Quando la stampa distrugge: l’onore perduto di Katharina Blum

mercoledì 28 dicembre 2022


La distruzione di vite private da parte di campagne di stampa ostili non è un tema recente. La calunnia di una persona bersaglio era di attualità nella Grecia antica. Ne ha parlato Rossini come di un “venticello” nel Barbiere di Siviglia. È una strategia usata dai servizi segreti per demolire l’onorabilità di un politico o un industriale che non ha obbedito agli ordini superiori. Il libro, scritto nel 1974 da Heinrich Böll, premio Nobel del 1972, non aggiunge di nuovo ma lo dice meglio.

Il periodo di riferimento è l’inizio degli anni Settanta. Un tempo particolarmente caldo in una Germania ancora divisa e condizionata da un feroce anticomunismo a tinte maccartiste. Il clima distopico di sospetto facilita il primo quotidiano della Germania alla manipolazione raccontando eventi semplici in una guerra totale per la distruzione sociale e umana della protagonista Katharina Blum. La donna ha una vita semplice e lineare come personale di servizio presso un facoltoso avvocato. Niente stranezze, nessuna relazione, gestione parsimoniosa dei propri risparmi, ecc. La campagna di diffamazione sempre più feroce inizia quando il “giornale” inizia a scavare nella semplice vita di Katharina interrogando i vicini, gli amici, i compagni di scuola arrivando ad inventare le notizie. L’architrave del linciaggio mediatico inizia in una festa mascherata dove Katharina incontra un fuggiasco per diserzione ricercato dalla polizia germanica. Lei lo aiuta a fuggire grazie alla approfondita conoscenza di una mappa delle tubazioni dell’edificio. La prosecuzione della lettura del racconto spetta ai lettori incuriositi. Il breve romanzo di Böll è un resoconto anatomico delle procedure investigative, della quasi ottusa ingenuità della ragazza che non pensa di proteggersi dal linciaggio a mezzo stampa. Il quotidiano ignobilmente si spinge a cercare di intervistare perfino la madre morente di cancro in un ospedale. Il massacro mediatico del “giornale” continua con intensità anche quando la polizia stessa non trova elementi di colpevolezza. Si indirizza contro i conoscenti di Katharina inventando di sana pianta gli eventi. Il breve volume è suddiviso in cinquantotto quadri di lunghezza variabile. La prosa è lineare, falsamente semplice. Lo stile è corrosivo e ironico e riproduce perfettamente le tecniche giornalistiche scorrette e diffamatorie. La successione dei fatti è raccontata come un verbale di polizia. L’Autore ha sperimentato gli interrogatori e i verbali quando fu oggetto di una violentissima campagna di diffamazione durante il periodo della banda Baader-Meinhof nel 1972. L’illustre Autore ne uscì indenne ma non dimenticò la lezione.

Sono nate versioni teatrali di successo di pubblico di questo interessante testo di eccezionale attualità se lo confrontiamo con la marea di notizie false o totalmente inventate che sono all’ordine del giorno nel racconto della guerra russo-ucraina e sui conflitti in corso. Dalla falsificazione ormai pervasiva tocca i temi dell’economia, della cultura, della società, dei diritti civili.

Il libro è un atto di accusa contro la modifica dei fatti, la calunnia, la distruzione della vita privata e quindi va letto come antidoto all'alienazione cognitiva di cui siamo tutti vittime oggi.

È la stampa, Bellezza!

Heinrich Böll, L’onore perduto di Katharina Blum, Einaudi, 10 euro


di Manlio Lo Presti