Addio a Tony Binarelli, l’illusionista della tivù

martedì 12 luglio 2022


L’illusionista della tivù se ne è andato a 81 anni. Tony Binarelli, dopo una lunga malattia, è mancato all’ospedale Pertini di Roma. Il suo periodo d’oro è legato, soprattutto, agli anni Ottanta e Novanta. Antonio Binarelli (il suo nome all’anagrafe), nasce nella Capitale, il 16 settembre del 1940. Intorno all’età di 30 anni si interessa di illusionismo. Arriva al successo nel corso dei programmi di tre “monumenti” della televisione: Corrado, Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Giochi di prestigio e illusionismo costituiscono la sua cifra stilistica. La sua visione del mondo.

Oltre al pubblico televisivo, Binarelli riesce a suscitare anche l’interesse di Federico Fellini. È noto l’interesse del cineasta Premio Oscar per l’esoterismo e l’occulto. “Il regista – ha raccontato Binarelli – nutriva una grande passione per la magia e disse a una attrice, mia amica, che gli sarebbe piaciuto conoscermi. Ci incontrammo a una cena. Mi chiese di fargli vedere qualcosa. Presi un mazzo di carte e lui cominciò a spostare un tavolino, poi cambiò una luce, riposizionando le sedie e mi disse: Adesso fai il tuo gioco. Io gli chiesi il motivo di quello strano comportamento e lui mi spiegò: Io voglio godere al massimo del tuo personaggio. Ti ho creato la scenografia affinché tu possa essere valorizzato”.

L’illusionista lavora con Fellini per Toby Dammit (1968), episodio del film collettivo Tre passi nel delirio. Binarelli, o meglio, le mani di Binarelli, partecipano a un film di culto dello spaghetti western: Continuavano a chiamarla Trinità (1971) di E.B. Clucher. Lo storico mago è la controfigura di Terence Hill per i giochi di prestigio con le carte.

In televisione Binarelli recita nella parte di se stesso nelle due puntate dello sceneggiato Rai del 1973, Serata al Gatto nero di Mario Landi. Numerose le ospitate in Rai e Mediaset e le performance dal vivo in giro per l’Italia. Nel 1988 fonda e dirige la rivista specializzata Qui magia. La popolarità gli vale numerosi riconoscimenti. Dal 1991 al 1995 conquista, unico prestigiatore, il Telegatto e viene premiato anche a Montecarlo (1998) e Las Vegas (2000).


di Eugenio De Bartolis