San Casciano come Riace, il fango restituisce un tesoro etrusco

martedì 8 novembre 2022


San Casciano dei Bagni, un piccolo comune di Siena, ha restituito alla storia uno dei più grandi ritrovamenti archeologici degli ultimi tempi, o almeno uno dei più significativi del Mediterraneo. Durante la sesta campagna di scavi al santuario ritrovato, sotto il fango sono state scoperte 24 statue di bronzo e centinaia di opere più piccole, nella vasca centrale del sito archeologico. I manufatti sono datati in un periodo tra il secondo secolo avanti Cristo e il primo dopo Cristo. Ci sono volute quattordici settimane di ricerche, iniziate a luglio, ma le opere appartenute alla cultura etrusca e a quella romana sono finalmente uscite allo scoperto.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha speso una delle sue prime visite fuori Roma, a Grosseto, dove ha visitato il laboratorio dell’Istituto centrale del restauro, dove sono in corso i primi interventi sui bronzi.

“Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l’Italia è un paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, commenta il politico. “Mi sono voluto personalmente complimentare – continua Sangiuliano – con gli archeologi e il team di ricerca”. E poi: “Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro – conclude – sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale, ma anche come volano per l’industria culturale della Nazione”.

“È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico”, ha affermato il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna. Per i ritrovamenti del bagno grande – il sito toscano – l’archeologo ha approvato l’acquisto di un palazzo cinquecentesco di San Casciano, che ospiterà le opere ritrovate e, in futuro, un vero e proprio parco archeologico.

Grazie all’acqua calda della sorgente e al fango, lo stato di conservazione dei reperti è assolutamente eccezionale. Sono state rinvenute diverse iscrizioni in etrusco e in latino, nelle quali si leggono nomi di potenti famiglie del luogo, dai Velimna di Perugia ai Marcni, noti nella campagna intorno a Siena. Oltre all’onomastica e a forme dedicatorie del misterioso popolo del centro Italia, sono incise frasi in latino, che menzionano tra l’altro le “acquae calidae”, ovvero le fonti del bagno dove le statue si trovavano. I bronzi di San Casciano potrebbero significare per la civiltà mediterranea ciò che è stata per gli Egizi la Stele di Rosetta. Infatti, la lingua etrusca è ancora ampiamente da decifrare, e le diverse iscrizioni in latino che accompagnano quelle in etrusco potrebbero essere la svolta che tutti gli archeologi e gli etnografi stanno cercando da tempo.


di Edoardo Falzon