lunedì 23 gennaio 2023
Un viaggio di solidarietà nel mondo dei dimenticati. Il costo di un miracolo di Sabina Pariante, un poetico corto sugli “invisibili”, con un intenso Stefano Fresi, racconta l’importanza delle azioni semplici. Giobbe (Fresi) è un senzatetto che staziona su una panchina davanti a una scuola. Viene svegliato dal gesto quasi casuale di Alessandro (il tenero Francesco Ferrazza), un bambino dal cuore grande. Una moneta cade sul piattino dell’uomo. Per Alessandro la buona azione diventa un’abitudine naturale. Tant’è che Giobbe attende, ogni mattina, l’arrivo del bambino. Giobbe si sdebiterà in un modo inaspettato. I protagonisti mettono in scena una quotidianità che rappresenta le virtù degli sconosciuti e l’amore verso il prossimo. Il quadro della narrazione viene dipinto in maniera lucida, in un intreccio di temi di grande attualità, fino allo spiazzante epilogo. Tra gli altri interpreti figurano: Raffaele De Carlo (Roberto, il padre del bambino) e Claudio Collevecchio, nel ruolo del chirurgo. Il costo di un miracolo, interamente girato a Tivoli, è stato prodotto da Ztv Production, con il sostegno dell’Associazione Volontarius Odv di Bolzano, di cui fa parte il progetto “Cacciatori di briciole”. La coproduzione del corto è opera della Settembre Produzioni, con la partecipazione di Almas e della Film Commission Tivoli e l’intervento della Financial manager Sonia Giacometti. Il film breve di Sabina Pariante inizia il suo percorso nei festival e nelle scuole proprio all’inizio di quest’anno. Sergio Romoli ha rivendicato la bontà della squadra che ha realizzato il corto. “Questo progetto – ha detto – mira a sensibilizzare e a dimostrare come un piccolo gesto possa generare grandi risultati. Porteremo il cortometraggio nelle scuole, con l’aiuto delle istituzioni, così che la cultura della solidarietà verso i meno fortunati entri nella quotidianità di tutti”.
Stefano Fresi, uno degli interpreti più apprezzati del panorama nazionale, ha creduto sin da subito nel progetto. L’attore inizia a teatro, ma viene conosciuto dal pubblico nel 2005, in seguito al debutto sul grande schermo con il ruolo, propostogli da Michele Placido, del “Secco” di Romanzo criminale. Ma il successo di Fresi si deve all’entrata nel cast del film Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, nei panni di Alberto, ruolo che lo ha porta anche a una candidatura al David di Donatello come Miglior attore non protagonista. Nel 2014 recita nel film Ogni maledetto Natale di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, poi, nel 2015, in Noi e la Giulia di Edoardo Leo e in La prima volta (di mia figlia) di Riccardo Rossi. Nel 2018 è al fianco di Paola Cortellesi, nel film di fine anno La Befana vien di notte. Nel 2019 è il protagonista del film C’è tempo di Walter Veltroni. Nello stesso anno interpreta il ruolo di Salvatore nella miniserie televisiva Il nome della rosa, tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, per la regia di Giacomo Battiato. “Sono molto felice – ha detto Stefano Fresi – di aver partecipato al corto Il costo di un miracolo. Perché questa storia tratta temi importanti come la povertà. E spero che questa storia possa sensibilizzare le persone sull’importanza di sostenere le fasce deboli della società e fare tutto ciò che è possibile per aiutarle. Ho subito apprezzato la storia proposta da Sabina Pariante, che ritengo abbia raccontato con grande delicatezza un tema di assoluta attualità”.
Sabina Pariante, fin da piccola è legata al mondo dell’arte e dello spettacolo. Infatti, all’età di undici anni si trova già dietro le quinte teatrali della Compagnia Gnt di Duccio Camerini. Si iscrive alla facoltà di storia dell’arte e inizia il suo percorso cinematografico: segretaria di edizione, aiuto regista, regista. Nel 2014 fonda Almas Produzioni. Nel 2015 arrivano i primi premi. Quello alla regia del Coffi Film Fest, per il corto Per un capello. La Menzione speciale del Salerno Film Festival per Nina, un piccolo film in costume. Nel frattempo, decide di cimentarsi con la regia teatrale: Pagine della memoria, Claire de lune, Emma B, Love, love, love. Poi gira un videoclip, Derederende e una puntata pilota, Alla ricerca della tomba secolare e una pubblicità. La vera essenza. È impegnata nella docenza, come collaboratrice esterna, alla University of Fine Arts Rome. Sta scrivendo il copione di un lungometraggio. La regista è convinta che “il cinema sia una grande cassa di risonanza per veicolare un messaggio così importante, come il tendere la mano al prossimo. In questo senso, Stefano Fresi è stato determinante perché, oltre a essere un grande attore, è una bellissima persona. Mi auguro che questo sia solo l’inizio di grandi progetti nei quali trasmettere messaggi positivi”.
di Eugenio De Bartolis