Addio a Lando Buzzanca, il “merlo maschio” del cinema italiano

lunedì 19 dicembre 2022


Se n’è andato Lando Buzzanca. L’attore siciliano si è spento a 87 anni nella romana Villa Speranza dove era ricoverato da poco più di un mese. L’ultima fase della sua vita è stata segnata da ricoveri e polemiche. È stato uno degli interpreti e volti più conosciuti del cinema e della tivù italiana. La cifra stilistica era un’esuberante simpatia. Ha trascorso un intero anno in una Casa di riposo, seguito da un ricovero in ospedale e poi in un centro di riabilitazione. Cadute, malattie, e uno strascico di polemiche finale che lascia un senso di nostalgia. La reazione della compagna Francesca Della Valle è stata molto dura. “Tutto quello che ho fatto finora è nulla rispetto a quello farò: da oltre un anno e mezzo denuncio il fatto che avevano abbandonato Lando in una Rsa contro la sua volontà. A ciò si contrappongono menzogne e calunnie di chi vuole nascondere la verità: è stato ammazzato dall’applicazione della legge 604. Quella sull’amministratore di sostegno, voluta da chi gli era accanto. L’ho visto il 1° dicembre ed era migliorato, poi in 17 giorni di hospice è peggiorato”.

Il mese scorso il medico di Buzzanca, Fulvio Tomaselli, aveva denunciato il decadimento dell’attore nella Rsa in cui era ricoverato: “Ha 87 anni, ma sembra ne abbia 115. Era in questo stato già a luglio. In sei mesi ha perso 25-30 chilogrammi”. Buzzanca era stato portato lo scorso anno in una Rsa dopo il ricovero di quaranta giorni al Santo Spirito che si era reso necessario in seguito a una caduta nell’aprile 2021. La compagna Francesca Della Valle e il medico Tomaselli avevano quindi denunciato lo scorso novembre il declino dell’attore avvenuto nei mesi del ricovero in Rsa. Il figlio Massimiliano aveva quindi detto di voler denunciare entrambi “per tutelare il padre e la sua privacy”. L’8 novembre l’attore era stato poi trasferito al Policlinico Gemelli in seguito alla rottura di un femore, per poi essere portato nel centro di riabilitazione dove è morto. Oltre Massimiliano, l’attore ha avuto un altro figlio, Mario. Dopo la morte della moglie, avvenuta nel 2010, aveva perso la forza e la voglia di vivere tanto che nel 2013 tentò anche di togliersi la vita, non riuscendoci.

Buzzanca esordisce nel 1961 in Divorzio all’italiana, il capolavoro di Pietro Germi. Il successo arriva con Il merlo maschio del 1971, commedia sexy all’italiana diretta da Pasquale Festa Campanile. È famoso soprattutto per aver incarnato, meglio di chiunque altro, lo stereotipo dell’uomo siciliano passionale e geloso, anche per grandi registi come Germi e Antonio Pietrangeli. “Ho interpretato 110 film – raccontava – ma fin dall’inizio ho sempre scelto, ho sempre voluto fare l’attore. Anche quando non ero nessuno ed ero al verde. Avevo 500 mila lire in tasca che mi aveva dato di nascosto mia madre, ma sono finiti in fretta, ho dormito per strada, ho mangiato alla Caritas, volevo fare il cinema, facevo piccole comparsate, ma sapevo che non bastava”. Gerlando Buzzanca, detto Lando, nasce a Palermo il 24 agosto 1935 da una famiglia di attori. Studia recitazione alla celebre Accademia Sharoff tra un lavoro saltuario e l’altro. Fa il cameriere, ma anche il gigolò. A 17 anni si trasferisce a Roma.

L’esordio al cinema arriva nel 1959 in un film storico, non solo per l’ambientazione. Si tratta di Ben-Hur di William Wyler, dove l’attore appare nella piccola parte di uno schiavo. L’occasione giusta arriva nel 1961 con Germi che lo sceglie per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all’italiana. L’anno dopo è ancora Germi a regalargli una grande parte, quella del fratello di Stefania Sandrelli in Sedotta e abbandonata. Nel 1956 Lando si sposa con Lucia, donna con cui è rimasto per 57 anni. Buzzanca, dopo i film di Germi, decide di non trascurare la televisione e partecipa a diversi sceneggiati come La trincea di Vittorio Cottafavi. L’attore inizia a crearsi un suo personaggio, quello del provinciale amante delle donne e spesso poco furbo. Questa maschera ricorrente lo porterà a collaborare anche con grandi registi. Nel 1963 appare al fianco di Catherine Spaak in La parmigiana di Antonio Pietrangeli, interpretando l’ottuso fidanzato della protagonista. Un’altra grande svolta nella sua carriera arriva nel 1971 con la commedia Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile, con Laura Antonelli.

Ma gli anni ‘70 sono anche quelli del successo televisivo in coppia con Delia Scala in Signore e signora con il tormentone “mi vien che ridere” del quale Buzzanca ha parlato come di una “delle cose più belle della mia vita”. Nel film L’arbitro del 1974 dà prova della sua capacità di entrare nei panni altrui. Tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta, Lando collabora più volte con l’ennesimo grande regista della sua carriera: Lucio Fulci. Insieme i due girano tre film: Operazione San Pietro, Nonostante le apparenze e Purché la nazione non lo sappia. Gli anni Ottanta gli regalano poco spazio al cinema, anche perché per i gusti di Buzzanca la deriva che stava prendendo la commedia sexy italiana era ormai eccessiva. Si rifà con il successo in radio e in teatro. Uno delle sue migliori sortite cinematografiche del decennio è in Secondo Ponzio Pilato di Luigi Magni. Buzzanca torna alla ribalta in tivù nel 2005 con il trionfo della miniserie di Rai1 Mio figlio nata da un’idea dello stesso Buzzanca che interpreta un poliziotto, Io e mio figlio - Nuove storie per il commissario Vivaldi, padre di un ragazzo gay (oltre 8 milioni di spettatori e 30 per cento).

È un trionfo. Nel 2007 raccoglie il plauso anche della critica per la sua interpretazione nel lungometraggio I Viceré di Roberto Faenza, film tratto dal romanzo omonimo di Federico De Roberto. La partecipazione al film gli garantisce la vittoria di un Globo d’oro e la nomination al David di Donatello come miglior attore protagonista. Dopo i successi de Lo scandalo della Banca Romana, Il commissario Vivaldi, La Baronessa di Carini, nel Restauratore è invece il sensitivo Basilio. Nel 2016 prese parte all’undicesima edizione di Ballando con le stelle, danzando in coppia con Sara Mardegan. Nel 2017, Buzzanca e Carlo Delle Piane interpretano una coppia di anziani omosessuali nel toccante film Chi salverà le rose? di Cesare Furesi. Sono note le simpatie politiche dell’attore per la destra. Per queste ragioni, si è detto boicottato da produttori e registi di sinistra.


di Eugenio De Bartolis