mr. Rain sul podio e Rosa Chemical in una dignitosa ottava posizione.

I premi minori: i premi della critica “Mia Martini” e sala stampa “Lucio Dalla” vanno, meritatamente, a Colapesce e Dimartino, a riprova del fatto che Cavour, con la sua avversione per il suffragio universale, non era il primo cretino che passava. Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo se lo aggiudicano i Coma_Cose e quello per la migliore composizione musicale, a giudizio dell’orchestra, il solito Mengoni.

La proclamazione finale: il podio se lo giocano, previo azzeramento dei voti precedenti e nuova esibizione, i primi cinque classificati, cioè Ultimo, Tananai, Lazza, Mr. Rain e Marco Mengoni. Alla chiusura delle votazioni sono tutti insieme sul palco e Mengoni già ridacchia. Il primo a uscire è Tananai, che ormai inspiegabilmente se la credeva e ci rimane pure male. Poi l’annuncio che nessuno si aspettava: Ultimo è solo quarto. Lui finge di ringraziare con sorrisi e inchini fino a terra, ma è livido. Mr. Rain, il successivo ad uscire, invece è contento, consapevole della sua condizione di miracolato. Quindi restano Mengoni e Lazza e qui la suspence è a zero. Dopo il premio, il cantautore di Ronciglione prende la parola per dedicare la vittoria alle tante donne in gara, rimaste inspiegabilmente fuori dalla top five, composta da soli maschi. Insomma, mancava solo il pernacchio a Giorgia.


di Maria Chiara Aniballi