Christine de Pizan, la prima scrittrice di professione ed editrice

martedì 8 novembre 2022


Christine de Pizan, nome francesizzato di Cristina da Pizzano. Nasce a Venezia nel 1365. Il padre Tommaso Da Pizzano è un astronomo con studi all’Università di Bologna in medicina e astrologia, dove diventa docente in queste materie. Richiesto dal re Carlo Quinto di Francia detto il Saggio, Tommaso si trasferisce con la famiglia a Parigi. Diventa il consigliere personale del re.

Il padre incoraggia Cristina ad acquisire una vasta e solida cultura letteraria e scientifica, una possibilità rara per le donne dell’epoca. Accede senza limitazioni alla ricchissima biblioteca reale dove può studiare e leggere testi di alto livello con miniature raffinate. La biblioteca che lei definisce “la belle assemblée des notables livres”. Visiona direttamente molti documenti storici che studia con attenzione e che saranno uno dei punti di forza delle sue future capacità dialettiche e teoriche. La madre tenta di opporsi preferendo per lei una educazione tradizionale con ago e filo, più adatta ad una futura moglie. All’età di quindici anni sposa Etienne de Castel, segretario personale del re con il quale ha tre figli, uno dei quali muore giovanissimo. Una epidemia di peste del 1390 uccide anche il marito che ricorderà in una sua poesia struggente “Seulete sui” (Sono rimasta sola).

Con la successione al trono con Carlo VI il Beneamato, detto anche il Folle a causa delle sue ricorrenti manie di persecuzione e probabile schizofrenia, Christine già vedova perde la protezione. Affronta le difficoltà di una posizione economica difficile. Descrive la sua situazione sfavorevole narrando il sogno di trasformarsi in un uomo per essere più capace di reagire: “Allora diventai un vero uomo, capace di condurre le navi”. Non conosce l’entità del patrimonio del marito che tenta di salvare affrontando una serie di processi avvilenti contro parenti e avversari avidi e privi di scrupoli. Cristina si muove rapidamente riconoscendo che la sua qualità migliore è la notevole e solida cultura personale. Continua a frequentare la corte. Diventa copista dei suoi numerosi libri. È la prima donna al mondo ad organizzare una squadra di copisti in uno scriptorium fra i quali primeggia Anastasia, la più accurata. La nuova e complicata posizione di donna non più sposata le consente di muoversi con una libertà tipicamente maschile e lontana dai doveri di un nuovo matrimonio e altri figli. Riflette, pensa, elabora molto. Scrive un gran numero di saggi e di poesie con i quali riesce a ricavare un reddito per mantenersi dignitosamente. Diventa così la prima donna a fare della scrittura una professione! Il mutamento della propria vita viene descritto in uno scritto “Livre de la Mutacion de Fortune”.

Livre de mutacion de la Fortune

Conquista un ruolo sociale e intellettuale di prestigio presso la Corte e negli ambienti culturali e scientifici di Francia. Prima donna ad operare professionalmente con la committenza, crea testi e opere su ordinazione. Su richiesta del fratello del sovrano, scrive la biografia di Carlo V. Nelle sue opere Cristina argomenta su un tema rivoluzionario per la sua epoca: uomo e donna sono eguali per natura. La differenza è causata dalla educazione, dal ruolo sociale e dalle circostanze che relegano la donna in secondo piano. Il tema è trattato nella sua opera “La città delle Dame” del 1405 che tra ispirazione dalla Città di Agostino di Ippona, dove narra di aver ricevuto la visita di tre donne che sono Ragione, Rettitudine, Giustizia che la incoraggiano a costruire una fortificazione contro i pregiudizi e le diffamazioni. La città è abitata da un lungo elenco di donne sapienti, colte e coraggiose. L’opera ha il coraggio di smentire le teorie misogine di Aristotele. Dimostra di conoscere le opere di Aristotele, Dante e Boccaccio. Studia con accanimento e profondità gli scritti dagli autori antichi, Ovidio, Valerio Massimo, Vegezio, lo pseudo-Seneca, il santo Martin da Braga, Boezio. Studia il contemporaneo Jacques Legrand. Apprende dalle opere antologiche medievali come i Miroirs di Vincent de Beauvais o la Histoire ancienne jusqu’à César.

Nel libro “Dettato dedicato a Giovanna d’Arco”, che compone prima di morire, l’Autrice è stanca, in età avanzata e dopo una lunga pausa senza scrivere. Narra le imprese di Giovanna di Orléans che guida la riscossa francese durante la Guerra dei Cent’anni. La scrittrice laica e dell’alta borghesia analizza l’azione della Pulzella d’Orléans, una contadina che conduce alla vittoria senza ricorso alla intercessione divina! Guida cinquemila uomini alla vittoria, ma Cristina non vivrà abbastanza per vederla morire sul rogo nel maggio del 1430.

Cristina scrive poesie, ballate, virelai e rondeau, come da tradizione del tempo deliziando un pubblico colto. Invia ad ognuno dei personaggi importanti della Corte e del mondo culturale i propri libri. La costante promozione letteraria delle proprie opere ha successo, le procura notorietà e prestigio e rispetto. È la prima donna a realizzare con efficacia una metodica promozione letteraria.

 La sua produzione culturale è vasta. Compone le “Cent Ballades”, sedici Virelais, quattro “Ballades d’estrange façon”, due Lais, sessantanove Rondeaux, settanta “Jeux á vendre”, cinquantadue “Ballades de divers propos”, due “Complaintes amoureuses”. I temi trattati sono l’Amore, la vedovanza, le difficoltà economiche per suscitare compassione. Le strutture stilistiche seguono le retoriche del tempo, con particolare attenzione a Guillaume de Machaut. Indirizza le sue opere letterarie agli intellettuali del tempo fra i quali Charles d’Albret, Louis de Sancerre, Jean de Cháteaumorant rappresentanti delle virtù cortesi nella corte di Carlo V di Francia, che l’Autrice cerca di acquisire come propri protettori.

La metodica autopromozione produce risultati positivi. Sistema il figlio prima in Francia e poi presso il Duca di Borgogna. Manda la figlia in un monastero delle domenicane di Saint-Louis di Poissy, presso Parigi. Per amore della Francia, rifiuta di rientrare in Italia su invito di Gian Galeazzo Visconti. Acquisisce potenti protezioni ma senza essere asservita.

Le opere di Cristina sono studiate e conosciute nei secoli XIV e XVI. Viene quasi dimenticata nel secolo XVII per riprendere quota nel secolo XVIII per essere poi studiata continuamente. La vastità del suo corpus letterario e teorico è di difficile lettura per il grande pubblico. E rimane confinata a ristrette cerchie di eruditi. Meritorie sono iniziative attuali di far conoscere il suo ruolo come importante autrice letteraria del periodo medievale.

Muore a Poissy, Yvelines, in Francia, nel 1430.


di Manlio Lo Presti