lunedì 16 gennaio 2023
Gina Lollobrigida non c’è più. La grande attrice è scomparsa a 95 anni. Nata a Subiaco (Roma) il 4 luglio del 1927, è stata omaggiata in vita come una delle ultime dive del cinema italiano nel mondo. La Bersagliera era stata dimessa dalla clinica lo scorso settembre, dopo una caduta in casa che le aveva causato una frattura del femore, per cui era stata operata. Già quattro anni fa la Lollo era finita in ospedale proprio per un incidente domestico. In quell’occasione l’attrice fu presa in cura dai sanitari del Sant’Eugenio, ospedale a poca distanza dalla sua villa sull’Appia Antica, e dimessa un paio di giorni dopo. L’incidente al femore è avvenuto a due settimane della tornata elettorale del 25 settembre in cui la Lollobrigida era candidata a Latina al collegio uninominale del Senato, e in altre circoscrizioni nel plurinominale proporzionale, per la lista Italia sovrana e popolare, che riunisce Partito comunista, Patria socialista, Azione civile, Ancora Italia e Riconquistare l’Italia. La camera ardente sarà allestita in Campidoglio, Sala della protomoteca mercoledì 18 gennaio dalle 10 alle 19 e giovedì 19 gennaio dalle 9.30 alle 11.30. I funerali si svolgeranno giovedì 19 gennaio alle 12.30 nella Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo.
L’attrice, di straordinaria bellezza, viene celebrata in tutto il mondo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Non a caso, La donna più bella del mondo (1955) di Robert Z. Leonard, con Vittorio Gassman, è un film che la consacra a livello internazionale. In carriera si è aggiudicata, tra gli altri, sette David di Donatello: la sua fama è legata al nuovo cinema italiano del neorealismo: lavora con Pietro Germi (La città si difende) e con Carlo Lizzani (Achtung banditi) alla metà esatta del secolo scorso ritagliandosi ruoli di vigorosa passionalità popolana in cui affina una recitazione da autodidatta imprimendole la sua personalità. Il primo successo personale è però fuori dai confini: il francese Fanfan la Tulipe, con Gerard Philipe nel 1952. Recita per Rene Clair, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli e Steno, Mario Soldati e finalmente diventa diva in patria con il trionfale Pane amore e fantasia di Luigi Comencini (1953) compreso un fortunato seguito sempre in coppia con Vittorio De Sica. Negli ultimi anni si era dedicata soprattutto all’arte e alla fotografia, con molte mostre, non smetteva di fare progetti, l’ultimo un libro di disegni.
I suoi ultimi anni sono stati contrassegnati anche da vicende giudiziarie. Dal 2021 la diva aveva un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale per tutelare il suo patrimonio, così come richiesto nell’azione legale dal figlio Andrea Milko Skofic. Al centro dell’attività di indagine dei pm di Piazzale Clodio è l’ex manager dell’attrice, Andrea Piazzolla, rinviato a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace. Con lui è finito a processo anche Antonio Salvi, l’uomo che avrebbe fatto da intermediario con una casa d’aste per la vendita di circa 350 beni di proprietà della Lollobrigida. Come scrive il critico Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera di oggi, “nell’immediato Dopoguerra e per tutti gli anni Cinquanta se c’era un volto che rappresentava la bellezza italiana agli occhi del mondo era proprio quello di Gina Lollobrigida. Più della Loren ma anche più della Bosè e della Canale (che l’avevano preceduta nel 1947 al concorso di Miss Italia) e più della Mangano o della Pampanini”.
di Eugenio De Bartolis