Sanremo: teniamo Duro

giovedì 9 febbraio 2023


“Ve lo dicevo che era l’unico buon motivo per aver pagato il canone. Ora basta tv. Ci vediamo nei teatri. Vi saluto”. Non resta che alzarsi in piedi. E  mandare al massimo il volume degli applausi per Angelo Duro, che dal teatro Ariston – pur restando per qualche minuto in mutande – mette a nudo l’ipocrisia della società contemporanea, intrisa di falsità e di un politicamente corretto melensamente nocivo.

Perché Angelo Duro è uno scorretto, per questo è deliziosamente vero. Non ha tatuaggi (“questa è la vera trasgressione, fotografate pure”) ed è astemio (“è facile dire stupidaggine da ubriachi”). Non solo: nella sua performance al Festival di Sanremo esordisce alla grande, nonostante l’ora tarda. Ma ciò non lo frena, anzi: “Sto cretino mi fa venire dopo mezzanotte e ha detto pure che posso dire quello che voglio, grazie al caxxo”.

Poi scarica una mitragliata di colpi contro lomologazione e il perbenismo, che spesso si tramuta nella comfort zone di chi ha il coraggio di parlare solo quando il suo interlocutore è alle spalle: attacca i precari, perché essere contadino non è umiliante, ma “fare il contadino con la laurea sì”. E poi ricorda che i secondogeniti hanno la strada spianata: perché il primo figlio ha l’affetto, il secondo però ha l’esperienza, che è una grandissima opportunità (“lui si è preso i calci nel cxxo e io i risultati”). Dopotutto, Cristoforo Colombo ha scoperto l’America, che però si chiama così per Amerigo Vespucci, che è arrivato – appunto – per secondo.

Evviva Angelo Duro, fidanzato da 14 anni con la stessa ragazza (“vi sembra facile? Provateci voi. La tradisco regolarmente, per questo stiamo insieme”). E lui la tiene informata, per il bene del rapporto (“non sono come i maschi a casa, che tanto amate”) e poi fornicano con le altre. La coppia, per il comico, deve imparare a dirsi le cose. E da qui bisogna prendere esempio dai saggi, dice Duro: loro hanno risolto andando con le prostitute. Inoltre, aggiunge che così faceva pure il nonno “il suo matrimonio è andato avanti per 63 anni” e nelle foto era sempre felice. Perché una lucciola, oltre ad accendere una spia nel buio, può anche tenere saldo quel legame, un tempo suggellato dal “sì”.

Insomma, lui vince con una comicità fuori dai nostri canoni, ed è per questo che sfonda: riempie i teatri e vende libri. Forse perché è il nostro lato B, quello che manteniamo nascosto. Ma questa è un’altra storia. Teniamocelo stretto quell’Angelo, teniamo Duro.


di Toni Forti