“Le 33 strategie della guerra” secondo Robert Greene

lunedì 5 dicembre 2022


La guerra è una costante della storia umana, con brevi periodi di pace. Diversamente dalla maggioranza delle creature viventi che uccidono solamente per nutrirsi, gli umani hanno perseguito un uso metodico del conflitto a scopo di predazione. Il fenomeno della guerra è stato il tema di letterature e di saggi politici e religiosi, di filosofie sia in Occidente che in Oriente. Un particolare rilievo ha il libro Le 33 strategie della guerra di Robert Greene. L’autore è riuscito a trasferire nella vita sociale alcune costanti della guerra. Egli considera il conflitto un fenomeno che non va demonizzato ma deve essere studiato per trarne insegnamenti che rendano più agevole e meno pericolosa la vita di relazione anche e soprattutto in tempo di pace.

Si tratta di una densa carrellata di principi strategici descritti dettagliatamente e con notevole chiarezza in trentatré capitoli che si estendono in 612 pagine. Ogni capitolo dell’indice reca una anticipazione non superiore alle cinque righe che illustra il contenuto del testo. Il libro, quindi, non è un trattato di tecnica e di strategia militare in senso stretto. L’autore dimostra di aver studiato in profondità le logiche dei conflitti che traduce in regole di comportamento per proteggere sé stessi in gran parte delle situazioni di vita quotidiana insegnando a schivarne i pericoli e i possibili danni che provengono da interazioni ostili. L’altro non è affidabile. Molti mentono, sono evasivi, subdoli (capitolo 28, Date ai vostri rivali abbastanza corda da impiccarsi). Sul testo si stende la presenza delle riflessioni di Hobbes e di successivi studiosi di scienza della politica e di polemologia (capitolo 4, Create un senso di urgenza e disperazione; capitolo 32, Dominare nell’apparente sottomissione).

Muoversi in questo labirinto non è facile. Il testo si costruisce sulla regola del sospetto, ma senza scendere nella paranoia. L’autore è stato preceduto da altri ricercatori di altissimo livello come Vance Packard, Talcott Parsons e soprattutto dalle particolari e minuziose ricerche di Erving Goffman sulle interazioni umane individuali e collettive sia in ambienti chiusi che in spazi aperti. Robert Greene è un giornalista che ha orientato le sue ricerche sulla gestione dei rapporti umani, ma con un visuale pragmatica che caratterizza gran parte delle ricerche sociali di lingua anglosassone.

Il motivo di fondo del testo è l’esortazione alla conoscenza del nemico per evitare pericolose valutazioni superficiali e visioni pregiudiziali (capitolo 13, Conoscete il vostro nemico; capitolo 30, Dentro la mente del vostro avversario). Evitare di essere condizionati dalle teorie del passato aprendo la mente alla ricerca di soluzioni nuove e correlate alla situazione del momento (capitolo 2, Non combattete come l’ultima volta). Ascolto ed elemento sorpresa sono i pilastri del comportamento efficace. Sono temi ripresi da antichi strateghi come Sun Tzu, Giulio Cesare, Quinto Fabio Massimo, Che Guevara, Nguyen Giap e altri. Questo libro rimanda all’agilità dilatoria e logorante nel capitolo 11, Barattate lo spazio con il tempo) evidenziando il valore dell’attesa, della pazienza. Il tutto si deve poggiare sulla ferma fiducia in sé stessi che non deve mai scivolare nel fanatismo di coloro che ritengono di avere la ragione dalla loro parte ritenendo la realtà sbagliata e da modificare.

Il libro di Greene tiene fermo il punto di partenza della realtà e degli eventi che non vanno ossessivamente modificati, ma vanno utilizzati con abilità volgendoli a proprio vantaggio. Una teoria, questa che in Oriente si chiama “Wu wei”. Allontanandosi dal pensiero marxiano hegeliano che intende cambiare il mondo, secondo lo stratega flessibile la realtà non va modificata ma, confucianamente, deve essere sfruttata a proprio vantaggio! Questa visione antitetica spiega la lentezza reattiva della Russia e della Cina che da vari Paesi occidentali viene interpretata erroneamente come sconfitta ed incapacità tattica.

I contatti con gli altri sono sovente la risultante di un equilibrio fra opposte esigenze che evitino il conflitto omicida. In questo modo, il confronto diventa un fenomeno costantemente dinamico alimentato dal continuo apprendimento degli eventi vissuti come sfide e non come macigni che ci cadono addosso! Ci sono riferimenti a vari metodi di conduzione della guerra che possono essere una formidabile chiave di lettura dell’attuale conflitto in est Europa (capitolo 21, Avanzate mentre negoziate). Vi sono interessanti riflessioni sulla cosiddetta “guerra sporca”. Insomma, gli spunti di riflessione sul presente non mancano!

Interessante e particolare è la veste grafica del testo che presenta moltissime note di colore rosso stampate sul margine destro delle pagine. Contengono brevi riassunti e rimandi bibliografici che rendono superflue le note a piè di pagina. La bibliografia di due pagine è densa e ricca di rimandi a testi antichi sia filosofici che di stretta strategia militare. Un bel libro che fa pensare, che è scritto con rara chiarezza nonostante la difficoltà dei temi trattati, che può essere letto scegliendo la sequenza di lettura dei capitoli creando un percorso personalizzato. Un ottimo manuale da consultare come difesa dalla falsa narrazione della propaganda (capitolo 23, Ordite una trama di fatti e finzione).

Le 33 strategie della Guerra di Robert Greene, Baldini & Castoldi 2006, 612 pagine, 22 euro


di Manlio Lo Presti