Festa del cinema, la lezione di Mario Martone

giovedì 20 ottobre 2022


Mario Martone racconta la sua iniziazione dietro la macchina da presa. Il regista napoletano ha incontrato gli spettatori della Festa del cinema di Roma. Intervistato dal critico Enrico Magrelli, il cineasta ha parlato di una “porticina” nel palazzo di Napoli dove ha abitato con i genitori. Grazie a questo espediente Martone ha deciso di passare dal teatro al cinema. Perché quella era la porticina dell’abitazione di Renato Caccioppoli, colui il quale diventerà oggetto e soggetto di Morte di un matematico napoletano, il suo primo film. Nessuna parola del regista sulla scelta di Nostalgia, il film che rappresenterà l’Italia nella lunga corsa agli Oscar. “A Napoli, dove sono nato e dove facevo teatro d’avanguardia – ha raccontato Martone – qualcuno un giorno mi parlò di questa figura di Renato Caccioppoli, matematico e musicista. Su di lui non c’era nulla di scritto, ma solo tanti racconti orali. Avevo abitato nel palazzo dove era vissuto il matematico e si era sparato. La mia stanza si affacciava sulla piccola porta d’ingresso del suo appartamento. Tra le coincidenze poi c’era quella che Caccioppoli si era suicidato nel 1959, nello stesso anno in cui ero nato”.

Martone ha citato Pier Paolo Pasolini: il regista di Accattone “diceva che il cinema è l’arte della realtà e io volevo raccontare questa storia con la giusta verità. E quella porticina è stata come l’inizio della mia creatività cinematografica”. Martone si è trovato a proprio agio davanti ai giovani presenti nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della musica. “Non avevo mai girato un film – ha detto Martone – né avevo fatto alcuna scuola di cinema. Ero stato solo un giorno sul set di un film di Mauro Bolognini, mio amico, per capire almeno di cosa si trattasse. Volevo però Carlo Cecchi come protagonista e raccontare solo l’ultimo giorno di questo matematico. Poi quell’unico giorno divenne una settimana e arrivarono anche i primi soldi: 500 milioni di lire”.

“January” di Viesturs Kairišs

La Festa del cinema mostra, in concorso, un film carico di energia vitale. January del regista lettone Viesturs Kairišs è un’opera che rivendica la potenza del cinema di fronte all’ingiustizia. Il lungometraggio è ambientato a Riga, nel gennaio 1991. Le forze armate dell’Unione Sovietica entrano in città per soffocare i sogni repubblicani nell’ex colonia. January racconta l’esistenza di Jazis (Kārlis Arnolds Avots). Un ragazzo che ha voglia di fare cinema di matrice tarkovskijana e filma con la cinepresa Superotto paterna l’invasione russa. Come il proprio Paese, Jazis è in preda all’incertezza. In bilico tra velleità artistiche, i primi amori e il bisogno di difendere il proprio popolo. Così, pur non dimenticando mai la sfera privata, decide di documentare la realtà, attraverso l’occhio della sua cinepresa. È un testimone della cronaca che diventa storia.


di Andrea Di Falco