Visioni. “Nostalgia”, un film magistrale dall’andamento folgorante

venerdì 9 dicembre 2022


Nostalgia di Mario Martone è un appassionato viaggio conradiano nei vicoli di Napoli. Il regista mette in scena uno dei quartieri simbolo della sua città. Dopo l’eduardiano Il sindaco del rione Sanità, presentato a Venezia nel 2019 e lo scarpettiano Qui rido io, il cineasta torna a raccontare la Sanità. Le sue bellezze, il suo vitalismo e la sua ansima nera. Il film, presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes lo scorso 26 settembre 2022, viene selezionato per rappresentare l’Italia ai Premi Oscar 2023, nella sezione del Miglior film internazionale. Dopo l’uscita nelle sale italiane a partire dal 25 maggio, grazie a Medusa, il 28 novembre il film viene distribuito sulla piattaforma Amazon Prime Video.

Martone, con Nostalgia, a partire dal romanzo omonimo di Ermanno Rea, firma un magnifico copione insieme a Ippolita Di Majo e realizza un viaggio onirico nel corso del quale narra la storia di Felice (un mimetico Pierfrancesco Favino), che, dopo quarant’anni vissuti tra il Libano e l’Egitto, torna lì dov’è nato. Cerca la vecchia madre (una dolente Aurora Giovinazzi), riscopre i luoghi e rimane ammaliato. Pensava di trovare il cambiamento. Ma la sua è una Napoli immobile, ferma nel tempo. Una città popolata da personaggi fantasmatici, in perenne bilico tra la vita e la morte. Felice è divorato da un terribile ricordo della sua adolescenza. Il passato riemerge con un flashback dai colori saturi, in formato 4:3. L’uomo vuole rivedere, a tutti i costi, Oreste (un magnetico Tommaso Ragno), il suo fraterno amico che, nel frattempo, è diventato un piccolo boss, ‘o Malomm.

Durante la sua ricerca Felice incontra don Luigi Rega (un indomito Francesco Di Leva), un prete anticamorra che governa una parrocchia multietnica e piena di giovani. Felice è andato via da Napoli troppo presto. Ora è diventato un facoltoso costruttore edile, sposato con una bella moglie che lavora come medico al Cairo. Ma Felice subisce il fascino del Rione Sanità. Cammina entusiasta lungo i vicoli, come se fosse un turista in gita. In realtà, vuole cogliere ogni respiro, ogni suono del ventre partenopeo. È sospinto dalla nostalgia di un’epoca che forse è solo idealizzata. I suoi ricordi addolciscono il dolore di un tempo perduto. Ma a quale prezzo e con quali rischi?

La camorra è il colore buio della notte. I ragazzi che animano la parrocchia di don Luigi Rega rappresentano i colori solari del giorno. Felice non ha alcuna ragione per fermarsi a Napoli. Eppure decide di restare. E intraprende un viaggio alla ricerca del suo Kurtz. Non a caso, nel primo e unico incontro dopo quarant’anni tra i due amici-nemici, Oreste è un uomo affranto che ha perso il senno e si copre il volto come Marlon Brando in Apocalypse Now. È segnato da un’immagine di dolore e vergogna. Oreste è consapevole della propria irredimibile condanna. Il confronto con Felice trasforma il film in una tragedia greca.

Pierfrancesco Favino e Tommaso Ragno, seppure non napoletani, risultano credibili nel loro accorato e insieme enigmatico incontro. Favino, addirittura, interpreta un uomo che stenta a parlare persino la propria lingua, un ibrido tra arabo e italiano. Ma una volta trovato il proprio idioma originario riesce a cogliere le intonazioni, le sfumature e la sempiterna musicalità partenopea. Con Nostalgia, Mario Martone incanta, ancora una volta, lo spettatore. Il suo cinema pasoliniano costituisce un viaggio definitivo verso l’età adulta, carica di speranze disattese e ricordi deformati. Un film magistrale dall’andamento folgorante. Che avvince, stordisce e rincuora. Il grande cinema italiano passa, ancora una volta, da Napoli.


di Andrea Di Falco