Prima alla Scala: proteste contro la Russia per “Boris Godunov”

mercoledì 7 dicembre 2022


Alla prima della Scala vanno in scena le polemiche. Mentre è in corso l’inaugurazione della stagione operistica, si susseguono le proteste. In un teatro senza mascherina, Boris Godunov del russo Modest Petrovič Musorgskij registra il tutto esaurito. L’opera, che si basa sul dramma omonimo di Aleksandr Puškin, segna anche il ritorno di spettatori stranieri, a partire dai giornalisti accreditati che vengono da 14 Paesi, inclusa la Russia. Inevitabili le proteste del console ucraino a Milano, Andrii Kartysh. Gli ucraini si sono radunati con bandiere, tra cui una con il volto di Vladimir Putin al centro di una svastica, e diversi cartelli. Alcuni recitano frasi come “No ai musicisti russi che appoggiano la guerra”, oppure “Un minuto di silenzio in memoria del direttore della filarmonica di Kherson Yuriy Kerpatenko ucciso dall’esercito russo”. Vicino a loro anche un gazebo di varie sigle come Usb, Carc, Cobas e gli attivisti per il clima “Ultima generazione” e “Extinction rebellion”.

Nel foyer è prevista la presenza dello scrittore Alessandro Baricco, del regista Luca Guadagnino, degli attori Stefano Accorsi, Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco. Imponente la presenza istituzionale. Alla Scala arriva il capo dello Stato Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni con il compagno Andrea Giambruno, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, accolta dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano, del Made in Italy Adolfo Urso e delle Riforme Maria Elisabetta Casellati.

I sindacati dei lavoratori avevano chiesto di poter leggere un messaggio per dire che “un Paese che taglia i finanziamenti alla Cultura taglia il futuro dei suoi cittadini” prima dell’Inno di Mameli e dell’Inno alla Gioia, l’inno europeo che sarà eseguito in onore della von der Leyen. Si accontenteranno di consegnare una lettera al presidente della Repubblica e agli altri esponenti delle istituzioni durante l’intervallo, che sarà allungato a 40 minuti per permettere a tutti di salutare il direttore d’orchestra Riccardo Chailly rispettando il protocollo. Ma annunciano iniziative per i prossimi giorni con le altre istituzioni milanesi. Fuori la protesta in piazza, contro la manovra e i rincari.

Lo stesso sovrintendente Dominique Meyer ha ammesso che questo “sarà un anno difficile” e ha chiesto a tutto “uno sforzo comune per ribadire il valore della cultura”. Frattanto, il sottosegretario Vittorio Sgarbi ha criticato non solo i tagli ma anche una gestione con “regie faraoniche” di registi stranieri come straniero è il sovrintendente che si dovrebbe valutare se cambiare con un italiano.

Ma alla fine di tutte le polemiche, i discorsi sugli abiti, sulla politica e sull’atmosfera generale l’ultima parola spetta alla musica, a uno spettacolo che all’anteprima giovani ha conquistato i ragazzi grazie all’allestimento di Kaspar Holten, che ha reso ancora più shakespeariano, e quindi umano, un dramma perfettamente reso dal cast, a partire dal basso Ildar Abdrazakov nel ruolo di Boris, dal coro di voci bianche, con 34 bambini che hanno imparato a cantare in russo.


di Alessandra Rosa