“Laggiù qualcuno mi ama”, Martone racconta Troisi

mercoledì 8 febbraio 2023


L’omaggio a Massimo Troisi firmato da Mario Martone arriva in sala il 23 febbraio. Laggiù qualcuno mi ama verrà presentato al 73º Festival del cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special. Il docu-film è una produzione Indiana Production, Vision Distribution e Medusa Film, in collaborazione con Sky. La distribuzione è a cura di Medusa e Vision Distribution. Martone vuole mettere in luce Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come lo scrittore Francesco Piccolo, il regista Paolo Sorrentino, gli attori Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino: il regista Michael Radford e il montatore Roberto Perpignani

Fa eccezione Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare per indagare i processi creativi da cui essi scaturivano, e che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi materiali inediti. Secondo Martone, “Massimo è sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un grande artista. E molto speciale è per me lavorare alla sceneggiatura con Anna Pavignano, che di Massimo ha scritto tutti i film e la cui presenza al suo fianco indicava molto bene quanto Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle cose. Quanto possa parlarci ancora adesso. Facciamo questo film per riascoltarlo, rivederlo, stare con lui”. L’obiettivo di Martone è quello di raccontare la genialità e il mito di Massimo Troisi dalla prospettiva di un altro napoletano atipico, Martone, uno dei più raffinati cineasti italiani, recentemente premiato ai Nastri d’Argento per due film: Nostalgia e Qui rido io. “Con Massimo – sostiene Martone – era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca. Adoravo il suo cinema. Vagheggiavamo di lavorare insieme. La possibilità che mi viene offerta di fare un film documentario in cui il pubblico lo possa ritrovare oggi sul grande schermo è quindi qualcosa di speciale per me. Posso tornare a dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi, che sono tantissimi”.


di Eugenio De Bartolis