Jeff Beck e Johnny Depp: la strana coppia

mercoledì 19 ottobre 2022


Durante la pandemia, nel primo duro lockdown del 2020, su youtube  fu pubblicata la cover di Isolation, un brano di John Lennon riproposto da un duo molto particolare: Jeff Beck alla chitarra e Johnny Depp alla voce.

Vedere Johnny Depp su un palco cantare e suonare la chitarra non era una novità visto che l’attore aveva già fatto numerose incursioni nel mondo della musica e fondato il gruppo rock degli Hollywood Vampires insieme ad Alice Cooper e Joe Perry degli Aerosmith, tuttavia è stata per me una piacevole sorpresa ascoltare una cover molto tirata con il solito Jeff Beck che tira fuori la sua grinta rock e colora un brano dove Johnny Depp non sfigura riuscendo ad esprimersi con grinta e padronanza della sua voce.

I nostri due si sono conosciuti nel 2016 e hanno subito stretto amicizia condividendo numerose passioni: chitarre e auto su tutte.

Depp ha fatto ascoltare all’amico il suo pezzo “This Is A Song For Miss Hedy Lamarr” e da lì nasce l’idea di fare qualcosa assieme. Rivela Beck: “Ne sono rimasto colpito. Quel brano è uno dei motivi per cui gli ho chiesto di fare un album con me”. Naturalmente Depp ricambia i complimenti all’amico dicendo: È un onore straordinario suonare e scrivere musica con Jeff, uno dei veri grandi e una persona che ho il privilegio di considerare un fratello”.

E così Jeff Beck e Johnny Depp cominciano a suonare assieme in un tour europeo che ha visto in luglio anche tre date italiane.

Contemporaneamente esce l’album del duo che si chiama semplicemente “18” perché, suonandolo, i protagonisti affermano di essersi divertiti come dei diciottenni.

“Non ho avuto un partner creativo come lui per secoli” dichiara Beck, che prosegue: “È stata una vera potenza per questo album. Spero solo che le persone lo prenderanno seriamente come musicista perché è difficile per alcuni accettare che Johnny Depp sappia cantare il rock and roll”.

“18” contiene 13 brani di cui 11 sono cover e due sono stati scritti da Johnny Depp. Tre cover sono strumentali affidate alla chitarra di Jeff Beck, si tratta di Midnight Walker  – dove Jeff Beck si limita a riproporre le linee melodiche suonate dalla cornamusa di Davy Spillane – e due pezzi dei Beach Boys: “Don’t Talk (Put Your Head On My Shoulder)” e “Caroline, No” nelle quali la chitarra di Beck ripropone sostanzialmente le linee melodiche della voce senza mai lasciarsi andare in soli e improvvisazioni in grado di suscitare emozioni forti.

Le altre cover cantate da Depp, oltre alla già citata “Isolation” di John Lennon, sono un’accettabile interpretazione di “Death and Resurrection Show” dei Killing Joke, “Time” un classico di Dennis Wilson, una un po’ troppo mielosa “Ooo Baby Baby” dei The Miracle e  “Whats Going On” di Marvin Gaye nelle quali la chitarra di Beck esegue molte linee melodiche della voce e Depp entra senza lasciare troppo il segno. Ancora troviamo una cover di “Venus In Furs” dei The Velvet Underground con un arrangiamento rock che spazza via le suggestioni orientali dell’originale, “Let It Be Me” degli Everly Brothers – un pezzo lento punteggiato dagli interventi di Beck che riescono a fatica tirarlo su – e infine “Stars”:  un lungo brano di Janis Ian suonato in una tonalità nella quale la voce di Depp, già molto bassa, quasi scompare. In totale questi due brani durano  oltre 10 minuti davvero non esaltanti che per fortuna sono seguiti dall’iniezione rock di   Isolation.

Infine i due brani scritti da Johnny Depp: il primo è “Sad Motherfuckung’ Paradeun elettro-rock dove lo sforzo compositivo è ridotto al minimo con dei riff suonati su un unico accordo e frasi, non cantate, che si ripetono all’infinito sempre uguali.  Discorso diverso per “This Is A Song For Miss Hedy Lamarr” una gradevole ballad dal ritmo militaresco dove Johnny Depp osa di più e anche Jeff Beck si lascia andare ai solo più belli dell’album.

Nel compless,o un lavoro al di sotto delle aspettative dove la voce di Johnny Depp passa troppo spesso in secondo piano ma anche la chitarra di Jeff Beck si limita, quasi a non voler invadere troppo il campo del partner.  Un album che non è certo un capolavoro, forse concepito per dare sostanza musicale al tour che, visti i personaggi sul palco, non ha avuto difficoltà a catalizzare l’attenzione del pubblico.


di Mariano Totaro