“Spiritismo?”: le ricerche di Luigi Capuana sul paranormale

domenica 11 dicembre 2022


Simona Cigliana, docente di Critica militante presso il dipartimento di Italianistica dell’UniversitàLa Sapienza”, e di Sociologia della Letteratura e dell’Arte presso l’Università del Molise, autrice di vari studi sulla letteratura del secondo Ottocento e primo Novecento, aveva già analizzato gli insospettati rapporti tra due movimenti, se non nemici, dichiaratamente avversari come futurismo e positivismo: vedi, ad esempio, l’inedita amicizia tra Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Capuana. Ed è proprio da quest’ultimo che riparte la Cigliana: ora curatrice, per il marchio editoriale Il Palindromo, di una ristampa, con forte apparato bibliografico, del saggio di Capuana “Spiritismo?”, pubblicato nel 1884 con l’editore Giannotta di Catania (Armaleo Srl, Palermo, 2022, 23 euro).

Quando Capuana pubblica questo libro, siamo in pieno positivismo: e proprio lo scrittore di Mineo, insieme al conterraneo Giovanni Verga, sta imponendosi come uno dei massimi esponenti, in Italia, del verismo, cioè di quel filone, nato soprattutto in Francia, che è la massima espressione in letteratura del positivismo. Ma quegli stessi anni sono anche quelli dell’esplodere – tra America e Europa della passione per occultismo, esoterismo (quest’ultimo, in realtà mai tramontato), spiritismo: praticati negli ambienti più vari e analizzati anche da scienziati più che seri (come, ad esempio, Cesare Lombroso, coi suoi studi sulla medium napoletana Eusapia Paladino). Sperimentazioni che, però, non arrivano, prima ancora che a una spiegazione esauriente dei loro oggetti di studio, neanche a una definizione esaustiva di sé stesse. Come del resto in parte accade anche oggi, dopo che su questi terreni (con buona pace dei “neo-inquisitori” del Cicap) son stati fatti obiettivi progressi.

Ma di cosa parla quest’opera di Capuana, pazientemente scandagliata dalla Cigliana? Lo scrittore di Mineo, diversamente da altri frettolosi appassionati di queste sperimentazioni, che arrivano a viverle come una nuova religione, si mantiene – lui che a quell’epoca non è credente sempre nel solco di una doverosa, scientifica, cautela. Tuttavia, di fronte ai detrattori per partito preso, protesta “un’invincibile diffidenza contro certi sdegnosi responsi” della “scienza ufficiale” (pag. 74 di questa ristampa dell’opera), e lamenta, semmai, i limiti obiettivi delle conoscenze e dei mezzi d’indagine disponibili in quel momento storico: confidando nei futuri progressi che dovrebbero sciogliere gli enigmi dell’oggi.

In “Spiritismo?”, con piglio narrativo, spesso anche ironico, Luigi Capuana racconta le sue ricerche nel campo del paranormale: nel contesto soprattutto del rapporto che nel 1864 – quando venticinquenne giunge a Firenze per farsi strada nell’ambiente della città, prossima capitale temporanea del Regno – avvia con la diciottenne Beppina Poggi, figlia dei proprietari della pensione dove alloggia. La ragazza, una volta da lui indotta con l’ipnosi a uno stato di sonnambulismo, mostra “quasi subito facoltà di sonnambula... eccezionali”, incredibilmente “docili e sottomesse” (pagine 86-87). Che Capuana, dopo qualche incertezza, decide di usare per le sue sperimentazioni paranormali. Sperimentazioni di cui poi si pentirà: confessando molti anni dopo, appunto in “Spiritismo?”, che tali esperimenti ebbero, all’epoca, “un funestissimo risultato”.

È chiaramente impossibile, pur alla luce dei progressi fatti da allora, dalla “ricerca psichica” (o meglio, per usare il termine più moderno, parapsicologia), stabilire se le presunte rievocazioni di personaggi addirittura come Ugo Foscolo e Jacopone da Todi fatte da Capuana grazie alla Beppina furono mere proiezioni della mente della ragazza, in quei momenti non libera, o, invece, aperture almeno parziali di “finestre” spazio-temporali sul passato.

Ciò che è più rilevante, in questa ristampa di “Spiritismo?”, e che rappresenta, diremmo, il maggior pregio della ricerca di Simona Cigliana, è il suo contributo a una miglior comprensione di quell’epoca che fu per certi versi straordinaria. In cui s’intrecciarono, incredibilmente, scientismo estremista e amore per l’occulto, scetticismo positivista verso il sovrannaturale in genere e ricerca d’una nuova religione, letteratura e sociologia iperveriste e suggestioni mistico-esoteriche.


di Fabrizio Federici