venerdì 16 dicembre 2022
Il Vittoria Peace Film Festival premia un film che affonda le radici nella cronaca della periferia palermitana. Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta è il Miglior lungometraggio della decima edizione della kermesse cinematografica siciliana. Racconta la storia di un gruppo di balordi che rompe ossa a persone consenzienti, al fine di simulare incidenti per truffare le assicurazioni. Ecco il verdetto pronunciato ieri sera dalla Giuria, composta dal regista Roland Sejko, presidente; Maria Lombardo, giornalista e critica cinematografica; Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista; Rosa Parisi Gesù, esperta cinema e tematiche sociali. “Tratto da una storia di cronaca siciliana – si legge nelle motivazioni – con forte impatto sulla pubblica opinione, il film descrive, con un linguaggio erede della tragedia greca, una varia umanità criminale e il destino fragile, e insieme ineluttabile, di chi vive ai margini della società opulenta”. Vincenzo Pirrotta ha deciso di dedicare il premio “alla memoria della professoressa Tullia Giardina. Ho sentito questa storia degli spaccaossa alla radio. Al “Gazzettino”. Vale a dire, al Giornale radio. La storia mi ha colpito subito, perché vi ho letto un manto di una doppia miseria. La miseria vestita di cinismo, di chi spacca; e la miseria vestita di disperazione, di chi si fa spaccare. Questo pugno allo stomaco è diventato un cruccio, una domanda talmente forte da portarmi alla decisione di trarne un film. Perché il quesito va oltre la storia stessa e coinvolge la dignità di ognuno di noi. Samo disposti a farci mutilare pur di ottenere qualcosa in cambio? Questo è solo il primo film che dirigo. Solitamente sono impegnato come attore, sia a teatro che al cinema. Ho intenzione, dopo questo esordio, di realizzare una trilogia sul potere del denaro”.
Il Premio speciale della giuria sezione lungometraggi è andato a Una mamma contro G. W. Bush di Andreas Dresen. “Il coraggio di un film che affronta il tema della giustizia irrisolta dei prigionieri del carcere di Guantanamo, a Cuba. Una sceneggiatura lieve, un tono comico e la recitazione eccellente dei due attori protagonisti”. La giuria ha assegnato anche una Menzione speciale a Utama di Alejandro Loayza Grisi. “Un cinema povero di mezzi, ma ricco della forza delle storie, motivato da una società civile che resiste, tra gli effetti del cambiamento climatico e le ingiustizie imposte a chi ama la propria terra da cui spesso è costretto ad allontanarsi”. Il Premio Sebastiano Gesù “Cinema per la pace” è stato assegnato al film Tori e Lokita dei maestri del cinema Luc e Jean-Pierre Dardenne. “Il film affronta una storia drammatica e insieme delicata dei nostri giorni sul tema della migrazione dei popoli dell’Africa sub-sahariana verso l’Europa. Raccontata con la sensibilità tipica dei fratelli Dardenne, la storia di Tori e Lokita riesce a creare un grande coinvolgimento. Il premio viene assegnato a Tori e Lokita anche in virtù del rapporto stretto del critico Sebastiano Gesù con il cinema dei Dardenne, al quale dedicò il saggio Etica ed estetica dello sguardo. Il cinema dei fratelli Dardenne (Maimone Editore), nel 2006”. Quest’anno è stato assegnato anche il Premio Tullia Giardina “Sceneggiatura per la pace”. Il riconoscimento è andato al film 200 metri di Ameen Nayfeh. “La vicenda di Mustafa e Salwa si snoda nella terra madre di tutte le contraddizioni in Medio Oriente, nella Palestina tanto amata da Tullia Giardina. È una storia d’ingiustizia, burocrazia, riscatto ma anche d’amore, espressa in una sceneggiatura complessa, delicata, immediata. Qui il viaggio, vera ragione di vita e di scoperta di Tullia Giardina, è il protagonista del film, la storia nella storia”. Il Miglior Documentario è Tijuana – Storie di confine di Matteo Abbondanza. “Un racconto di separazione, fisica e sentimentale, narrato con uno sguardo asciutto e sapiente. Un’autentica metafora della sopraffazione”. Il Premio Speciale della Giuria sezione documentari è stato assegnato a Francisco Franco el republicano di Paula Blesa. “La vicenda amara della Guerra civile spagnola mostrata attraverso la prospettiva di un uomo che riabilita, in chiave repubblicana, un nome altrimenti tragicamente noto”. Il Miglior Cortometraggio è Gladiators di Maryam Rahimi. “Una storia di poesia e violenza raccontata, con grazia dolorosa, dal punto di vista di due bambini. Un piccolo capolavoro del cinema breve che mostra il valore assoluto della solidarietà”. Il Premio Speciale della Giuria sezione cortometraggi è stato assegnato a Verso casa di Giulia Casagrande. “Un poetico ritorno a casa. Dolente e insieme leggero. Le origini di tre donne (una madre, una figlia, una nonna), rappresentano un insopprimibile retaggio con cui confrontarsi e da cui fuggire”. Mentre i lungometraggi sono visibili solo in sala, è possibile vedere i documentari e i cortometraggi in concorso sulla piattaforma di MyMovies, fino a domenica 18 dicembre alle 23.59. Per prenotarsi alla visione gratuita delle opere è necessario registrarsi sul portale di MyMovies.
(*) Nella prima foto sono ritratti, da sinistra verso destra, Filippo Foresti, assessore alla Cultura di Vittoria; Vincenzo Pirrotta, attore e regista; Giuseppe Gambina, direttore artistico del Vittoria Peace Film Fest.
(**) Nella seconda foto sono ritratti, da sinistra verso destra, Maria Lombardo, giornalista e critica; Vincenzo Pirrotta; Giuseppe Gambina; Viviana Assenza, dirigente dell’Usr Ufficio IX – Ambito Territoriale Ragusa; Filippo Foresti.
di Eugenio De Bartolis