Petronilla Paolini Massimi tra giochi politici e letteratura

martedì 12 luglio 2022


Petronilla Paolini Massimi proviene da un’importante casata del centro Italia. La famiglia ha rapporti positivi con la Chiesa. Nasce il 24 dicembre 1663 a Tagliacozzo. Tutti si aspettavano un maschio da chiamare Pietro che è il nome che fu attribuito alla candela che fra le restanti undici si spense per ultima. Convertirono il nome in Petronilla. Nel suo dettagliato diario si racconta che il battesimo fu tenuto da una vedova caduta in povertà e che la famiglia manteneva in vita dignitosa. Niente cardinali né ambasciatori di Spagna, ma in piena umiltà.

Il libro è la risultante di un accurato lavoro di recupero filologico di un testo emendato da asperità tipografiche e da ridondanze stilistiche. Rimane il ritmo narrativo nella lingua italiana del Settecento e parlata nel centro Italia. Il testo contiene una dettagliata storia della potente famiglia il cui capostipite viene assassinato. Si sposa giovanissima e conduce una vita tranquilla. Una serie di vicende ben descritte nelle pagine di questo libro particolare la fanno cadere sotto la tutela e il controllo di un marito tirannico che finisce per rinchiuderla in un’ala del palazzo in totale isolamento assieme ad una madre oscillante fra le ragioni della figlia e quelle del marito.

Petronilla riesce a mantenere la lucidità e la tenacia necessari per districarsi fra ostacoli crescenti. Riesce a ottenere la restituzione del suo patrimonio dal marito impegnato come capitano degli eserciti pontifici. Vince ogni grado di giudizio davanti ai tribunali ecclesiastici: il testo descrive i passaggi delle ricchezze e le loro quantità con attenzione quasi notarile. Riesce a tenere ottimi rapporti con il territorio aiutando persone in difficoltà, sostenendo istituzioni locali e dando elargizioni alle strutture religiose della città. Genuina la sua religiosità che va oltre gli atteggiamenti di circostanza guadagnando il rispetto di cardinali diventati suoi alleati.

Nel frattempo, le muore anche un figlio piccolo, si ammala anche lei per la disperazione, ma riesce a rialzarsi. Nonostante il peso delle vicende avverse, lei riesce a scrivere eleganti poesie in stile arcadico trattando temi di vario genere e non solo amorosi. Guadagna la stima di cardinali e di scrittori del suo tempo. Le sue opere girano per l’Europa e viene ammessa nell’Accademia dell’Arcadia con il nome di Fidalma Partenide. È la prima letterata italiana che sceglie l’autobiografia per narrare la propria vita. Notevole il contenuto delle sue poesie e delle prose. Possiamo dire che è stata un forte punto di riferimento per il poeta Giacomo Leopardi che ne trasse ispirazione per i suoi componimenti.

Il libro racchiude una sequenza di eventi con una narrazione scorrevole grazie all’accurato riassetto filologico delle due curatrici esperte di ricerche bibliografiche e con incarichi di responsabilità presso istituzioni culturali italiane. Si tratta di una testimonianza accurata e vivace del modo di vivere in quel periodo nel centro Italia attraversato da complicati e rischiosi equilibri politici. Petronilla è il ritratto dell’intelligenza, del coraggio, della capacità di gestire le avversità avendo il tempo di comporre poesie eleganti destando l’ammirazione di numerosi circoli letterari. La sua biografia rappresenta un esempio concreto di valorizzazione culturale realizzata con l’appoggio dei comuni abruzzesi dove la Dama visse e si spostò.

Vita della Marchesa Petronilla Paolini Massimi da sé medesima descritta lì, 12 agosto 1703, Edizioni Kirke, Avezzano, 2022, 159 pagine, 15 euro


di Manlio Lo Presti